Da Odeo fino all’IPO, dai problemi sulle entrate fino al citizen journalism. Il social dei cinguetti non è mai stato il più amato (e utilizzato). Ripercorriamone i passaggi principali
Twitter non è il social network più utilizzato, ma l’interesse di Elon Musk nell’acquisire la società un tempo guidata dall’amico Jack Dorsey ha rianimato il dibattito attorno ai post cinguettanti. Non sappiamo quale sarà il suo futuro ora che l’azienda starebbe per passare nelle mani di uno degli uomini più ricchi del mondo. Possiamo però ripercorrerne i capitoli principali, fin dalla fondazione. Ecco dunque la storia di Twitter prima di Musk.
Anche Twitter ha la sua epopea di origine e tira in ballo una delle società più capitalizzate al mondo. Era il 2005 quando Apple aveva deciso che avrebbe aggiunto una sezione podcast nella propria libreria di iTunes. All’epoca Odeo era una delle realtà leader nel settore e temeva che la competizione di Cupertino si sarebbe tradotta in un bagno di sangue. Così la società cofondata nel 2004 da Evan Williams, Biz Stone e Noah Glass ha voluto fare pivot. Cambiare strategia per sopravvivere. A quasi vent’anni di distanza ci si ricorda del progetto Twitter come di un brainstorming dal quale è uscita un’idea brillante.
Twttr, le origini
Nella riunione del team Odeo si è fatta notare l’idea del giovane Jack Dorsey su un sistema di messaggistica SMS per comunicare con un piccolo gruppo. Battezzata l’idea con il nome Twttr, il 21 marzo del 2006 il futuro amministratore delegato dell’azienda ha postato il primo cinguettio (“just setting up my twttr”). In meno di un anno, grazie alla partecipazione a conferenze, eventi tech e alla crescita della base utenti, il progetto ha ricevuto il sostegno da parte del settore Venture Capital e nel 2007 si è costituita la società.
just setting up my twttr
— jack (@jack) March 21, 2006
Correvano gli anni pionieristici dell’ecosistema social. Se l’impennata degli utenti era sotto gli occhi di tutti – nel 2009 su Twitter +1300% – rimaneva da capire come rendere la piattaforma profittevole. Se avete visto il film “The social network” in cui si ripercorrono le origini di Facebook, ricorderete che il capitolo entrate è un tasto delicato per siti che, all’epoca, erano in rapida crescita negli USA e nel resto del mondo. Avrebbero però raggiunto la sostenibilità economica? Su quel versante Twitter ha inaugurato i Promoted Tweets.
I social e la nuova politica
Negli anni in cui Twitter stava emergendo, cresceva dal basso anche un nuovo stile di comunicazione politica. La prima campagna elettorale di Barack Obama per diventare presidente degli Stati Uniti ha puntato sia sull’attivismo dei volontari sul territorio, sia su un sapiente utilizzo delle piattaforme. Oggi ritenuti metriche eloquenti sul successo di un politico, il seguito social e la capacità di generare dibattito ed engagement davano in chiaro vantaggio il candidato democratico contro lo sfidante John McCain. Twitter è ancora oggi uno dei social preferiti dagli stakeholder, dai politici e da nicchie specifiche del settore innovazione (come Bitcoin).
Citizen journalism
All’inizio degli anni Dieci del nuovo millennio Twitter è tornato al centro del dibattito politico perché tra le piattaforme più utilizzate dai giovani in Medio Oriente. Le primavere arabe e l’ondata di rabbia proveniente dalla popolazione contro crisi e povertà hanno trovato in Twitter un potente mezzo di espressione contro le dittature. A più di dieci anni di distanza, quel ruolo nel dibattito pubblico non è stato certamente sufficiente per spingere i paesi su una via democratica. D’altra parte, come sottolineato di recente da Musk, il social ha favorito la diffusione del cosiddetto citizen journalism. Bastava uno smartphone e una connessione – e ovviamente trovarsi nel posto giusto al momento giusto – per dare un contributo e creare contenuti di valore.
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I grandi eventi che hanno scosso il mondo trovavano sempre di più sui social lo spazio per raggiungere in pochi secondi ogni angolo del pianeta. Tra i casi più eclatanti per Twitter ricordiamo quello del 15 gennaio 2009. Janis Krums, passeggera di un traghetto per pendolari, ha postato la foto dell’atterraggio d’emergenza dell’US Airways 1549 sul fiume Hudson a New York. L’immagine è stata caricata su Twitpic.com, un servizio di hosting di foto per gli utenti di Twitter, divenendo subito virale.
L’IPO, nonostante tutto
Ancora lontana dall’esser redditizia, Twitter è riuscita a quotarsi nel settembre 2013, con una IPO che le ha permesso di raccogliere quasi 2 miliardi di dollari a una valutazioni di 31 miliardi. Nonostante questo, non è mai riuscito a sfidare i giganti: prima Facebook, poi Instagram e TikTok hanno sempre viaggiato a velocità diverse. Nel 2015 l’azienda di Jack Dorsey non aveva ancora maturato profitti e l’anno successivo ha attivato il cambiamento più radicale della piattaforma: invece di un feed cronologico, in cui l’utente vedeva i post dal più recente in giù, l’azienda ha sposato la logica algoritmica. Il feed cambiava ed evolveva in base all’utente e ai suoi interessi. Il passaggio ha aumentato le interazioni, ma ha contribuito a generare quello che si notava già su Facebook: bolle informative e maggior diffusione di fake news.
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Bannare Trump
A dieci anni dalla fondazione, Twitter è diventato redditizio nell’ultimo trimestre del 2017 (330 milioni di utenti mensili). L’altro fatto eclatante degli ultimi tempi ha riguardato la decisione di bannare per sempre l’ex presidente Donald Trump da Twitter. L’allora capo della Casa Bianca amava utilizzare il social dove contava decine di milioni di follower, dettando l’agenda, diffondendo post infuocati e attaccando gli avversari. Pochi mesi dopo la vittoria di Biden alle presidenziali del 2020, Trump non aveva ancora riconosciuto la sconfitta. L’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021 è stata la proverbiale goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Tutti i social, Twitter in primis, hanno deciso di bannare Trump reagendo in maniera tardiva a uno stile comunicativo che non si poteva dire non avesse fatto la fortuna della piattaforma, con pioggia di commenti, like e ricondivisioni a ogni post. Dopo quel passaggio, Jack Dorsey è rimasto amministratore delegato di Twitter fino al novembre 2021, lasciando le redini a Parag Agrawal, fino a quel momento CTO. Il resto è storia recente, che abbiamo riassunto in questo articolo. Nel 2022 Musk ha investito in Twitter per poi fare la sua offerta: comprarsi tutto per 44 miliardi di dollari. Sarà davvero la volta buona?