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Il digitale in agricoltura, le nuove tecnologie e le soluzioni di agricoltura 4.0 in Italia continuano a crescere. Dato il contesto sempre più sfidante che il settore primario si trova ad affrontare, c’è sempre più bisogno di prendere decisioni consapevoli, basate sui dati, in modo da restare competitivi e produrre in maniera più sostenibile, anche dal punto di vista economico. I risultati dell’indagine 2023 dell’Osservatorio Smart Agrifood del Politecnico di Milano assieme al laboratorio RISE dell’Università di Brescia hanno attestato una dimensione di mercato che ha raggiunto i 2,5 mld, in crescita del 19% sul 2022. Secondo l’analisi dell’Osservatorio però solo il 9% della Superficie Agricola Utilizzata (SAU) è gestita tramite queste tecnologie (+1% sul 2022). Secondo le conclusioni dell’evento di presentazione della ricerca, per stimolare il salto di qualità fra gli imprenditori agricoli anche più piccoli sarebbero necessari nuovi incentivi pubblici e maggiore formazione.
«Il digitale è diventato un fattore chiave. Grazie all’analisi dei dati si può ottimizzare l’uso di risorse come acqua, fertilizzanti, fitofarmaci. Si favorisce così una produzione più efficiente e sostenibile», Giacomo Purromuto, Business Innovation Lead di Syngenta Italia, non ha dubbi, il futuro dell’agricoltura non può prescindere dall’uso di tutte quelle tecnologie che servono a diventare più precisi. D’altra parte Syngenta, multinazionale fra i leader mondiali dell’agritech, da almeno una decina d’anni sta puntando sul digitale: «I dati aiutano gli agricoltori a prendere decisioni tempestive e precise e permettono di migliorare quantità e qualità dei raccolti. Non dimentichiamo che l’agricoltura digitale contribuisce anche a diminuire l’impatto ambientale delle coltivazioni. Le aziende poi diventano più competitive», ha detto ancora, entusiasta, Purromuto a StartupItalia.
Il digitale in agricoltura vale 2,5 miliardi
Durante l’evento per la presentazione della ricerca dell’Osservatorio, testimonianze di addetti ai lavori hanno sottolineato quanto ormai l’agricoltura 4.0 sia imprescindibile: «L’innovazione digitale porta più efficienza, più competitività e più tracciabilità, necessarie per partecipare alle filiere più importanti», ha detto Luca Brondelli di Brondello, Presidente di Enapra, ente di formazione di Confagricoltura. «Credo che nel futuro, processi sempre più spinti di digitalizzazione e investimenti tecnologici nel comparto agricolo saranno determinanti nella gestione delle aziende agricole e delle filiere agroalimentari», gli ha fatto eco Cristian Moretti, direttore della cooperativa Agrintesa.
Cosa dicono dunque i dati raccolti dal pool di ricerca del Politecnico di Milano e del laboratorio RISE? Nel 2023 è stabile il numero di aziende agricole che adotta soluzioni digitali e gli ettari gestiti con agricoltura 4.0 sono ancora limitati, ma è aumentato il numero di soluzioni adottate per azienda. Chi abbraccia le nuove tecnologie resta quindi fedele e continua a investire. Nel 2023, su una base di 470 aziende parte del campione della ricerca, il 72% ha adottato almeno una tecnologia, in media però le aziende adottano 3,4 soluzioni. Innovano di più le aziende grandi, con superfici importanti e fatturato consistente. Qualche segnale incoraggiante è stato però registrato. Rispetto al 2022 infatti le aziende agricole che hanno investito almeno in una soluzione digitale e che gestiscono fra gli 11 e i 25 ettari hanno segnato un +8%. L’innovazione richiede competenze e investimenti di capitali, ma anche gli imprenditori agricoli più piccoli iniziano a guardare con interesse all’agricoltura 4.0.
Syngenta Italia organizza spesso eventi in campo e incontra abitualmente imprenditori agricoli e tecnici: «Negli ultimi anni abbiamo assistito a un interesse sempre crescente sul digitale, gli agricoltori sono sempre più consapevoli. Nelle prime fasi c’è stata un’esplosione nell’acquisto di hardware e macchinari e di una serie di strumenti che possono essere di supporto alla pratiche agricole. Ultimamente questa tendenza è in calo, vediamo interesse a favore degli aggregatori di dati, delle piattaforme che traducono i dati acquisiti dal campo», ci ha raccontato ancora Giacomo Purromuto, Business Innovation Lead di Syngenta Italia. Purromuto ha continuato: «C’è una grande sete di conoscenza. È importante trasferire conoscenza e far toccare con mano il risultato dell’utilizzo di queste nuove tecnologie».
Smart Agrifood, gli agricoltori hanno bisogno di formazione
E in effetti, sempre i dati dell’Osservatorio Smart Agrifood confermano che rispetto al 2022, per quanto riguarda le soluzioni sul mercato, sono in crescita i software gestionali (+5%) e i DSS ovvero i Sistemi di Supporto alle Decisioni (+2%). Sui 2,5 mld di valore di mercato però la parte del leone la fanno ancora i sistemi di monitoraggio e controllo di mezzi e attrezzature, che valgono il 25% (-10% sul 2022) e i macchinari connessi. Questi ultimi valgono il 23%, in discesa del 7%.
