La sonda è pronta a partire alla scoperta dei misteri del pianeta più vicino al Sole. Il lancio previsto nella notte tra venerdì 19 e sabato 20 ottobre
A poche ore dal lancio – in programma per le 3.45 della notte tra venerdì 19 e sabato 20 ottobre – fervono gli ultimi preparativi a Kourou: lo spazioporto europeo in Guyana Francese da cui partirà Bepi Colombo.
La sonda, frutto della collaborazione tra ESA (agenzie spaziali europea) e Jaxa (agenzia spaziale giapponese), affronterà un viaggio di sette anni ed effettuerà nove voli interplanetari per un totale di nove miliardi di chilometri prima di giungere alla sua meta, Mercurio, il pianeta di tipo terrestre più piccolo e meno esplorato del Sistema Solare.
Perché Bepi Colombo?
La missione, a cui è stato dato il nome dello scienziato spaziale italiano Giuseppe (detto Bepi) Colombo, che dette importanti contributi allo studio di Mercurio, ha appunto come obiettivo lo studio del pianeta più interno del Sistema Solare: ovvero quello più vicino alla nostra stella. Così, dopo due missioni a guida statunitense – Mariner 10, lanciata il 3 novembre 1973, e Messenger, primo artefatto umano ad entrare in orbita attorno al pianeta, terminata nel 2015 – è la volta della prima missione europea verso uno dei pianeti meno conosciuti del nostro sistema planetario.
Nato a Padova nel 1920 e scomparso per un tumore nel 1984, brillante matematico con una cattedra all’Università di Padova, già negli Anni ’60 Giuseppe Colombo aveva intuito, sulla base di ragionamenti di meccanica celeste, il vero periodo di rotazione di Mercurio: 58,65 giorni, cioè due terzi esatti del periodo di rivoluzione intorno al Sole. In pratica, ogni due orbite Mercurio compie tre giri su sé stesso.
Due orbiter scientifici compongono Bepi Colombo
Bepi Colombo è composta da due orbiter scientifici: il Mercury Planet Orbiter (Mpo) dell’ESA e il Mercury Magnetospheric Orbiter (Mmo) della Jaxa. Nel dettaglio Mmo avrà il compito di studiare l’ambiente magnetico di Mercurio, l’interazione del vento solare e la composizione chimica della parte più esterna della sua atmosfera. Mpo invece studierà la superficie del pianeta attraverso sorvoli a distanza ravvicinata.
Tutti e due partiranno inscatolati nel Mercury Transfer Module (Mtm) dell’Agenzia Spaziale Europea, per poi procedere ciascuno per la propria orbita attorno a Mercurio. Mtm utilizzerà sia la propulsione ionica che quella chimica, in combinazione con la fionda gravitazionale fornita da Terra, Venere e Mercurio, per portare i due orbiter della scienza abbastanza vicini a Mercurio. Successivamente l’orbiter dell’ESA userà i suoi piccoli propulsori per indirizzare Mmo nella sua orbita ellittica attorno a Mercurio, prima di separarsi e discendere verso la propria orbita, più vicina al pianeta.
La missione vede un sostanziale contributo dell’Agenzia Spaziale Italiana, responsabile dei 4 esperimenti scientifici Isa, Serena, More e Simbio-Sys (su 11), dell’Istituto nazionale di astrofisica (INAF) e del mondo industriale italiano, con Thales Alenia Space alla guida di 35 aziende europee.
Il razzo Ariane 5
Una volta completata la fase di separazione dal razzo Ariane 5, il team del centro ESA Esoc di Darmstadt in Germania prenderà il controllo e invierà comandi alla sonda per portarla alla modalità operativa normale, un processo denominato Launch and Early Orbit Phase (Leop) che avrà una durata di quattro giorni. Durante questo periodo i tecnici valuteranno lo stato di salute di Bepi Colombo, dei suoi strumenti e dei sistemi di controllo.
Tutto questo, per permettere di rispondere a una serie di domande ancora irrisolte riguardo Mercurio: il campo magnetico, ma anche forma, struttura, geologia, origine ed evoluzione del pianeta.