Quante volte abbiamo sentito le classiche sparate da bar del tipo «se ci fossi io al governo…». Bene, per far capire ai populisti quanto è difficile guidare un Paese c’è l’alternativa giusta per ridimensionare di molto le loro velleità da statisti. Democracy 4: Console Edition è un simulatore politico che potrebbe senz’altro attirare i patiti di scienza politica, di teoria dei giochi e sociologia. Sviluppato da Auroch Digital e disponibile anche sulla next gen di Xbox è un prodotto con un gameplay manageriale, in cui turno dopo turno verificheremo gli effetti delle nostre politiche, più o meno rigide sul fronte della tassazione.
Democracy 4: Console Edition, la recensione
Democracy 4: Console Edition funziona mediante la gestione di decine e decine di variabili, che vanno a comporre una fitta nuvola di attività e di compiti da svolgere. Al termine di ogni turno il tempo scorrerà di tre mesi in avanti, lasso di tempo sufficiente per saggiare i primi incoraggianti o preoccupanti risultati.
Essendo un titolo più in linea con lo spirito occidentale, tocca passare per forza dalle elezioni ogni tot. Se sarete un leader al governo dovrete battervi per far valere (e conoscere) il lavoro svolto al servizio dei cittadini; se siete invece all’opposizione il vostro compito sarà di chiedere all’elettorato di voltare pagina nel sacro nome dell’alternanza al potere.
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A livello grafico l’intrafaccia è essenziale, senza animazioni. Le schermate danno più l’idea di sedere nella stanza dei bottoni, a progettare politiche sociali, reagire di fronte a emergenze. Sono diversi i Paesi che possiamo governare: Stati Uniti, Regno Unito, Giappone, Francia, Canada, Australia, Spagna, Germania, Italia o Corea del Sud.
Gli amanti dei manageriali troveranno in Democracy 4 pane per i loro denti e una sorprendente varietà di eventi pronti a rovinare i piani di chi ha la responsabilità di guidare la nazione. A un prezzo neanche troppo esoso, potrebbe valere anche come istruttiva dispensa didattica per alunni e studenti universitari.