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Nato da un progetto di ricerca dell’Università degli Studi della Basilicata, TNcKillers è oggi lo spin-off che ha sviluppato una molecola in grado di far regredire il tumore al seno triplo negativo
Nel Campus di Macchia Romana dell’Università degli Studi della Basilicata, un gruppo di ricerca del Dipartimento di Scienze lavora dal 2015 all’individuazione di una cura per il tumore al seno triplo negativo (TN). Un progetto scientifico che, non a caso, prende il nome di TNcKillers e che è nato grazie alla volontà e all’esperienza della professoressa Carmela Saturnino.
La prof. Saturnino è specializzata nel settore delle scienze farmaceutiche e, durante il suo precedente periodo di docenza nell’ateneo dell’Università degli studi di Salerno, grazie alla collaborazione con l’Istituto dei tumori Pascale di Napoli ha iniziato ad occuparsi dello studio e ricerca di base sugli antitumorali. Oggi TNcKillers ha sviluppato una molecola, intrappolata in una membrana biocompatibile, in grado di bloccare il tumore al seno senza danneggiare le cellule ed evitando l’asportazione dell’organo. A marzo 2018, è diventata un’impresa e i founder, oltre alla Saturnino, fanno parte della squadra Unibas. Sono Giovanni Salzano, Luana Calabrone, Roberto Vassallo, Faustino Bisaccia e Maria Grazia Bonomo. A svelare a StartupItalia! i passi in avanti e quelli in programma di TNcKillers è proprio la professoressa Saturnino, una “donna scienziata” dall’entusiasmo contagioso.
Una cura non invasiva
StartupItalia!: Come agisce la molecola individuata da TNcKillers?
Carmela Saturnino: La soluzione che abbiamo studiato prevede la somministrazione topica, attraverso un’incisione. La molecola è all’interno di una membrana priva di tossicità, perché fatta di policaprolattone, un polimero biodegradabile. Dopo 12 giorni dall’incisione, il tumore regredisce e, a quel punto, la membrana deve essere rimossa, perché non è assorbibile. Ad oggi, è l’unica soluzione esistente che può curare la malattia senza toccare le cellule, evitando così la mastectomia (asportazione del seno), e che non è cardiotossica. Questa scoperta scientifica ci ha permesso di depositare due brevetti, uno nazionale e l’altro internazionale.
SI!: Qual è stata la chiave del successo nelle attività di ricerca?
CS: Quando nel 2015 è iniziata la mia esperienza nell’Università degli Studi della Basilicata, sono entrata come coordinatrice di un gruppo di ricerca multidisciplinare, con competenze che spaziano dalla chimica analitica alla biologia alla farmacologia, e ben bilanciato tra presenze maschili e femminili. Entrambi gli elementi sono stati la chiave del successo delle nostre attività, perché da un lato avevamo internamente le conoscenze scientifiche necessarie per procedere nella ricerca di laboratorio e nella sperimentazione; dall’altro, essendo il tumore triplo negativo una malattia che colpisce principalmente le giovani donne con estrogeni attivi, la componente femminile del team ha dato la motivazione e l’entusiasmo necessari per trovare la soluzione al problema.
Dall’accademia all’impresa
SI!: TNcKillers nasce nel mondo della ricerca. Perché avete deciso di diventare un’impresa?
CS: Lo spirito imprenditoriale è stato acceso dalla partecipazione all’edizione 2017 della business plan competition regionale Start Cup Basilicata. Ogni fase a cui eravamo ammessi ci “gasava”, dandoci anche l’opportunità di acquisire, grazie a sessioni di mentorship, le competenze di base per lo sviluppo di un business plan. Ci siamo resi conto che la nostra scoperta scientifica, per generare valore sociale, doveva essere più visibile e uscire dal laboratorio. Siamo così arrivati sul podio della competition e il premio vinto ci ha permesso di sostenere la spese per la farmacocinetica della molecola e per avviare l’iter di deposito brevettuale. E da marzo 2018, siamo una srl, spin-off dell’Università degli Studi della Basilicata.
SI!: In che direzione sta andando la ricerca e il business di TNcKillers?
CS: Stiamo lavorando su una formula iniettabile della molecola che possa essere associata alla somministrazione topica, in modo da superare il limite dell’assorbimento e della rimozione della membrana. L’obiettivo è quello di sviluppare una soluzione che possa agire sui tumori invasivi, bloccando le metastasi. Continueremo con la nostra attività di ricerca base e, contemporaneamente, ci concentreremo sulla chiusura di accordi con le case farmaceutiche, l’unico canale che può garantire l’applicazione delle nostre scoperte scientifiche sul mercato.