Gli Emirati Arabi si sono lanciati nella loro prima missione interplanetaria. Ma sono in buona compagnia
Non c’è solo Elon Musk ad aver puntato gli occhi sul Pianeta Rosso. Da domenica anche gli Emirati Arabi Uniti hanno avviato la loro prima missione interplanetaria con il lancio del razzo Hope, dal Tanegashima Space Center in Giappone. L’operazione non ha riscontrato problemi e secondo il cronoprogramma l’arrivo nell’orbita di Marte è previsto per il febbraio 2021. Si tratta della prima esperienza del paese mediorientale nello spazio e l’obiettivo scientifico è quello di conoscere meglio il pianeta giudicato la nuova frontiera delle esplorazioni in orbita. Ma secondo il bollettino stradale, il cammino verso Marte registra parecchio traffico.
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Tutti su Marte
Come ricorda Tech Crunch, il razzo Hope non sarà il solo sul Pianeta Rosso, visto che luglio si chiuderà con altri lanci in programma. Come quello di Perseverance, il Mars Rover che la NASA ha fatto letteralmente battezzare a un 13enne: su StartupItalia vi abbiamo già raccontato la storia di Alex Mather, il fortunatissimo adolescente che ha scelto il nome – Perseverance, appunto – partecipando a un contest nazionale.
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Tornando al traguardo degli Emirati Arabi, l’operazione verso Marte non ha soltanto un lodevole obiettivo scientifico. L’autocelebrazione di un paese tocca vette altissime quando si parla di ricerca spaziale: lo insegna la storia della conquista dello Spazio e del primo uomo sulla Luna. L’operazione Hope è stata organizzata per raggiungere Marte a febbraio del 2021, l’anno in cui gli Emirati Arabi celebreranno i 50 anni dalla fondazione. Oltre a Emirati Arabi e Stati Uniti, luglio ha in programma anche un lancio cinese. Quello in questione è il primo della Repubblica Popolare verso Marte con la missione Tianwen-1.