Secondo gli esperti l’attentatore si è ispirato al massacro di Christchurch
Twitch ha comunicato che, dopo due minuti dall’inizio della live, la diretta streaming del massacro compiutosi a Buffalo, nello Stato di New York, è stata bloccata. Questo non ha comunque impedito che il tragico contenuto potesse diffondersi online, con una pioggia di segnalazioni da parte degli utenti: copie del video hanno infatti continuato a circolare per ore dopo la strage su altri social network come Facebook. I fatti, per inquadrare il tutto: sabato 14 maggio dieci persone sono state uccise da Payton S. Gendron, ragazzo che ha scelto un supermercato Tops per il massacro, ripreso da una telecamera posizionata sopra l’elmetto. Come è stato ricostruito negli ultimi giorni, il suo obiettivo era aprire il fuoco per uccidere soltanto afroamericani. Negli ultimi anni sono state diverse le stragi compiute negli Stati Uniti (e non solo) a sfondo razziale. E non è stata la prima volta in cui l’attentatore ha deciso di riprendersi e trasmettere in streaming il massacro.
Axios ha riepilogato la vicenda, focalizzandosi sul ruolo delle piattaforme in streaming. La follia che porta una persona a uccidere è già di per sè una tragedia. L’aggiunta macabra della diretta su Twitch o altre piattaforme sta a significare che, ovviamente, questi assassini vogliono raggiungere l’eco più ampia possibile, per essere ricordati. Oltre al video è circolato online pure l’ennesimo manifesto suprematista, nel quale Gendron spiegava la sua tremenda visione del mondo. «Un’ampia ricerca sui casi dimostra che gli autori spesso cercano un’attenzione sensazionale, anche attraverso la diffusione dei loro scritti, delle immagini che postano di loro stessi in posa con le armi e dei truci contenuti in tempo reale che creano», ha scritto Mark Follman, invitando tutti gli utenti a non ricondividere mai contenuti violenti, neppure quando si vuole denunciare qualcosa di orrendo.
Gli esperti hanno ricollegato le modalità viste a Buffalo alla strage di Christchurch, in Nuova Zelanda, nel 2019, quando un attentatore aveva ucciso in live streaming 51 persone in due moschee. Secondo la stampa internazionale la diffusione online di quel massacro ha rappresentato un inquietante modello. Si è comunque letto di una rapidità notevole da parte di Twitch nell’oscurare la diretta, anche se le associazioni impegnate nella lotta contro il razzismo chiedono un maggiore impegno alle Big Tech. Sono numerosi i tweet che prendono di mira, ad esempio, Facebook: il 15 maggio un tweet che StartupItalia ha visualizzato riferiva di una copia del video della strage di Buffalo divenuta virale con quasi 2 milioni di visualizzazioni.
Ricordiamo che per il massacro di Christchurch il video era rimasto online per 17 minuti. Il confronto con Twitch – ripetiamo: 2 minuti per oscurare il video – segna senz’altro un passo in avanti nella moderazione dei contenuti violenti secondo gli esperti, come ha riportato il New York Times. La scelta di utilizzare Twitch non è stata infine casuale: a differenza di YouTube, che richiede almeno 50 iscritti al canale e l’autenticazione dell’utente, la piattaforma di proprietà di Amazon consente a chiunque di trasmettere live. A un tema così complesso non c’è una risposta facile, ma senz’altro le piattaforme saranno chiamate sempre di più a vigilare su quel che, loro malgrado, contribuiscono a diffondere.