La Ftc statunitense sanziona l’app cinese amatissima dai ragazzi. L’applicazione differenzia l’esperienza d’uso con una versione dedicata ai più piccoli
Tik Tok è un’app cinese fenomeno fra i teenager. Scaricata oltre un miliardo di volte (ma gli utenti effettivi sarebbero molti di meno) serve a condividere brevi clip di massimo 15 secondi in cui, sostanzialmente, i protagonisti fanno lip sync sugli estratti di una canzone, cioè un karaoke muto. Arricchendo il tutto con movimenti e coreografie – magari montando o modificando queste clip anche al di fuori dell’app con programmi più sofisticati – per poi caricare il tutto sul proprio profilo. La Federal Trade Commission statunitense l’ha appena multata – in realtà si è trattato di un accordo fra le parti – per 5,7 milioni di dollari. La ragione: non essersi occupata degli utenti under 13 e anzi averne raccolto i dati senza le dovute cautele.
Su Tik Tok ogni video, che procede in loop finché non si passa al seguente scorrendo verso l’alto, può essere apprezzato con un cuore e gli utenti possono ovviamente seguire gli altri, esserne seguiti o inviarsi messaggi. Ci sono autentici fenomeni fra loro, “muser” (nome che viene dalla precedente denominazione dell’app, nata come Musical.ly), da milioni di follower. Iris Ferrari (2,6 milioni), Luciano Spinelli (6,7 milioni di seguaci) o Elisa Maino (3,9 milioni) sono solo alcuni fra gli italiani più popolari. E le fasce d’età che popolano la piattaforma sono molto, molto giovani.
Privacy, gli obblighi di Coppa e Gdpr
Peccato che Tik Tok sia stata sempre la peggiore, per quanto riguarda gli aspetti legati alla riservatezza e ai minori. Acquistata lo scorso per un miliardo di dollari dal colosso cinese Byetedance, non si è mai occupata – neanche formalmente, fin dai tempi in cui si chiamava appunto Musical.ly e dunque prima che fondesse utenti e profili con la Tik Tok da cui avrebbe preso il nome – di tutelare i bambini sotto i 13 anni. Come noto, quel limite è fissato dal cosiddetto “Coppa”, la legge statunitense sui dati dei minori online approvata oltre vent’anni fa dal Congresso statunitense. E in linea di principio, dallo scorso maggio, anche dalle prescrizioni del “Gdpr”, il regolamento europeo per la protezione dei dati personali. Il “decreto privacy” che ne ha accolto le indicazioni nella legislazione italiana ha alzato la soglia prevista per l’accesso a questi servizi in Italia a 14 anni.
La sentenza della Fta
La sentenza della Ftc è chiara: “La società che controlla Musical.ly, ora nota come Tik Tok, ha sempre saputo che i bambini stavano usando la sua applicazione ma non ha fatto nulla per chiedere il consenso dei genitori prima di raccogliere nomi, indirizzi e-mail e altre informazioni personali degli under 13” ha spiegato il capo della potente Ftc, Joe Simons. In linea di principio, ci si potrebbe attendere un simile provvedimento anche da parte delle autorità europee per la privacy: la questione, come visto ora rafforzata dal Gdpr, non cambia infatti di una virgola al di qua dell’Atlantico.
La soluzione: versione “depotenziata” per gli under 13
Addirittura, agli inizi anche se il profilo era stato impostato come privato, rimaneva possibile inviare dei messaggi diretti agli utenti. Né si richiedeva, come adesso avviene, l’inserimento dell’età per aprire un account. Per allinearsi alle richieste dell’organismo statunitense Tik Tok ha ora annunciato che riserverà ai diversi utenti esperienze differenziate a seconda della fascia d’età a cui appartengono. I minori di 13 anni non potranno dunque condividere alcuna informazione personale, limitando pesantemente l’interazione fra gli utenti e con i contenuti. Per esempio, non potranno condividere video, commentare, messaggiarsi o avere un profilo e dei follower. Quella che viene loro riservata sembrerebbe una fallimentare “versione-vetrina” che nessuno vorrà provare.
Il nodo irrisolto: l’accesso
Il punto di partenza, comune a tutte queste piattaforme, rimane irrisolto. I blandi filtri d’ingresso non servono infatti a nulla: basta bluffare sulla propria data di nascita e si può tranquillamente avere accesso alle funzionalità complete di quella come delle altre applicazioni, da Instagram in giù. “Ci preoccupiamo molto della sicurezza e della privacy dei nostri utenti – ha scritto il management dell’app in una nota – è un impegno continuativo e proseguiremo nell’allargamento e dell’evoluzione delle nostre misure di protezione. Stiamo anche lavorando per dare centralità e importanza alla sicurezza degli utenti per esempio nel nostro Safety Center o nella serie di video tutorial che abbiamo appena lanciato e servono a guidare gli utenti nelle impostazioni per la privacy e nell’uso di strumenti per il benessere digitale”. Meglio tardi che mai.