Al momento in Italia la normativa non è stata aggiornata per fare spazio alle nuove tecnologie
Se gran parte della nostra vita gode ormai di una estensione virtuale, tra domicili digitali, pec, SPID e firme apposte con un clic, molto presto anche la nostra… ehr… morte, potrebbe fare altrettanto. L’idea è venuta a una startup, dal nome piuttosto evocativo, Lastello (graficamente reso Last hello, ogni scongiuro è permesso), che propone un testamento digitalizzato, garantito dall’onnipresente, anche in punto di trapasso, blockchain.
Una procedura online guidata da un wizard intelligente, spiegano da LastHello, aiuterà il testatore nel corso della compilazione delle sue ultime volontà attraverso semplici domande. Durante il processo digitale, il documento sarà validato dalla procedura informatica e creata secondo le norme di compilazione.
Ha valore il testamento con blockchain?
Al momento, però, il testamento digitale in Italia non esiste, perciò l’utente dovrà trascrivere di proprio pugno quanto predisposto dal programma e firmare il testo per ottenere un testamento olografo a norma di legge. Ricordiamo che il codice civile richiede, all’art. 602, che il testamento olografo sia scritto per intero, datato e sottoscritto di mano del testatore. La sottoscrizione deve essere posta alla fine delle disposizioni. Se anche non è fatta indicando nome e cognome, è tuttavia valida quando designa con certezza la persona del testatore. La data deve contenere l’indicazione del giorno, mese e anno. La prova della non veridicità della data è ammessa soltanto quando si tratta di giudicare della capacità del testatore, della priorità di data tra più testamenti o di altra questione da decidersi in base al tempo del testamento.
Per garantire la data di compilazione dell’atto e le volontà in esso contenuto, e quindi renderlo “a prova di contraffazione”, con Lastello sarà possibile caricare il testamento sulla blockchain di Ethereum. Occorre comunque ricordare che qualsiasi testamento olografo, anche non caricato su blockchain, con data successiva, prevalrebbe, secondo le regole del Codice Civile che vogliono che le volontà più recenti nel tempo sostituiscano quelle predisposte in documenti precedenti.
Non solo: va sottolineato che, per avere le garanzie massime circa il fatto che le proprie volontà vengano rispettate, al momento la legge prevede due vie: il deposito del testamento olografo dal notaio, che verrà aperto alla morte del testatore, oppure direttamente il testamento pubblico (art. 603 cc), anche se è l’opzione più costosa. Del resto, ogni anno, fanno sapere da Lastello si compilano 80.000 di testamenti, circa il 13% della popolazione vuole assicurarsi che le proprie volontà siano rispettate, per un giro d’affari di 30 milioni di euro: un mercato che, soprattutto se la normativa vigente cambiasse, aprendo ai formati digitali, sempre più realtà innovative vorrebbero far proprio.