La serie estiva sul social network cinese continua
Un giudice di Washington ha accolto il ricorso dei legali di TikTok contro la messa al bando del social network decisa dal Presidente USA, Dondald Trump. La decisione è arrivata proprio nelle ore in cui la creatura di ByteDance avrebbe dovuto rinunciare a tutti i download sugli store negli Stati Uniti. La polemica estiva scatenata dall’inquilino della Casa Bianca, preoccupato sulla sicurezza dei dati e della privacy dei cittadini americani, promette di proseguire anche durante la campagna elettorale d’autunno. Per il momento negli USA si potrà scaricare TikTok fino al 12 novembre, ovvero dopo l’elezione del nuovo Presidente USA.
TikTok: riepiloghiamo
Quando ad agosto il Presidente USA ha deciso di dare poche settimane di tempo a ByteDance per vendere TikTok, pena la messa al bando, in pochissimi si sarebbero aspettati che le negoziazioni arrivassero a un potenziale accordo nel giro di un mese. Prima si era parlato di Microsoft, ma la società cinese ha scartato la sua offerta per invitare al tavolo Oracle e Walmart. La prima è stata investita nell’affare come partner tecnologico di TikTok Global, una nuova società che, stando ai piani di Trump, non avrebbe dovuto avere alcuna partecipazione cinese.
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Ma la faccenda si è complicata proprio quando la trattativa sembrava conclusa. ByteDance ha comunicato la spartizione della nuova torta: 80% delle quote sarebbero rimaste in mano sua, mentre i nuovi soci americani si sarebbero presi il resto. Peccato che Oracle abbia subito reagito con un comunicato quantomeno contrastante: TikTok Global non vedrà alcuna partecipazione cinese. Del resto è stata questa la linea scelta dalla Casa Bianca, che non ha mai voluto retrocedere sulla proprietà della nuova società. Di mezzo non ci sarebbero tanto i dati, quanto l’algoritmo che ByteDance non avrebbe alcun interesse (nè desiderio) di cedere.