«Ho iniziato a leggere Asimov a 14 anni. Il primo libro che mi ha fatto dire “wow” è stato La storia infinita di Ende. Da lì forse ho capito che cosa mi piaceva. La fantascienza è legata alla tecnologia. Io volevo sempre vedere fin dove si spingeva l’immaginazione e, a dirla tutta, per me non era mai abbastanza. Ma forse non avrei mai immaginato che cosa sarebbe riuscita a fare l’Intelligenza reale nel mondo vero». Nuova puntata della rubrica “Italiani dell’altro mondo”. Siamo in Svizzera, a Lugano, dove Katya Vettorello vive da oltre vent’anni insieme alla famiglia dopo essersi trasferita da Cinisello Balsamo, dove è cresciuta.
Nella descrizione di LinkedIn si presenta come una visual artist. Appartiene a una categoria – i creativi – che spesso viene descritta come imbufalita di fronte all’avanzare dell’AI. Lei, invece, ne è entusiasta. «Pur essendo così proiettata in avanti come mentalità non avrei mai immaginato quel che è in grado di fare Midjourney. Ricordo ancora quando l’ho scoperto: era l’8 luglio del 2022, mi trovano in aeroporto con mia figlia. Mi sono detta: ci sarà un prima e un dopo».

Cresciuta a D&D e Magic
Katya Vettorello, classe 1974, l’ha sbandierato pure nel suo sito personale: è una nerd. World of Warcraft, D&D, le Magic, dite un nome di una qualunque cosa geek che abbia monopolizzato gli anni di vita di un adolescente e lei probabilmente dirà “io c’ero”. Studi in ragioneria – «Nulla di più distante da me» – ha sempre vissuto in mezzo ai libri. «Mio padre lavorava in Garzanti come tipografo. A casa c’erano sempre libri in giro». Tra i suoi autori di riferimento c’è anche Tolkien. «Dopo ragioneria, gli studi sono proseguiti in ambito artistico, come Graphic & Visual Designer».

Appassionata di pittura fin da bambina, ha affiancato a queste passioni – arte e lettura – anche quella più tech, nel mondo del web design. «Ho iniziato a lavorare in una software house facendo assistenza agli ISP su software per l’amministrazione della rete. Avevo imparato da autodidatta ed è lì che ho conosciuto mio marito». Era un altro mondo, con internet definito dai più come un divertimento da nerd. Lo scoppio della bolla a inizio millennio ha confuso ancora di più le idee di chi lo dava per spacciato.

«Gli studi sono confluiti nell’apertura di una agenzia con servizi di web design e grafica. Facevo parte del forum di Photoshop Italia e, all’epoca, si facevano pure i raduni», da bravi nerd. «Una delle persone che abbiamo conosciuto ha suggerito a mio marito di mandare il cv per un’azienda in Svizzera». Entrambi non avevano ancora 30 anni e così hanno deciso di cambiare, spostandosi di qualche ora d’auto.

La Svizzera, un posto ideale per chi?
In oltre 20 anni trascorsi in Svizzera Katya Vettorello ha maturato un’idea chiara di cosa significa lavorare nel Paese elvetico. «I settori che spingono sono il farmaceutico e il bancario. Ma per l’ambito creativo non la suggerirei come destinazione e mi riferisco al Canton Ticino. Zurigo e Basilea sono altre realtà. Qui ci sono pochi licei e tantissime scuole professionali perché il tessuto aziendale è composto da parecchie PMI».

La scoperta dell’AI per lei è stata una epifania. «Mi sono detta: basta col web design. Io questa tecnologia l’ho voluta fin da subito nel mio lavoro. Fortunatamente sono sempre stata una persona capace di reinventarsi». Dunque l’Intelligenza artificiale nell’arte non pone soltanto problemi. «Ciò che fa la differenza è la progettazione e la competenza. Anche il coding è arte. Con l’AI generativa tanti miei colleghi registi e filmaker fanno cose pazzesche. Perché hanno un background e skill che sfruttano».
Secondo la visual artist l’AI «è uno strumento e non un servizio». E che dire del rischio plagio con l’AI addestrata su milioni di immagini? «Si copia da sempre nell’arte per emulare, per imparare, per omaggiare. Il problema è fare qualcosa di tuo quando hai imparato a copiare. Stai progettando quel che vuoi realizzare? Quella è la domanda».

Nelle scorse settimane ha fatto notizia la ghiblizzazione di migliaia di immagini che sui social hanno fatto pubblicità gratis al nuovo aggiornamento di ChatGPT, capace di rielaborare qualsiasi foto nello stile inconfondibile dello Studio Ghibli. «L’ho vissuto come qualcosa di vergognoso. Quando lo stesso Altman ha messo come proprio profilo X la foto modificata mi sono detta che la parte etica e il rispetto della componente stilistica sono venuti meno». E quali sono gli strumenti immancabili per un artista digitale? «Considerando l’evoluzione direi che bisogna aver accesso a un aggregatore come Freepik. Ti permette di aver accesso agli ultimi modelli. Così ci puoi giocare».