Come ogni mercoledì ospitiamo Notizie dal futuro, la rubrica di Paola Pisano, professore associato di Economia e Gestione delle Imprese all’Università di Torino e già Ministro dell’innovazione tecnologica e della digitalizzazione. Un viaggio attorno al mondo su tecnologia, intelligenza artificiale ed ecosistemi hi-tech
Dopo che il 10 marzo il governo è intervenuto per salvare SVB, i titoli delle bigtech hanno registrato una delle migliori performance di sempre. Il turnover delle aziende che rimangono nella top 10 mondiale per capitalizzazione di mercato si è indebolito negli Stati Uniti e da 10 anni Microsoft e Alphabet ne fanno parte. Il vantaggio di lavorare nel settore digitale, dove i costi di aggiungere un cliente sono trascurabili, non spiega questo fenomeno. I salvataggi governativi sì. La “disruption” del settore tecnologico americano si sta affievolendo con l’ascesa dei monopoli delle bigtech, il sostegno dello Stato e la diminuzione del numero di aziende e startup americane. I salvataggi del governo americano stanno cambiando verso un approccio più “Europeo” o “Italiano”? I mercati smettono di capire cosa ha senso dal punto di vista economico e iniziano ad anticipare ciò che lo Stato sosterrà. Il un settore è in odore di crisi, potrebbe intravedere un’opportunità nella richiesta di un sostegno dello stato. Il cuore del capitalismo, in cui le turbolenze del mercato facevano spazio all’innovazione, riprenderà a battere correttamente per l’America o cambiare per sempre il modo in cui il capitale viene allocato?
Tongyi Qianwen significa qualcosa tipo “cercare una risposta facendo mille domande”. È il competitor Cinese di ChatGpt creato da Alibaba L’azienda madre, lo utilizzerà inizialmente nell’ app di messaggistica . L’app, Ding Talk, svolgerà vari compiti tra cui la trasformazione delle conversazioni durante le riunioni in testi, la scritture delle email, la stesura di proposte commerciali. Una delle applicazioni più promettenti dell’AI generati sarà nelle funzioni aziendali? Dipende. L’AI impara dai dati del passato . Maggiori sono le informazioni che le aziende hanno raccolto e immagazzinato sotto forma di dati, maggiori potrebbero essere i risultati di questi modelli. A patto che vengano applicati in aree dove prevalgono condizioni di stabilità e prevedibilità. In tutti gli altri casi purtroppo, servirà ancora a poco.
Quando l’America iniziò a ottobre scorso la “guerra dei chip con la Cina” non vi furono grandi reazioni. La Cina avrebbe potuto rispondere diminuendo la vendita di materie prime necessarie per la tecnologia all’America. Saggiamente non lo fece. La risposta chirurgica arriva questa settimana. La Cyberspace Administration of China ha annunciato un’indagine per motivi di sicurezza nazionale sul produttore di chip Micron Technology americano con sede in Cina. Le ritorsioni della Cina sulle imprese Americane continueranno? Micron, che genera l’11% delle sue entrate nella Cina continentale con microchip di memoria facilmente sostituibili , era un ovvio primo obiettivo per Pechino. Data la dipendenza cinese dai chip per l’intelligenza artificiale prodotti da Nvidia e da altri processori prodotti da Intel e Qualcomm sarà difficile che la Repubblica Popolare Cinese continui su questa strada. Anche se le alternative potrebbero essere ben peggiori.
Runway, è una startup di NewYork che darà il via ad un servizio di intelligenza artificiale capace di generare video da alcune parole. E’ un esempio di AI generativa, che può creare istantaneamente testi, immagini e suoni. Google e Meta, la società madre di Facebook, hanno presentato i primi sistemi di generazione di video l’anno scorso. L’IA sta rivoluzionando il mondo degli artisti ma anche la nostra fiducia nelle notizie, immagini e video che provengono da internet? I nuovi sistemi di generazione di video potrebbero accelerare il lavoro di registi e altri artisti digitali, diventando al contempo un modo nuovo e veloce per creare disinformazione online difficile da individuare, rendendo ancora più arduo distinguere ciò che è reale su Internet. Google e Meta non hanno ancora condiviso con il pubblico i loro sistemi video generativi per paura che diffondano disinformazione con una velocità e un’efficienza mai viste prima.
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