Tintarella sì, ma con le dovute accortezze. A evitare scottature dolorose (e pericolose) ci pensano dispositivi e app. Per dire addio all’effetto ‘aragosta’ e mantenersi in salute
Limitare l’esposizione solare, soprattutto nelle ore più calde. Utilizzare cappello e occhiali scuri e applicare una protezione adatta al proprio tipo di pelle. Sono queste le raccomandazioni dell’Istituto Superiore della Sanità e AIRC per la prevenzione dei tumori cutanei, i cui principali fattori di rischio sono i raggi ultravioletti UVA e UVB provenienti principalmente dal sole. Ma a proteggere la nostra pelle dai suoi effetti indesiderati ora c’è anche la tecnologia, grazie a una serie di dispositivi che puntano sulla consapevolezza degli effetti non proprio benefici di una errata esposizione ai raggi solari. Un tema piuttosto sentito a causa del costante aumento di casi negli ultimi anni.
QSun, l’ultima novità su Kickstarter
Ha raccolto circa 37mila dollari in un mese con una campagna lanciata su Kickstarter lo scorso marzo e ora è attualmente disponibile su Indiegogo al prezzo (scontato) di 59 dollari. QSun è la nuova versione di QTemp, il dispositivo indossabile creato nel 2016 e realizzato con lo stesso obiettivo: sensibilizzare le persone sui tumori della pelle, aiutandole così a trovare un corretto equilibrio tra un naturale sviluppo della vitamina D e la protezione dal sole. Secondo quanto riportato da Comfable Inc, l’azienda canadese produttrice di Qsun, il 20% degli americani sviluppa il tumore della pelle, il 50% arriva a ustionarsi ma allo stesso tempo il 75% ha delle carenze di vitamina D, indispensabile per ossa, muscoli e sistema immunitario.
QSun si applica a un abito, su un cappello o sul costume e, attraverso l’app dedicata, registra i livelli di vitamina D del corpo, quanto tempo si è rimasti sotto i raggi solari, la protezione usata e l’intensità dei raggi UV. Avvertendo con un suono quando è arrivato il momento di ripararsi. Può essere utilizzato sia dai bambini che dagli adulti e durante diverse situazioni: in montagna, al mare, quando si fa sport o durante le attività all’aria aperta.
Con l’app di QSun si possono ricevere informazioni sul proprio tipo di pelle e quindi sul modo migliore di proteggerla e preservarla. Inoltre, tramite il barcode, si possono anche scansionare le creme solari per conoscerne tutte le caratteristiche. L’app, che ha una versione free e un’altra a pagamento, funziona anche senza dispositivo, anche se in questo caso non è ovviamente possibile registrare i dati relativi all’esposizione.
Uv Sense, il dispositivo targato l’Oréal
Nel 2016 il colosso francese l’Oréal lanciò, con il brand La Roche-Posay, My UV Patch, il cerotto che poteva essere applicato sul dorso della mano fino a 3 giorni per monitorare l’esposizione al sole. Dopo i feedback degli utilizzatori – che ne hanno confermato l’effettiva utilità per modificare le cattive abitudini- quest’anno è stato presentato Uv Sense. Questo dispositivo indossabile è in edizione limitata: grazie ai suoi sensori registra i dati relativi ai livelli di esposizione ai raggi ultravioletti e li conserva fino a 3 mesi. Può essere applicato sull’unghia del pollice e dura fino a 2 settimane. Questa particolare soluzione è stata scelta per rispondere alla richiesta dei consumatori di un piccolo dispositivo che potesse dare delle informazioni istantanee sulla sovraesposizione solare. Ma non solo: gli accessori per nail art si confermano un trend in crescita e Uv Sense combina estetica e prevenzione dei tumori cutanei.
Uv Sense è il primo dispositivo senza batteria che si collega all’app dedicata -disponibile per sistemi iOS e Android- che registra i dati, incoraggia a ripararsi da sole o ad applicare nuovamente la protezione solare e dà consigli per gestire al meglio l’esposizione. Il device sarà disponibile nell’estate di quest’anno negli Stati Uniti, mentre il lancio a livello globale è previsto per il 2019.