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“Nel lavoro ibrido, la capacità delle piattaforme di creare contatto visivo ed esperienza immersiva è essenziale”: Paolo Campoli, CISCO
CISCO è una delle aziende leader nel settore della digitalizzazione e non poteva, di certo, mancare a SIOS 2021 Winter Edition, l’evento di punta di StartupItalia che si è tenuto il 13 dicembre all’Università Bocconi di Milano. A parlare di innovazione, digitale e tecnologia, assieme a Markus Venzin, prorettore all’innovazione dell’Università Bocconi, e Marco Bellezza, amministratore delegato di Infratel Italia, c’era Paolo Campoli, VP & Head of Global Service Provider di CISCO, che è intervenuto nel talk dal titolo “L’Italia connessa” moderato dalla vicedirettrice di StartupItalia, Chiara Trombetta.
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Hybrid work: un futuro che è già realtà
Una finestra sull’Italia digitale che verrà. Un futuro che si fa oggi e che sarà, sempre più, ibrido. “L’hybrid work è già realtà e lo sarà ancora di più nei prossimi anni, con una stima del 98% dei meeting che avverrà con almeno uno dei partecipanti connesso da remoto. E’ fondamentale, per il Paese, la connettività perché se l’hybrid work porterà a una maggiore potenzialità del mercato, una rete sicura e facile da utilizzare sarà essenziale”, ha affermato Paolo Campoli durante il talk “L’Italia Connessa” a SIOS21 Winter Edition. Il modello di interazione con l’hybrid work è già cambiato e sempre più si evolverà. Per questo è importante non far mancare alcuni pilastri che, a detta del VP & Head of Global Service Provider di Cisco, saranno sempre più centrali: “Durante l’emergenza pandemica, in 2 settimane, le persone sono state costrette ad adattarsi al lavoro da remoto. Questo ha incentrato l’attenzione sul fatto che il problema principale non sono i tools, che ci sono, ma il mantenimento di un rapporto inclusivo con l’ambiente di lavoro – ha affermato il dottor Campoli – Quando si torna all’ambiente ibrido, chi partecipa da remoto deve essere empaticamente coinvolto; la rete ci deve essere. La capacità delle piattaforme di creare contatto visivo ed esperienza immersiva è essenziale, e la possibilità dei tools, assieme alla rete, di capire quando le prestazioni degradano, evitando fenomeni di squadrettamento e disturbi legati a fastidi audio e video, anche. Una rete che si adatta diventa, quindi, fondamentale per rendere più fruibile e consona la stessa natura umana”.
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Internet: 23 anni di evoluzione digitale alla velocità della luce
Sembra impossibile, eppure la maggior parte di coloro che adesso stanno leggendo si ricorderà i 10 minuti di attesa per il caricamento di Google; il caratteristico suono squillante dei vecchi modem mentre cercavano di stabilire la connessione web. Sembra incredibile, eppure sono passati poco più di 10 anni da quelle infinite attese. 10 anni che hanno rivoluzionato il digitale e le nostre stesse vite. “Internet era difficile da utilizzare; si poteva solo andare online. Un PC aveva 128 mega di memoria mentre oggi 128 giga non sono tanti per un computer – ricorda Campoli – La memoria è migliorata 1.000 volte mentre la rete di 50.000 volte in 23 anni e quello di cui, oggi, c’è necessità, è un network di reti semplici, pervasive e intrinsecamente sicure. Una volta tutti gli indirizzi Internet erano su un libretto di 20 pagine; che si chiamava “Internet Yellow Pages”. 20 pagine che contenevano tutti i siti web”. Un ricordo che sembra così lontano dalla nostra realtà ma che, invece, risale, appunto a circa 20 anni fa, per rimembrare quanto la tecnologia in un tempo imbarazzantemente strettissimo sia stata in grado di rivoluzionare la vita. E così sarà anche nel prossimo futuro.