DeepSeek continua a dominare il dibattito tech, in particolare per quanto riguarda l’AI. Sulla questione è intervenuto anche Alec Ross, già Senior Advisor for Innovation durante la presidenza Obama, autore e professore alla Bologna Business School, in una live del format Prima o Poi insieme a Max Ciociola, Ceo di Musixmatch. «Come in una partita di calcio, per la maggior parte dell’anno scorso le imprese americane sono state in attacco. Ora i cinesi hanno la palla. Ci sono due veri protagonisti sullo sviluppo dell’Intelligenza artificiale». Ross ha definito molto interessante il prodotto di DeepSeek, sottolineando d’altra parte il rischio di giungere a conclusioni frettolose, dovute principalmente al crollo dei titoli tecnologici (ieri Nvidia è arrivata a perdere il 18% in Borsa).
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Alec Ross, il commento su DeepSeek
«I mercati esagerano sempre – ha detto Ross – nel positivo e nel negativo. Vediamo tra due, tre settimane se c’è davvero una nuova traiettoria». Uno degli elementi che ha fatto più preoccupare gli investitori e le Big Tech occidentali, che negli ultimi anni hanno investito miliardi sull’AI – l’ultimo progetto, Stargate, è da mezzo trilione di dollari – è che stando a quanto dichiarato da DeepSeek lo sviluppo del nuovo assistente AI sarebbe costato appena 6 milioni di dollari, utilizzando chip meno costosi. «Cinque, sei milioni di dollari? No», ha tagliato corto Ross.
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Il nodo costi è comunque centrale. «L’idea che si può innovare anche a livello di foundamental model con meno di un centinaio di milioni è un bene. Invece di 20 dollari al mese di ChatGPT, il prodotto di DeepSeek è gratuito». Sempre Ross si è poi soffermato sul ruolo dell’Ue, decisamente fuori dalla partita. «Se vuole giocarsela l’Europa deve disfarsi dell’Ai Act. È una legge che sta frenando lo sviluppo di questo settore. Non ci sono altre strade: va superata. È una legge stupida, forse la più stupida di tutte le leggi europee».
I commenti sull’AI di DeepSeek
Il clamore sui mercati è stato tale che Sam Altman, Ceo di OpenAI, ha deciso di intervenire con un post su X alcune ore fa. «L’r1 di DeepSeek è un modello impressionante, soprattutto se si considera il rapporto qualità-prezzo. Ovviamente forniremo modelli di gran lunga migliori ed è davvero stimolante avere un nuovo concorrente. Pubblicheremo alcune novità». Non è improbabile che l’azienda voglia infatti accelerare con il rilascio di servizi AI già pronti, proprio per dare una risposta immediata al competitor.
In Italia tra i commenti segnaliamo quello di Ernesto Ciorra, esperto di innovazione e sostenibilità, che su LinkedIn ha scritto: «Il team di DeepSeek ha dichiarato che DeepSeek-V3, lanciato il 10 gennaio, ha utilizzato i chip H800 di Nvidia per l’addestramento, spendendo meno di 6 milioni di dollari. Questi chip non rappresentano il top di gamma: sviluppati come prodotti a capacità ridotta per aggirare le restrizioni sulle vendite alla Cina, sono stati successivamente vietati dalle ultime sanzioni statunitensi».
Matteo Flora, firma di StartupItalia ed esperto di tecnologia, ha poi posto il tema dell’allineamento. Bisogna infatti sapere che, per come sono allenati e progettati, i servizi di AI non forniscono risposte identiche. Prova ne è che, chiedendo a DeepSeek di piazza Tienanmen, l’Intelligenza artificiale svia la conversazione.