La Ceo e fondatrice di Quantum Leap, consulente della Commissione Europea per i progetti Horizon 2020 in AI e Robotica anticipa alcuni dei temi che tratterà a StartupItalia! Open Summit
“L’intelligenza artificiale nel 2018 è diventata un argomento comune, prima era al centro di dibattiti cui prendeva parte soltanto una piccola parte dell’opinione pubblica”. Sintetizza così i dodici mesi che ci stiamo lasciando alle spalle una delle massime autorità in materia, Emilia Garito, CEO e founder di Quantum Leap – IP ed Expert della Commissione Europea per i progetti Horizon 2020 in AI e Robotica.
Cosa è accaduto e cosa resta da fare
“Si è finalmente iniziato a discutere in materia seria dell’argomento. Potremmo persino dire che si assistite a una democratizzazione del tema”, spiega ancora Garito, che sarà ospite allo StartupItalia! Open Summit del 17 dicembre ma ci ha permesso di incontrarla in anteprima così da sapere alcuni degli argomenti sul tappeto. “Da un punto di vista meramente materiale – prosegue l’Ingegnere informatico – abbiamo anche assistito a un balzo degli investimenti nell’AI e nella semi-AI, i chatbot”.
“Quello che resta da fare – e che dobbiamo porci come obbiettivo per il 2019 – è iniziare a regolamentare il tema, ponendo l’accento anche sulle problematiche etiche. Del resto, è ormai indubbio che il mondo del lavoro nel prossimo futuro si trasformerà notevolmente: scompariranno mestieri, se ne creeranno altri. Ma con una grande differenza rispetto al passato: questa volta i tempi per assimilare il cambiamento saranno estremamente brevi e non permetteranno di arrivare subito a una stabilizzazione”.
La soluzione? Elaborare la Society 5.0
A tal fine, Garito suggerisce di nipponizzarci, nel senso di guardare al Giappone così da comprendere le risposte elaborate a Oriente per affrontare questioni analoghe. “Non ci sono dubbi – spiega la CEO di Quantum Leap – IP – che il Paese del Sol Levante presenti alcuni caratteri affini al nostro. A iniziare dalla necessità di gestire l’invecchiamento della popolazione reso ancora più evidente dalla bassa natalità”. Tale tendenza demografica impone al Giappone di effettuare in fretta scelte per migliorare le condizioni lavorative dei dipendenti delle proprie industrie, aumentando le capacità produttive dei lavoratori anziani e del numero sempre più ridotto di quelli giovani, sempre mantenendo alto lo standard qualitativo e, al contempo, impedendo che il processo di digitalizzazione si arresti.
Per l’ingegnere informatico “tra l’Italia e il Giappone le similitudini vanno oltre il mero dato anagrafico della popolazione e sono rappresentate dalle eccellenze scientifiche raggiunte in campi altamente avanzati quali, per esempio, la robotica e l’aerospazio. Eppure – osserva amaramente Garito – il nostro potenziale resta inespresso”.
Cosa sta facendo l’Europa per affrontare il cambiamento
“In ogni caso – conclude Garito – tali decisioni non potranno essere locali ma dovranno essere prese a livello europeo”. E proprio la founder di Quantum Leap – IP , essendo consulente della Commissione Europea per i progetti Horizon 2020 in AI e Robotica, è la persona più adatta per spiegare cosa è stato fatto nel 2018 a livello comunitario: “L’Unione europea – fa il punto Garito – sta stanziando fondi per lo sviluppo dell’AI, con un duplice intento: rafforzare la cooperazione tra i Paesi più forti e quelli meno, focalizzando i propri interventi sugli Stati meno arretrati supportandone le PMI”.
Cosa sta facendo il nostro Paese
Bacchettate vengono assestate a tutti gli esecutivi italiani che si sono succeduti finora, rei di avere puntualmente riservato ben poca attenzione il tema del cambiamento già in atto. Situazione che Garito conosce bene, essendo membro della Task force del Governo promossa dall’Agenzia per l’Italia Digitale per ciò che concerne l’Intelligenza Artificiale: “Purtroppo non si guarda né alla creazione di un ecosistema digitale né si pensa allo stanziamento di fondi pubblici. In Francia si è dibattuto a lungo sull’intelligenza artificiale a livello politico, ma poi sono stati trovati i fondi”. Sempre guardando ai nostri vicini: “le nostre industrie competono ancora con la Germania, ma questo lo si deve solo al capitale privato, mentre Berlino stanzia anche fondi ingenti. Per questo – osserva Garito – nella legge di bilancio vorrei investimenti pesanti in innovazione e ricerca applicata”. “Siamo e restiamo un Paese di imprenditori, innovatori e scienziati… questo – conclude il membro della Task force promossa dall’Agenzia per l’Italia Digitale – nonostante i vari governi che si sono succeduti”. Una istantanea che, per quanto ferale, permette comunque di essere fieri del proprio tessuto produttivo.