Alcuni ricercatori dell’università di Hannover stanno sviluppando un sistema nervoso artificiale: un braccio robotico con dei sensori sulle dita potrà riconoscere i mutamenti al proprio stato e valutare eventuali danni
Permettere ai robot di provare dolore. È il progetto di alcuni ricercatori tedeschi dell’Università di Hannover stanno lavorando su un sistema nervoso artificiale. La notizia è stata riportata dalla BBC. Lo studio, una volta completato, permetterà ai robot di reagire con più prontezza nel caso di potenziali danni ricevuti. Ma potrebbe anche rappresentare anche un’ulteriore sicurezza per gli uomini che li affiancheranno.
La prova con un braccio robotico
Per compiere test ed esami, gli scienziati stanno utilizzando un braccio robotico dotato di sensori particolari sulle dita. Sarà così possibile rilevare sia la pressione che la temperatura di oggetti e superfici toccate. Il sistema farà in modo che il robot possa essere in grado di individuare, riconoscere e classificare i mutamenti imprevisti al proprio stato fisico e valutare i danni eventuali. In pochissimo tempo sarà anche capace di prendere le contromisure più indicate. Una soluzione che potrà così migliorare i riflessi dei robot e che li farà avvicinare ancor di più all’essere umano. Johannes Kuhen, che fa parte del team di ricerca, ha detto alla rivista IEEE: «Il dolore, soprattutto quello causato da fonti artificiali, nasce per proteggerci e per avvertirci che qualcosa non va. Ed è qualcosa che ci consente di allontanarci dalle fonti che ci stanno recando del male».
I neuroni artificiali
I neuroni creati in laboratorio si comporteranno esattamente come quelli umani dedicati alla trasmissione del dolore. Riusciranno, cioè, a trasmettere le informazioni riguardo al tipo e al grado di dolore che il robot dovrebbe provare a seconda del tipo di incidente: leggero, moderato o grave. «Riuscire ad insegnare tutto ciò a un robot è una sfida molto difficile e complicata», ha spiegato Fumiya Iida, professore ed esperto di robotica alla Cambridge University che ha poi aagiunto: «È un passaggio fondamentale per renderli ancora più intelligenti e autonomi. L’apprendimento passa da errori e incidenti. Esattamente quello che accade ad ogni bambino quando scopre il mondo». E impara a conoscere anche il dolore.