Grazie ai raggi x del sincrotrone Trieste, il suo team può analizzare la materia e le molecole in grado di neutralizzare il Sars-Cov-2, per cercare farmaci efficaci
Quando nel 1991 si laureò in Chimica e tecnologie farmaceutiche presso l’Università degli Studi di Trieste, Paola Storici non sapeva né che un giorno sarebbe tornata a lavorare nella sua città natale, né che sarebbe dovuta andare a “caccia” di molecole anti-Covid19. È esattamente questa al momento la principale attività della ricercatrice senior di Elettra Sincrotrone Trieste, il centro di ricerca che ospita l’anello di luce di sincrotrone, una infrastruttura che utilizza la radiazione elettromagnetica a diverse lunghezze d’onda per analizzare la materia.
Da qualche mese ormai Storici partecipa, con il suo team di ricerca, al progetto Exscalate4cov (di cui è responsabile per Elettra Sincrotrone Trieste), gestito da un consorzio di realtà d’eccellenza internazionali. “La luce non si ferma – spiega Storici, dal nome dell’intervento che ha tenuto di recente a Trieste Next 2020, – perché nonostante il lockdown i nostri laboratori hanno continuato a lavorare, con tutte le precauzioni d’obbligo, focalizzandosi proprio nel combattere il virus”.
Elettra Sincrotrone Trieste
Scovare molecole anti-Covid19
Obiettivo del progetto Exscalate4cov è identificare molecole utili per la terapia contro il Covid-19, sfruttando l’immensa capacità di calcolo di una rete di computer potentissimi in tutta Europa. In particolare si tratta della piattaforma Exscalate (EXaSCale smArt pLatform Against paThogEns), la più potente ed efficiente piattaforma di calcolo intelligente al mondo che sfrutta le risorse di calcolo oggi disponibili in Europa. Tramite essa il progetto è in grado di ridurre i tempi per individuare nuovi farmaci mirati per il Covid-19.
Riposizionare vecchi farmaci
Sebbene infatti, tutto il mondo sia con il fiato sospeso in attesa che arrivi il famigerato vaccino anti-Covid19 per prevenire l’infezione, altrettanto importante è scovare molecole che possano curare la malattia. Meglio ancora se si tratta di farmaci già esistenti e sul mercato, la cui sicurezza è già stata verificata in precedenza. Si tratta del cosiddetto “riposizionamento” di vecchi farmaci, che approvati per una malattia si scoprono essere utili anche per altre.
L’ultima molecola individuata dal progetto Exscalate4cov per esempio, come ricorda Storici, è il raloxifene, usato per l’osteoporosi, che sembra poter inibire la replicazione del virus Sars-Cov-2. Tanto che l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) lo scorso fine ottobre ha dato il via libera a uno studio clinico per la cura dei pazienti paucisintomatici (con pochi sintomi o molto modesti) affetti dal nuovo coronavirus.
Scattare una “fotografia” alle proteine
All’interno di questo grande progetto di supercalcolo, Paola Storici con il suo laboratorio di biologia strutturale, ha il compito di studiare le proteine (del Sars-Cov-2) in quanto principali bersagli dei farmaci. Per farlo utilizzano prima biotecnologie in laboratorio e poi la luce di sincrotrone che permette di vedere la struttura delle proteine a livello atomico e di conseguenza come sono fatte.
La foto 51 di Rosalind Franklin
La biocristallografia di Rosalind Franklin
Permette insomma, di scattare una “foto” alle proteine, grazie alla tecnica di bio-cristallografia, la stessa utilizzata a metà del Novecento da Rosalind Franklin, chimica, biochimica e cristallografa britannica, per rivelare la struttura a doppia elica del nostro DNA (studi per i quali sarebbe dovuta essere insignita del Nobel per la Medicina insieme a James Watson e Francis Crick). “Affascinata dalla biologia strutturale, dopo la laurea mi sono specializzata in biocristallografia presso l’Università di Basilea” racconta Storici, che in seguito, dopo un’esperienza di 7 anni in azienda è tornata a Trieste nel team di biologia strutturale di Elettra.
Come viene utilizzata la luce del sincrotrone
“Al progetto Exscalate4cov aderiscono oltre 18 partner” continua Storici. “Noi in questa catena di esperimenti abbiamo il compito di scoprire dove i farmaci individuati nel progetto legano le proteine del virus (che riproduciamo in laboratorio senza dover usare il virus stesso). A livello tridimensionale riusciamo a individuare qual è il punto esatto dove la molecola si lega alla proteina, grazie alla luce del sincrotrone”. La ricercatrice triestina e i colleghi stanno lavorando su diverse proteine del virus: “come le proteasi – commenta –fondamentali per l’attivazione del virus”.
Un momento unico per la scienza
Storici racconta che al momento sono stati screenati almeno 10mila diversi farmaci da cui ne sono stati individuati un centinaio e un paio sono in fase di sperimentazione. “Nel frattempo stiamo valutando altre molecole e stiamo andando avanti” sottolinea. “Questo è un momento unico anche per la scienza, perché stiamo lavorando tutti contemporaneamente contro il Covid-19. La cosa interessante è che tutto ciò che facciamo lo rendiamo pubblico e fruibile da altri ricercatori il prima possibile – appurato che non sia un errore o non ci siano debolezze nei risultati ottenuti – per trovare una soluzione che funzioni”.
Promuovere il ruolo della donna
Storici è anche madre e moglie e nel tempo libero si impegna per promuovere il ruolo della donna professionista nel lavoro rappresentando come vice-presidente la sezione Tergeste della Federazione Italiana Donne Arti, Professioni e Affari. Un’associazione no profit che si occupa di promuovere il ruolo delle donne che hanno incarichi di responsabilità, come imprenditrici, laureate ecc.
“Nasce dall’esigenza di migliorare la condizione della donna imprenditrice/lavoratrice” precisa. “È la parte italiana della International Federation of Business and Professional Women (BPW International). Un’associazione molto grande fondata nel 1930, che ha sempre avuto come principale obiettivo, quello di sostenere le donne nel mondo del lavoro, per mantenere un ruolo di rilevanza e ridurre il gap tra una donna professionista e uomo professionista”.
Il team di Paola Storici
Una parità di genere che con fatica si sta cercando di raggiungere anche nel mondo della ricerca scientifica. E il team di Storici? Eccezionalmente la sua squadra conta ben cinque donne su otto, come riferisce. Ma sono in tanti i bravi ricercatori che si spostano in altri Paesi, attirati da prospettive più allettanti per chi fa questo lavoro. A prescindere dal genere.