In vista delle elezioni del 25 settembre abbiamo intervistato un esperto per capire come (e se) i principali leader stanno utilizzando il social network di ByteDance
I social network non sono più un’opzione da parecchio tempo. Chi fa politica deve saperli usare, soprattutto in vista di una campagna elettorale. Domenica 25 settembre in Italia si voterà per le Politiche, con gli elettori chiamati a rinnovare il prossimo Parlamento dopo la riduzione del numero dei rappresentanti (saranno 400 deputati e 200 senatori). Moltissimi esponenti utilizzano da anni Facebook e Twitter; altrettanti sono seguiti su Instagram e una ristretta minoranza ha sperimentato Twitch. Ma che dire di TikTok? Il centro destra è ben rappresentato, con Silvio Berlusconi che ha pubblicato il suo primo video poche ore fa. Nessun leader del centro sinistra invece ha un profilo ufficiale; Conte è attivo per il Movimento Cinque Stelle, così come Calenda per il Terzo Polo. Ci siamo fatti aiutare da Marco Cacciotto, consulente politico e docente di Marketing politico all’Università di Torino, per capire qual è il linguaggio utilizzato dai candidati su TikTok.
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«La difficoltà per un leader, così come per qualunque candidato, sta nel tramutare la comunicazione politica nel linguaggio di TikTok – ci ha spiegato Cacciotto -. Finora i vari tentativi sono stati abbastanza zoppicanti». Tra un attimo, quando passeremo in rassegna i principali leader presenti (e non) sulla piattaforma, evidenzieremo insieme all’esperto le modalità e gli approcci al mezzo. Ma fin da subito c’è un suggerimento a tutti i partiti. «Avrebbero tanti giovani che sanno utilizzare TikTok: si facessero aiutare». Ma fa bene il centro sinistra a lasciare il campo al centro destra? Anche soltanto per non sbagliare e inciampare nei meme? «Quando uno strumento diventa così forte, non puoi non esserci. Magari a livello di partito, o con i candidati giovani. Su TikTok servono battaglie sui grandi temi, come i diritti».
Centro destra
- Giorgia Meloni, la leader di Fratelli d’Italia, finora ha pubblicato più di 50 video sul proprio canale di TikTok, seguito oltre 100mila follower. I Mi piace complessivi sfiorano il mezzo milione. In molti dei suoi contenuti viene ribadito il concetto di “Pronti per…”, lo slogan scelto dal partito in vista delle Politiche 2022. Su TikTok la candidata non attacca tanto gli avversari, ma privilegia i contenuti del programma. «La Meloni – ha spiegato Cacciotto – è coerente con la strategia del Pronti. Deve superare dubbi e paure nei confronti suoi, dando una forma istituzionale. È senz’altro la più coerente dei politici da questo punto di vista col proprio messaggio e non sceglie di buttarla in polemica».
- Matteo Salvini, il leader della Lega, ha molti più follower e mi piace di Giorgia Meloni su TikTok: rispettivamente oltre 530mila e quasi 7 milioni. Una prima ragione potrebbe essere il fatto che l’ex ministro dell’Interno è sul social di ByteDance da più tempo della collega di coalizione. Rispetto alla Meloni, che comunque ha pubblicato alcuni video per criticare il centro sinistra ma è più concentrata sul proprio programma, Salvini utilizza TikTok anche per attaccare avversari come Elsa Fornero (ex ministro del Lavoro durante il governo Monti), il segretario del PD, Enrico Letta, e Lucia Azzolina (ex ministro dell’Istruzione durante il primo governo Conte). «Salvini – ha detto Cacciotto – continua a impostare la propria comunicazione sul messaggio “sono uno di voi”. Però io continuo a sostenere che questa non sia una comunicazione così efficace per chi vuole essere un leader».
- Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia, come abbiamo anticipato è appena sbarcato su TikTok. «La prima cosa che si nota guardando il video di lancio è la sua solita ambientazione, molto in stile televisivo. Ha usato molto l’ironia e le statistiche. Ci sta, devo dire: prova ad aprire il canale e magari confezionerà contenuti rivolti ai giovani come ha promesso. Secondo me sfrutterà molto il suo lato pop, con battute. Non è il suo mezzo, è chiaro, ma se aiutato è sicuramente uno che sa usare tutto ciò che è pop. Può funzionare più di politici che hanno 30 anni meno, ma che sono molto più seriosi».
Centro sinistra
- Enrico Letta, segretario del Partito Democratico, non è presente con un profilo ufficiale su TikTok. Il Partito Democratico però ha aperto il profilo, tra l’altro nelle stesse ore in cui compariva Berlusconi. Il primo contenuto è dedicato ad Alessandro Zan, che parla di diritti.
- Angelo Bonelli, portavoce di Europa Verde, non è presente con un profilo ufficiale su TikTok.
- Luigi Di Maio, leader di Impegno Civico e ministro degli Esteri uscente, non è presente con un profilo ufficiale su TikTok.
“Non lascerei mai il campo completamente agli avversari”
Sorprende che nessuno dei leader del centro sinistra sia attivo su TikTok. «Credo che ci sia, di nuovo, una difficoltà culturale ad adattarsi al mezzo del momento – ha spiegato il consulente -. Facevano fatica a usare la tv quando Berlusconi dominava; lo stesso è successo con i social network. Ma, ripeto, non lascerei mai il campo completamente agli avversari».
Movimento Cinque Stelle
Giuseppe Conte, presidente del Movimento Cinque Stelle, ha oltre 230mila follower e 2 milioni di Mi piace su TikTok. Guardando alla galleria di video pubblicati, emerge una tendenza, ovvero quella di attaccare soprattutto il partito di Fratelli d’Italia. «Alcuni dei suoi ultimi video iniziano con un avvertimento. “Occhio ragazzi!”. Si tratta senz’altro di un meccanismo per attirare l’attenzione, per suggerire all’utente che gli sta per arrivare un’informazione utile. È un meccanismo che sui social non è inefficace».
Terzo Polo
- Matteo Renzi, leader di Italia Viva, non è presente con un profilo ufficiale su TikTok.
- Carlo Calenda, leader di Azione, è presente su TikTok ed è stato l’unico tra i principali leader a inaugurare la propria presenza sul social network con un video di presentazione. E proprio in merito a quest’ultimo (lo potete vedere qui) Cacciotto ha fatto un parallelismo col passato, mostrando quanto la storia, a volte, si ripeta. «Calenda presentandosi su TikTok ha detto che non sa ballare e non sa dare consigli di make-up. Mi ha ricordato Mario Scelba, Ministro dell’Interno, nel momento in cui iniziava il suo intervento televisivo a Tribuna Politica nel 1960 e spiegava la propria difficoltà con quel mezzo di comunicazione (qui potete rivedere quella puntata, ndr). Forse Calenda pensava di risultare autoironico, ma in realtà ha evidenziato l’estraneità al mezzo».