L’imprenditore ha risposto su Twitter a un suo follower che, paralizzato da 20 anni, si è messo a disposizione per gli studi clinici
«Se le cose vanno bene, potremmo avviare i primi test sull’uomo entro quest’anno», ha detto Musk. Come spesso accade, le notizie più importanti vengono rilasciate su Twitter, con una semplice risposta a uno dei suoi tantissimi follower. «Ho avuto un incidente d’auto 20 anni fa e da allora sono paralizzato dalle spalle in più. Sono sempre disponibile per studi clinici a Neuralink», ha confidato Hamoon Kamai con un post su Twitter taggando proprio il CEO di Tesla. Per sua immensa sorpresa, Musk gli ha risposto, spiegando che Neuralink sta lavorando sodo per ottenere tutti i permessi dalla FDA (Food and Drug Administration) e nei prossimi mesi potrebbe fare il primo passo per testare la tecnologia sul cervello umano.
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Neuralink: perché ci occorre un chip nel cervello?
Delle tante iniziative imprenditoriali, quella di Neuralink è forse la più impressionante (sì, molto più di SpaceX e dell’obiettivo di portare l’uomo su Marte). Stiamo parlando di una BCI, brain-computer interface: si tratta di un piccolo dispositivo, come i chip che si vedono nei film di fantascienza, che verrebbe impiantato nel cervello delle persone non per farle diventare cyborg (e nemmeno supereroi), ma per curare malattie. In futuro grazie a Neuralink l’uomo potrebbe anche controllare arti robotici (ma è ancora presto per spingersi fino a questi scenari cyberpunk). La scorsa estate il primo test mondiale è stato fatto su un maiale, di nome Gertrude, ed è stato un successo mediatico per Elon Musk.
Hi @elonmusk, I've been thinking for a long time how to write this to you – but I'll keep it very simply:
I was in a car accident 20 years ago and have been paralyzed from the shoulders ever since. I'm always available for clinical studies at @Neuralink.
Please get in touch!
— Hamoon Kamai (@hamoon__) January 31, 2021
I pericoli dell’AI
Ma non c’è soltanto l’aspetto sanitario nella strategia di Neuralink. L’imprenditore sudafricano, è noto, teme che l’intelligenza artificiale possa dominare l’uomo: lo aveva spiegato in una chiacchierata con Jack Ma (il volto di Alibaba in Cina e, al contrario di Musk, innamorato dell’AI). Con questo chip nel cervello, le persone avrebbero così uno strumento in più per proteggersi e sfruttare l’intelligenza artificiale senza esserne soggiogati.