Il team del social che contrasta contenuti di propaganda è stato ridotto a seguito dei recenti licenziamenti voluti da Elon Musk
Le proteste in corso in Cina (a Shanghai, Pechino e Chengdu) hanno raggiunto anche i media occidentali, riportando una situazione che gli esperti giudicano senza precedenti nella dittatura comunista. I social – WeChat e Waibo – hanno fornito un megafono prezioso per i manifestanti e prima che la censura cancellasse buona parte dei contenuti, immagini e video hanno fatto il giro del mondo. In questa situazione ci concentriamo su cosa è accaduto a Twitter nelle ultime ore. Secondo quanto ha scritto il Washington Post, il team che si occupa di contenuti anti propaganda non avrebbe gestito al meglio la campagna di spam, perlopiù contenuti pornografici e link a siti di escort, che account dormienti hanno iniziato a pubblicare inserendo parole chiave come i nomi delle città in cui sono in corso le proteste.
In a rare surge of protests in China, demonstrators called for the ruling Communist Party and its leader, Xi Jinping, to step down, amid anger at the deaths of at least 10 people in an apartment fire in Xinjiang, presumably during a strict Covid lockdown. https://t.co/7eT7YT4nHw pic.twitter.com/WT54Q0yC1M
— The New York Times (@nytimes) November 27, 2022
Un mese fa Elon Musk ha acquisito Twitter per 44 miliardi di dollari con l’obiettivo di farne la piazza principale per il free speech. Dopo aver chiuso l’accordo, però, ha licenziato metà degli oltre 7mila dipendenti della società. Anche il team che contrasta contenuti ideologici è stato colpito da questa ristrutturazione. In una simile circostanza gli spam sono riusciti per ore a oscurare su Twitter le proteste in corso in Cina: chi cercava informazioni sulle proteste si ritrovava nel feed contenuti di tutt’altro tipo, postati usando parole chiave che hanno ingannato il sistema.
Non si tratta della prima volta che Twitter subisce una offensiva simile, ma rappresenta comunque un colpo all’immagine che Elon Musk cerca da settimane di dare al social network. Le proteste in Cina sono scoppiate negli ultimi giorni a seguito della notizia di alcuni morti in una fabbrica nella città di Urumqi. Dieci lavoratori, non potendo uscire dagli stabilimenti a causa delle restrizioni anti Covid, hanno perso la vita in un incendio.