Il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge sull’AI, come preannunciato nei giorni scorsi dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione Alessio Butti. Il testo segue di alcune settimane il sì definitivo all’AI Act europeo, il primo pacchetto legislativo che norma una tecnologia di frontiera e che ha classificato le varie intelligenze artificiali in quattro categorie di rischio.
Cosa prevede il disegno di legge sull’AI
Il Sottosegretario Butti ha fatto cenno all’impegno del comparto pubblico sul fronte intelligenza artificiale. Ha per esempio citato il miliardo di euro che CDP Venture Capital destinerà nei prossimi anni a startup e progetti di ricerca legati all’intelligenza artificiale, come previsto nel nuovo Piano Industriale 2024-2028. «Crediamo che sia un prodotto di buona qualità – ha detto rispetto al ddl – è stato realizzato con la collaborazione di tutti gli stakeholder e soprattutto di tutti i ministeri che per la loro verticalità hanno contribuito».
Il disegno di legge, fanno sapere da Palazzo Chigi, non si sovrappone al Regolamento europeo sull’intelligenza artificiale approvato lo scorso 13 marzo dal Parlamento Europeo, «ma ne accompagna il quadro regolatorio in quegli spazi propri del diritto interno, tenuto conto che il regolamento è impostato su un’architettura di rischi connessi all’uso della intelligenza artificiale».
Sul tema intelligenza artificiale era intervenuto di recente anche il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Alfredo Mantovano: «L’AI concettualmente non porta nulla di nuovo rispetto alla disinformazione dei regimi totalitari, ma può aumentare a dismisura il potenziale offensivo, influendo sul processo di manifestazione della libertà democratica. Il tema della proporzione dei controlli è quindi centrale».
Intelligenza artificiale: tra media e democrazia
Il testo del disegno di legge prevede che le tecnologie si debbano basare sui principi di trasparenza, proporzionalità, sicurezza, valorizzazione anche economica del dato, protezione dei dati personali, riservatezza, robustezza, accuratezza, non discriminazione, parità dei sessi e sostenibilità.
«Si stabilisce che l’utilizzo dell’intelligenza artificiale non deve pregiudicare la vita democratica del Paese e delle istituzioni – leggiamo dal comunicato di Palazzo Chigi -. Si introduce la necessità del rispetto della cybersicurezza lungo tutto il ciclo di vita dei sistemi e dei modelli di intelligenza artificiale. Si garantisce alle persone con disabilità il pieno accesso ai sistemi di intelligenza artificiale senza forme di discriminazione. L’utilizzo dei sistemi di AI nei mezzi di comunicazione deve avvenire senza pregiudizio ai principi di libertà e pluralismo alla libertà di espressione e del diritto all’obiettività, completezza, imparzialità e lealtà dell’informazione».
Sono escluse dal disegno di legge «le attività svolte per scopi di sicurezza nazionale, per la cybersicurezza nazionale nonché quelle svolte per scopi di difesa dalle forze armate e dalle forze di polizia».
Gli enti garanti
Come anticipato nei giorni scorsi, le autorità nazionali per l’intelligenza artificiale sono l’Agenzia per l’Italia digitale (AgID) e l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (ACN). Entrambe «assicurano l’istituzione e la gestione congiunta di spazi di sperimentazione finalizzati alla realizzazione di sistemi di intelligenza artificiale conformi alla normativa nazionale e dell’Unione europea».
In ambito penale il testo del disegno di legge «punisce l’illecita diffusione di contenuti generati o manipolati con sistemi di intelligenza artificiale, atti a indurre in inganno sulla loro genuinità, con la pena da uno a cinque anni di reclusione se dal fatto deriva un danno ingiusto.
Si introducono circostanze aggravanti speciali per alcuni reati nei quali l’utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale abbia una straordinaria capacità di propagazione dell’offesa».