Dove sono e cosa fanno le startup dell’energia in Italia: un po’ ricalcano il divario tra nord e sud del paese, ma non mancano sorprese, come a Campobasso, vero polo di innovazione del settore
La competitività introdotta nel settore dell’Energia ha favorito anche lo sviluppo delle startup innovative che in questo mercato sono cresciute del 17%, passando dalle 368 del 2014 alle attuali 444 (11,4% del totale).
Sono questi i dati InfoCamere elaborati dal Consorzio I-com (istituto per la competitività) e presentati in occasione del lancio del rapporto osservatorio Innov-e 2015, in cui si è discusso di come la nascita di nuove imprese innovative nell’energia sia un termometro attendibile con cui misurare l’auspicata inversione di tendenza in fatto di competitività e sviluppo.
Al Nord il 59% delle startup energetiche
Come succede negli altri settori, anche per quanto riguarda quello energetico il numero di startup presenti al Sud, nonostante sia inferiore in valore assoluto rispetto a Nord e Centro, riporta tassi di crescita tendenzialmente superiori, mostrando quindi un dinamismo superiore del Mezzogiorno rispetto alle altre zone d’Italia. L’unica eccezione si riscontra nel 2012, anno in cui il tasso di crescita si attesta sullo stesso livello di quello relativo alle regioni settentrionali ed è più basso di quello registrato nelle regioni centrali.
Il Nord Italia ospita quindi un numero maggiore di startup energetiche (59%), anche grazie a un contesto economico più favorevole e alla larga presenza di università e centri di ricerca. Il 22% è ubicato in Centro Italia e solo il 19% al Sud.
Anche in questo settore le regioni col maggior numero di neo-imprese risultano essere la Lombardia, l’Emilia Romagna e il Lazio, rispettivamente con 89, 62 e 36 startup energetiche all’attivo. Segue a brevissima distanza la Campania, con 34 startup energetiche.
Pur essendo la distribuzione geografica piuttosto simile in termini percentuali, per le startup energetiche si osserva una maggior concentrazione. Infatti, mentre tra le startup operanti in ambito energetico sono 8 le regioni con una quota superiore al4%, sono invece 11 le regioni che superano la soglia del 4% del numero totale di start-up presenti sul territorio.
La provincia di Campobasso è tra le più dinamiche
Considerando, invece, le province con il maggior numero di startup, viene fuori che Milano, Roma e Torino sono quelle con il maggior numero di nuove imprese all’attivo, sia totali che energetiche. Milano ha 563 start-up totali e 42 energetiche, Roma ne ha 323 in totale e 33 energetiche, e Torino ha all’attivo 210 startup totali e 25 energetiche. Il dato sulla presenza pro-capite di nuove imprese mette in luce le province minori: ad esempio, Bergamo che accoglie il 5% delle start up energetiche italiane, pur ospitando solo l’1,8% della popolazione nazionale. La sorpresa più grande viene dalla provincia di Campobasso tra quelle più dinamiche nel settore energetico e unica nel Meridione a presenziare nelle prime dieci posizioni. Merito delle politiche regionali attente allo sviluppo di tecnologie e soluzioni innovative per le rinnovabili, che hanno consentito grandi sgravi fiscali e forte crescita del settore in proporzioni superiori anche anche alle regioni del nord.
L’88% delle startup energetiche lavora nei servizi
Per quanto riguarda i diversi settori di attività, i servizi rappresentano l’ambito più diffuso anche per l’energia: la stragrande maggioranza (88%, ossia 392 startup) si occupa infatti di ricerca scientifica e sviluppo.
Il problema delle dimensioni, solo il 30% supera 100 mila euro di fatturato
Le startup energetiche dimostrano una capacità di sopravvivenza in linea o di poco inferiore al complesso delle altre loro colleghe: a maggio 2015, il tasso di mortalità si attestava su un 7,5% (9% per le altre). Mentre il tasso di natalità ha registrato picchi fino al 40% per le startup energetiche attive in ambito industriale. Il settore dei servizi, più popolato in termini assoluti, vede invece la natalità al 20% circa.
La dimensione è l’aspetto di maggiore criticità: solo il 30% delle neo-aziende energetiche che hanno presentato il bilancio dichiara un fatturato superiore a 100.000 euro, mentre all’agognato traguardo di un milione di euro ci arriva solo l’1%. Solamente il 2% ha più di 10 addetti (per l’insieme di tutte le startup questo dato è pari al 4%).