L’interim sarà gestito da Brian Acton, cofounder di WhatsApp
Moxie Marlinspike, founder e amministratore delegato di Signal, ha annunciato le proprie dimissioni. Entro il prossimo mese l’app di messaggistica di cui molto si era parlato lo scorso anno mentre il mondo tech rumoreggiava attorno al cambio di termini e condizioni di WhatsApp (Elon Musk aveva dato una spinta consistente ai download di Signal), la società comunicherà la nuova guida. Nel frattempo l’amministratore delegato ad interim sarà Brian Acton, cofondatore di WhatsApp, in attesa di un passaggio di consegne. «Ho parlato con dei candidati negli ultimi mesi, ma voglio allargare la ricerca con questo annuncio per trovare la persona migliore per il prossimo decennio di Signal», – ha scritto Marlinkspike invitando chiunque (creda di averne le capacità) a candidarsi a nuovo amministratore delegato.
Le dimissioni annunciate del Ceo di Signal si aggiungono ad altre operazioni simili che hanno interessato l’ecosistema tecnologico. Poche settimane fa Jack Dorsey ha lasciato il testimone a Parag Agrawal, nuova guida di Twitter; lo scorso anno Jeff Bezos ha ceduto lo scettro di Amazon ad Andy Jassy; e di recente anche OnlyFans ha individuato la sua nuova Ceo, Amrapali Gan. E in molti, tra esperti del settore e critici, si sarebbero aspettati perfino le dimissioni di Mark Zuckerberg (che invece ha rilanciato il gruppo di Menlo Park, divenuto Meta).
Come vi avevamo spiegato al tempo dell’hype attorno a Signal, l’app di messaggistica (40 milioni di utenti mensili) è open source e disponibile per sistemi Android e iOS. Sfrutta la crittografia end-to-end per l’invio di messaggi, immagini e audio. Ma quel che forse non è mai emerso del tutto è che questa realtà si configura come non profit. Non ha pubblicità sulla piattaforma, si regge in piedi grazie a donazioni. Il giornalista Casey Newton ne ha parlato nella sua newsletter Platformer, spiegando che tra gli impegni principali del nuovo Ceo di Signal ci sarà senz’altro l’aumento dei donatori. Ma non è tutto. Nella questione si è inserita anche la scelta di Signal di percorrere la strada delle criptovalute.
Come si legge su TechCrunch, le dimissioni di Marlinkspike sembrerebbero collegate alle attività di quest’ultimo dentro MobileCoin, startup di cui è advisor e che nei mesi scorsi aveva iniziato a integrare dentro Signal. Come succede a molte altre app di messaggistica (e non solo), simili piattaforme prevedono anche la possibilità di inviare e ricevere denaro. Nello specifico MobileCoin – che la scorsa estate ha raccolto un round Serie B da 66 milioni di dollari – sarebbe lo strumento con cui Signal vorrebbe introdurre i pagamenti crypto.
È da più di un anno che l’app tenta questa strada, anche se lo stesso Newton l’ha definita rischiosa (quasi un giocare con il fuoco), documentando anche lo scetticismo di alcuni dipendenti. «Ciò che distingue lo sforzo di Signal – ha scritto il giornalista – è la combinazione di crittografia end-to-end nella messaggistica e una servizio crypto con caratteristiche di privacy progettate per rendere anonime le transazioni». Il prossimo Ceo di Signal dovrà capire come e se continuare su questo percorso, cercando di non inciampare in questioni normative ora che i regolatori hanno gli occhi puntati sul mondo crypto.