SoftBank, una delle holding giapponesi più importanti al mondo e specializzata nell’investimento in capitale di rischio, ha annunciato i propri piani sull’intelligenza artificiale. Come riporta Bloomberg il Ceo Masayoshi Son (in foto di apertura insieme all’ex presidente USA Donald Trump) ha intenzione di raccogliere 100 miliardi di dollari per finanziare una nuova impresa legata alla produzione di chip per l’intelligenza artificiale. In un contesto geopolitico incerto, dove il fund raising resta complesso per le startup, l’AI è forse uno dei pochi ambiti in cui chi ha capitale a disposizione è disposto a rischiare.
Perché sono importanti i chip per l’AI?
Da quanto OpenAI ha pubblicato e reso disponibile a tutti ChatGPT l’intelligenza artificiale è divenuta senz’altro più diffusa. Questo comporta un utilizzo più ampio e una conseguente capacità di calcolo che deve reggere la domanda. Le applicazioni di AI richiedono una grande quantità di potenza computazionale e i chip specializzati come i GPU (Graphics Processing Units) e i TPU (Tensor Processing Units) sono progettati per eseguire queste operazioni complesse più velocemente ed efficientemente rispetto ai chip general-purpose, accelerando così l’elaborazione e l’analisi dei dati.
Il nome in codice di questa nuova venture di SoftBank è Izanagi e collaborerà con Arm, società controllata sempre da SoftBank e specializzata nel settore dei semiconduttori. 70 miliardi dei 100 complessivi che Masayoshi Son intende raccogliere proverranno da investitori con sede in Medio Oriente, a dimostrazione di quanto quell’angolo di mondo voglia giocare un ruolo da protagonista nelle innovazioni future.
Le previsioni di SoftBank sull’AI
Come ricorda TechCrunch al momento il comparto dei chip è dominato da Nvidia, senza contare il ruolo vitale che ricoprono società come TSMC e l’intero ecosistema di Taiwan. Di recente su StartupItalia vi abbiamo raccontato dei piani di Sam Altman, il Ceo di OpenAI, che avrebbe l’intenzione di raccogliere 7 trilioni di dollari per costruirsi chip di AI direttamente in house.
Insomma la competizione è globale e potrebbe generare un notevole giro di investimenti. Nel 2023 Masayoshi Son si è infine esposto prevedendo che entro dieci anni l’AGI, ossia l’artificial general intelligence, supererà di dieci volte l’intelligenza umana.