Ci sarà tolleranza per chi rincasa dopo le 23 per essere stato in un pub o ristorante, ma sarà meglio avere documenti da esibire ai controlli
Ha inizio oggi la battaglia per salvare Milano. Perché se la Lombardia si blinda, almeno nelle ore notturne, è per evitare che il Covid-19 sfondi nel capoluogo meneghino. O non basterebbero i posti letto per tutti i possibili infetti. E allora è attesa a ore l’ordinanza che metterà nero su bianco il coprifuoco indetto a partire da domani, cosa possono e cosa non possono fare i lombardi. Da palazzo della Regione, in tumulto non solo per la contingenza ma anche per la dura puntata della trasmissione Report contro il presidente Attilio Fontana, tengono le bocce cucite e preferiscono non fornire troppe informazioni. In più, nella notte è intervenuto il leader della Lega, Matteo Salvini, deciso a dire la sua sul provvedimento che varerà la giunta leghista e che potrebbe quindi subire stravolgimenti. Ci hanno anticipato però che la chiusura dei locali alle 23 non significherà, per i cittadini, dovere rincasare necessariamente entro quell’ora.
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Tolleranza per i clienti che tornano a casa dopo le 23
Insomma, scoccate le 11 di sera nessun mezzo pubblico si trasformerà in zucca ed essere fuori casa dopo quell’ora non farà immediatamente scattare le multe. Si stanno studiando formule che consentano la dovuta elasticità ed evitino che il fuggi fuggi della clientela abbia inizio fin dalle 22, danneggiando ulteriormente i gestori di pub e ristoranti, già messi in grave difficoltà dall’istituzione del coprifuoco.
Piazza Duomo, Milano, alcune sere fa
Scontrini e autocertificazioni quando scatta il coprifuoco
E allora, ci viene anticipato, con ogni probabilità verrà detto di conservare lo scontrino dell’esercente in cui si è stati per provare che si sta ritornando a casa proprio da una pizzeria o da un pub. Tutti gli altri che saranno trovati in giro e non provengono da zone della movida dovranno invece con ogni probabilità (ma gli ultimi dettagli saranno decisi soltanto oggi) avere in tasca nuovamente la cara, vecchia, autocertificazione che abbiamo imparato a stampare in risme durante la scorsa primavera. Le sole uscite concesse durante il coprifuoco saranno per motivi di lavoro, situazioni di emergenza o di comprovata necessità, perciò nel documento che esibiremo alle forze dell’ordine dovremo indicare quale tra quelli ammessi ci spinge a violare il coprifuoco, valido per tre settimane, ovvero fino al 13 novembre, tra le 23 e le 5 del mattino.
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Anche la Liguria verso la stretta
Il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, di concerto con il ministero della Sanità firmerà un’ordinanza che da lunedì imporrà il divieto totale di assembramento ovunque nell’intero territorio della Regione Liguria per bloccare la crescita del contagio covid. «Vietiamo alle persone di stazionare in gruppi, da parte dei cittadini c’è bisogno del massimo rigore e attenzione per nei comportamenti», sottolinea Toti. Esteso in tutta la Liguria il divieto assoluto di manifestazioni di ogni genere. La Regione Liguria applicherà inoltre una ordinanza analoga a quella del Piemonte sulla scuola. «Ho appena sentito il governatore Toti, a cui abbiamo trasmesso nel pomeriggio la nostra ordinanza – afferma in video conferenza il governatore Cirio – e mi ha confermato che anche la sua Regione adotterà analogo provvedimento», ovvero didattica a distanza alternata alle lezioni in presenza al 50% per gli studenti delle superiori dal secondo al quinto anno.