La CNN ci indicò quale culla del contagio occidentale. Per Trump il Covid è un virus cinese. Ma uno studio sostiene che nel 2019 fosse già su suolo americano
Sulle origini del Covid-19 scienziati e politici probabilmente continueranno a dibattere a lungo. La datazione non sarà facile, individuarne la culla, poi, sembra solo un pretesto geopolitico. Qualche tempo fa vi avevamo dato conto di uno studio pubblicato sulla rivista Tumori Journal, che raccontava come all’Istituto dei Tumori di Milano si sia scoperto che tracce del passaggio del Coronavirus in nostri connazionali erano già presenti su alcuni campioni presi in laboratorio nel settembre 2019. A scanso di equivoci, Donald Trump, con la faciloneria che lo contraddistingue, lo ha subito soprannominato “virus cinese”.
La contestata grafica mandata in onda dall’emittente statunitense CNN
Nel pieno della prima ondata, poi, la CNN mandò in onda una mappa che per qualche tempo ci indicò come fonte del contagio globale. Ecco, che fosse sbagliata – e insultante – già lo sapevamo, e lo aveva detto la Northeastern University di Boston, dimostrando che il Coronavirus era sul suolo statunitense già a febbraio, quindi l’epidemia americana sarebbe avvenuta in contemporanea con la diffusione del Covid anche nel Vecchio continente. Adesso un’altra ricerca aggiunge un ulteriore tassello…
Il virus cinese a dicembre già negli USA
Adesso, secondo uno studio di fresca pubblicazione sulla rivista Clinical Infectious Diseases, il Coronavirus sarebbe stato presente negli Stati Uniti ben prima che i primi casi in Cina fossero identificati pubblicamente. Il fatto che in Cina però potrebbero essere andati in scena depistaggi e insabbiamenti non aiuta però a capire dove sia apparso per davvero il Covid-19. A ogni modo, si legge: «le infezioni da SARS-CoV-2 potrebbero essere state presenti negli Stati Uniti nel dicembre 2019, prima di quanto precedentemente riconosciuto».
I ricercatori sono giunti a questa conclusione dopo che i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc) hanno analizzato le donazioni di sangue raccolte dalla Croce Rossa americana dai residenti in nove stati Usa nel periodo tra il 13 dicembre 2019 e il 17 gennaio 2020, trovando prove di anticorpi contro il coronavirus in 106 su 7.389 donazioni di sangue. La presenza di anticorpi nel sangue di una persona significa che è stata esposta a un virus e che il sistema immunitario del suo corpo ha attivato una risposta difensiva conservando memoria del Covid-19. I ricercatori hanno trovato anticorpi contro il Coronavirus in 39 campioni provenienti da California, Oregon e Washington raccolti già dal 13 dicembre al 16 dicembre; hanno anche scoperto anticorpi in 67 campioni provenienti da Connecticut, Iowa, Massachusetts, Michigan, Rhode Island e Wisconsin all’inizio di gennaio.