Le tensioni geopolitiche tra USA e Cina si riflettono in modo sempre più evidente anche nel mercato hi-tech. E il ritorno ormai prossimo di Donald Trump (responsabile del ban di Huawei) alla Casa Bianca rischia di acuire ulteriormente il solco. Se sul fronte software la Casa di Shenzhen è pronta a sfoderare HarmonyOs Next, un sistema operativo che risponderà ad Android, sul fronte hardware la risposta cinese agli AirPods 2 di Apple potrebbe essere rappresentata da Huawei Freebuds Pro 4.
Huawei Freebuds Pro 4, la recensione
I colori e i dettagli dorati sono quelli già visti sugli ultimi device di casa Huawei, per esempio nell’ottimo MatePad Pro 12.2 PaperMatte. Lo stile laccato e le rifiniture (presenti in un device tanto piccolo) comunicano e probabilmente intendono evidenziare, ictu oculi, la natura premium del prodotto.
Sensazione confermata al tatto: gli auricolari sono infatti un concentrato di tecnologia e questo lo si intuisce dal peso di appena 5,8 grammi. Tra i più leggeri attualmente sul mercato. Non è detto che sia per forza un bene perché ci è capitato persino di dimenticarceli nelle orecchie al termine di una lunga call o che si sfilassero senza che ce ne rendessimo conto. Ma il lavoro svolto in termini di alleggerimento è encomiabile.
Anche la custodia è leggera: 47 grammi. Si porta facilmente persino nel taschino della camicia. La certificazione IP54 garantisce protezione da polvere e spruzzi, strizzando l’occhio a chi fa attività ginnica all’aperto, ma almeno secondo il parere di chi scrive ci sono prodotti ad hoc più comodi per le orecchie degli sportivi in commercio: meglio sfruttare Huawei Freebuds Pro 4 per attività maggiormente statiche, da ufficio.
La verità è che questi auricolari TWS sono i migliori alleati di chi passa la giornata ascoltando la musica: la tecnologia True Sound a doppio driver se la cava egregiamente enfatizzando i bassi più profondi (fino a 14 Hz) e restituendo alti cristallini (fino a 48 kHz) senza la minima distorsione. I melomani all’ascolto sono insomma avvisati: queste sono le cuffie bluetooth da acquistare.
Le FreeBuds Pro 4 supportano la trasmissione audio lossless fino a 2,3 Mbps, ma solo quando connesse a un dispositivo Huawei con EMUI 15, altrimenti fino a 990 Kbps su altri dispositivi. Notevole la cancellazione attiva del rumore (ANC) data la capacità di ridurre fino a 100 dB di rumore di fondo che si combina con l’impermeabilità a suoni e brusii di sottofondo dei cuscinetti in memory foam.
Anche per questo meglio non calcarle se si fanno attività all’aperto, magari a bordo strada. In compenso permettono chiamate nitide persino negli uffici open space più caotici. Chi decidesse di utilizzare un solo auricolare, può fare affidamento sulla modalità Awareness (si attiva automaticamente se non vengono rilevati entrambi) per ridurre il più possibile i disturbi ambientali.
Davvero simpatiche, anche se bisogna abituarcisi, le gesture lette dalle Huawei FreeBuds Pro 4 che permettono di rispondere alle chiamate o controllare la riproduzione audio senza bisogno di toccare gli auricolari, con la rilevazione intelligente della vestibilità che mette in pausa automaticamente l’audio quando gli auricolari vengono rimossi. Tutto ciò può essere personalizzato passando dall’app Huawei AI Life.
Venendo infine all’autonomia, abbiamo testato le Huawei FreeBuds Pro 4 per tutte le feste di Natale, dunque facendoci poche call di lavoro ma tante chiamate di auguri (e ascoltando probabilmente un bel po’ di musica in più rispetto al solito) e dobbiamo ammetterle di averle ricaricate solo saltuariamente.
I dati del costruttore parlano della possibilità di sfiorare le 30 ore senza ANC utilizzando la custodia di ricarica, dotata di una batteria da 510 mAh, e potremmo effettivamente essere vicini al vero. Ottimo poi che la custodia supporti la ricarica wireless: ideale se si viaggia. Il prezzo è naturalmente corrispondente alla qualità del device: 199 euro. Ma Apple per gli AirPods Pro 2 vuole 280 euro. La sfida tra Cina e USA, insomma, in questo 2025 si fa davvero interessante.