Fra gli ostacoli all’ingresso nell’era dell’agricoltura 4.0 per le aziende agricole di piccole e media dimensioni, oltre agli investimenti economici importanti, c’è anche la necessità di imparare a padroneggiare le nuove tecnologie: «Una delle nostre prime preoccupazioni quando abbiamo iniziato a lavorare sul digitale – ci ha raccontato ancora Purromuto di Syngenta Italia – è stata quella di rendere questi strumenti accessibili. Siamo partiti proprio cercando di progettare interfacce intuitive e facili da utilizzare. È importante rendere uno strumento user-friendly così anche chi non ha dimestichezza con il digitale può avvicinarsi facilmente». Poi ha continuato: «Dai nostri colloqui con gli stakeholder è emersa la necessità di formazione. Ecco perché, assieme ai nostri pacchetti digitali, seguiamo tutto il processo di implementazione. Nonostante la semplicità degli strumenti Syngenta, è necessario stare vicino al cliente per accompagnarlo».
Digitale, tutte le soluzioni di Syngenta con Cropwise
Syngenta ha convogliato in una piattaforma unica, chiamata Cropwise, tutti gli strumenti e i servizi digitali a supporto della produzione agricola e delle difesa delle colture. Si tratta di un brand ombrello all’interno del quale sono raccolti tutti i tool resi disponibili da Syngenta: «Offriamo agli agricoltori una serie di strumenti per la gestione dell’azienda agricola e delle colture. La piattaforma, con Imagery, offre funzionalità di monitoraggio dello stato delle colture in tempo reale e di ottimizzazione della loro gestione, attraverso l’uso di dati satellitari. Si possono creare mappe, abbiamo una visione precisa e puntuale della situazione in campo e ci sono strumenti per analizzare i dati raccolti e identificare le aree di miglioramento».
La quantità di avversità che gli agricoltori si trovano ad affrontare aumentano di anno in anno, oltre alla crisi climatica c’è da considerare l’arrivo sempre più frequente di insetti alieni e fitofagi: «Con Cropwise Protector possiamo identificare le problematiche a monte, prima della semina. C’è la possibilità – ha continuato Purromuto al microfono di StartupItalia – di creare heat map e avere quindi il dato puntuale di dov’è la diffusione degli insetti d’interesse. Protector comprende poi Trapview». Per il pacchetto vite, il tool consente il monitoraggio da remoto, attraverso cloud, del volo degli insetti d’interesse, in modo da poter formulare modelli previsionali e prevedere quando è il momento di intervenire: «Per la vite monitoriamo Lobesia botrana, la tignoletta dell’uva. Da quest’anno monitoriamo anche Cryptoblabes gnidiella ovvero la tignola rigata e Scaphoideus titanus che è l’insetto vettore della Flavescenza dorata. Quest’ultima problematica sta assumendo sempre maggiore rilevanza per la viticoltura, soprattutto al Nord».
La tempestività degli interventi permette agli agricoltori di diventare più sostenibili: «È molto importante seguire l’evoluzione dell’insetto in campo. Per il vettore della Flavescenza, stiamo cercando di coinvolgere le aziende principali e gli enti pubblici nella creazione di reti di monitoraggio per avere una visione territoriale della diffusione di Scaphoideus titanus».
La Flavescenza dorata preoccupa moltissimo il settore vitivinicolo, è una minaccia concreta al comparto delle denominazioni d’origine. Riuscire a contenere l’insetto vettore è centrale per un comparto fondamentale per l’economia italiana. Secondo gli ultimi dati del ‘Rapporto sull’agroalimentare italiano’ 2023 di Ismea, 1.612 prodotti a Indicazione Geografica su 3.353 sono vitivinicoli. Valevano 11,2 mld, nel 2021, inoltre le bottiglie a marchio DOP e IGP rappresentano quasi il 90% del valore dell’export del settore vitivinicolo italiano.
Anche il carbon farming conta sul digitale
L’ultima tendenza in fatto di digitale in agricoltura è il suo utilizzo nell’ambito del carbon farming, ovvero tutte quelle pratiche agricole che permettono di sequestrare più carbonio e di mitigare l’impatto ambientale dell’agricoltura, contribuendo anche alla riduzione delle emissioni di gas serra. Il carbon farming sta catalizzando un’attenzione crescente anche in vista degli obiettivi di neutralità climatica che l’Unione europea si è data con il Geen Deal. In attesa di una regolamentazione chiara che Bruxelles sta mettendo a punto in modo da remunerare gli agricoltori per i servizi ecosistemici forniti alla collettività grazie alla cattura del carbonio, la ricerca presentata dall’Osservatorio Smart Agrifood ha sottolineato come le nuove tecnologie e il digitale possano dare un contributo al carbon farming.
Secondo il rapporto, il digitale può supportare il carbon farming in ogni fase, dalla pianificazione delle attività all’attuazione delle pratiche al monitoraggio, trasmissione dati, verifica e rendicontazione del carbonio stoccato fino allo scambio e compensazione delle emissioni. Guardando a 72 startup in tutto il mondo monitorate dall’Osservatorio, la maggior parte si trovano fra Stati Uniti ed Europa. Queste valgono l’83% dei finanziamenti. In particolare, le soluzioni offerte in tema di carbon farming vedono software e portali web protagonisti assieme a data analitycs.
«Una delle novità di Syngenta che sta per arrivare sul mercato italiano è Interra Scan. Si tratta di un sistema di mappatura avanzata dei suoli che sfrutta sensori che misurano 27 parametri diversi: non solo la struttura del suolo – ha continuato Purromuto – ma anche la composizione chimica, l’acqua disponibile per le piante. Con Interra Scan abbiamo la possibilità di capire anche, attraverso diversi parametri, quanto il suolo di un determinato appezzamento sia in grado di trattenere e sequestrare carbonio. Interra Scan è una vera innovazione, è qualcosa capace di modificare il modo di lavorare nella quotidianità. Lo lanceremo in Italia prima della fine del 2024», ha concluso Giacomo Purromuto, Business Innovation Lead di Syngenta Italia.