Da una software house polacca la fiction su un ospedale psichiatrico
Il disastro nucleare di Chernobyl, 35 anni fa, è uno dei fatti che ha segnato la coscienza civile e politica del secolo scorso. Da allora molto è cambiato nell’immaginario collettivo. Quella terribile pagina di storia sovietica, che ha spinto oltre 350mila persone lontane dalle proprio case in una migrazione forzata, ancora oggi continua a ispirare trame e, purtroppo, speculazioni. Tutti abbiamo visto almeno una foto scattata nei luoghi disabitati della tragedia e gettata in pasto ai like di Instagram. Forse è meglio rifugiarsi nella fiction, per conoscere più da vicino un fatto storico attraverso una diversa lente narrativa. SWAN: Chernobyl Unexplored è disponibile su Nintendo Switch con un videogioco horror in prima persona che ci immerge in un sottosopra molto, ma molto più inquietante di quello alla Stranger Things. Scoprite di più nella nostra recensione.
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SWAN: Chernobyl Unexplored, la recensione
SWAN è un acronimo e sta per syndromes without a name. Nel video introduttivo del titolo sviluppato dalla software house di Varsavia Volframe ripercorriamo alcuni dei momenti successivi al disastro del reattore 4 della centrale di Pripyat, in Ucraina. Immagini dell’epoca mostrano il disastro, ma la voce narrante getta un’ombra ulteriore su un angolo di mondo che sembra abbandonato da Dio. La trama della fiction ci porta a scoprire l’esistenza di una struttura segreta, dove scienziati e dottori hanno rinchiuso pazienti irrecuperabili, sulla cui psiche le radiazioni hanno avuto un effetto devastante e senza alcuna spiegazione razionale.
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SWAN: Chernobyl Unexplored vuole proporre un viaggio in prima persona all’interno di questo ospedale psichiatrico abbandonato. Il risveglio è ormai un cliché in titoli del genere: al buio, con una torcia per terra poco distante da noi. Ha inizio così l’esplorazione di un edificio dove nulla è rassicurante. Perfino le stanze più illuminate e arredate con oggetti che ci ricordano la quotidianità – quadri, televisori, telefoni, poster – trasmettono ansia. Non sappiamo molto sul protagonista e non vogliamo comunque rovinarvi nulla sulla trama di fondo.
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Come tutti gli horror in prima persona che abbiamo recensito su StartupItalia il gameplay si basa principalmente sull’esplorazione e sulla soluzione di puzzle, più o meno originali. Porte che vanno aperte e ingranaggi da fare funzionare. In SWAN: Chernobyl Unexplored paura e inquietudine vengono generate con grande efficacia, al punto che qualche volta siamo inciampati in un jump scare. Non pensiate però che dietro a ogni angolo ci sia un pazzo armato con tanto di ghigno assassino. Alla fine vi stanchereste: e infatti è più la nostra paura auto indotta a farci compagnia passo dopo passo.
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SWAN: Chernobyl Unexplored è un videogioco che non maltratta la memoria di un episodio devastante, nè ci specula. La follia è uno degli argomenti letterali, cinematografici e videoludici più fertili di idee. Non è la prima volta che un fatto storico viene sfruttato per inscenare la vita di singoli, che fanno i conti con i propri incubi senza che il mondo se ne curi o possa farci caso. Su Chernobyl tanto si è scritto e visto: con prodotti simili, forse, possiamo ricordarci che tragedie del genere hanno lacerato la vita di persone che da quel giorno non sono sono state più le stesse.