Alcuni lo definivano il “beautiful mind” italiano. Luca Trevisan, scomparso a soli 52 anni, lascia una grande eredità scientifica. Professore all’Università Bocconi, il suo lavoro ruotava attorno alla teoria della causalità, alla crittografia, alla teoria dei grafi. Teorico dell’informatica e dell’intelligenza artificiale, si è spento a Milano. Avrebbe compiuto 53 anni il prossimo 21 luglio.
Leggi anche: SIOS24 Summer, Adolfo Urso alle startup: «Significativo il vostro contributo alla crescita economica»
Luca Trevisan, maestro dell’AI
«Un accademico brillante dalla grande umiltà». Così lo ricordano amici, colleghi e studenti. Il prof. Trevisan, nato a Roma, è stato il primo laureato della facoltà di Scienze dell’informazione della Sapienza. Subito dopo il dottorato, nel 1997, aveva lasciato l’Italia per gli Stati Uniti, per lavorare al Massachusetts Institute of Technology, al Center for Discrete Mathematics and Theoretical Computer Science (Dimacs) e, poi, alla Columbia University di New York oltre che nelle università californiane di Berkeley e Stanford. Rientrato in Italia nel 2019, all’Università Bocconi è stato titolare della cattedra Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi in Computer Science e ha contribuito a fondare, oltre che a dirigerlo, il master in Intelligenza artificiale, che aveva inaugurato a settembre dell’anno scorso. «Un collega di cui sentiremo la forte mancanza», sostiene il rettore Francesco Billari. Ma che cosa c’era di straordinario in quell’uomo?
A beautiful mind
Il direttore del dipartimento di Computing Sciences della Bocconi, Riccardo Zecchina, lo ricorda così: «Era noto a livello mondiale per la sua straordinaria intelligenza, la sua genialità logico-matematica e la sua immensa cultura. I suoi lavori scientifici fondamentali per l’informatica teorica moderna e il suo blog, dal titolo ironico ‘In theory‘, sono e saranno un riferimento per moltissimi anni». Per lui, l’intelligenza artificiale era uno strumento, non una sorta di ‘superpotere’: «In realtà diceva che ci sono cose che gli algoritmi non potranno fare, e ci sono calcoli per i quali non si potranno sviluppare algoritmi efficienti», continua il direttore.
L’impegno per i diritti civili
Il professore, noto anche per il suo impegno a difesa dei diritti civili e l’appoggio alla comunità Lgbtq+, in occasione delle celebrazioni del Pride del 2021, aveva scritto in un editoriale sul matematico Alan Turing: «Spero che per il bicentenario di Turing, e auspicabilmente molto prima, la presenza Lgbtq nelle discipline Stem possa essere più visibile e orgogliosa, contribuendo ad abbattere gli stereotipi».