Anche se i gamer sono diminuiti dell’8% in un anno, il mercato videoludico italiano segnala una certa vitalità dettata soprattutto dal successo del comparto software che con le vendite a 1,6 miliardi di euro ha trainato il settore. Il giro d’affari complessivo è stato di 2,3 miliardi nel 2023. Sono alcuni dei numeri emersi dal rapporto I videogiochi in Italia nel 2023 pubblicato da IIDEA – l’Italian Interactive Digital Entertainment Association – , l’associazione che rappresenta l’industria. Al netto di alcune correzioni, i dati posizionano il Paese nella top 5 dei mercati europei.
StartupItalia ha intervistato Thalita Malagò, Direttrice Generale di IIDEA, proprio per commentare le cifre dell’ecosistema. Rispetto agli scorsi anni, nel 2023 il 73% dei videogiocatori ha giocato almeno un’ora a settimana, ovvero 6,53 ore ogni sette giorni. Nella contabilità del tempo speso pad in mano significa un’ora in meno rispetto al 2022. Si conferma il successo del mobile gaming: i giocatori sono stati 9,2 milioni, seguiti da chi si diverte in console (5,6 milioni) e su PC (4,6 milioni).
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Un giro d’affari da 2,3 miliardi di euro nel 2023. In crescita del 5% rispetto all’anno precedente. Che momento è per i videogiochi in Italia?
È un momento di continuità. Dal 2019 al 2023 abbiamo registrato una domanda crescente. Lo scorso anno è stato di transizione, da vari punti di vista. I dati di mercato sono stati influenzati dalle vendite di console next gen che mancavano sugli scaffali nel 2022. L’altro fronte su cui si sono concentrati i videogiocatori è rappresentato dall’acquisto dei nuovi videogiochi.
I report di IIDEA aiutano anche a inquadrare i gusti di chi gioca. Sul podio dei titoli più venduti domina EA Sports FC 24, seguito da Hogwarts Legacy e Call of Duty: Modern Warfare 3.
Le grandi uscite del 2023 sono quelle che ritroviamo nella Top 10 (dove compaiono anche Spider Man 2, Super Mario Bros. Wonder, The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom e Diablo 4 ndr). Hogwarts Legacy è stato un titolo forte, basato su un brand molto noto. Fatto salvo quel videogioco, la classifica ricalca i gusti dei consumatori italiani degli ultimi anni. Rispetto ai generi ci sono elementi interessanti: chi gioca su PC preferisce titoli di strategia; su console la fanno da padroni sport, racing e shooter; su mobile piacciono i puzzle game.
Dai vostri numeri emerge che i videogiocatori rappresentano il 31% della popolazione. Parliamo di 13 milioni di persone. Come vi spiegate il calo dell’8% rispetto al 2022?
Il dato va letto in profondità: il calo riguarda infatti soprattutto i videogiocatori occasionali, ovvero quelli che giocano una volta al mese. Sono diminuiti molto di meno invece, del 4%, gli appassionati. Il 2023 è stato l’anno del vero ritorno alla normalità post Covid, con tante persone tornate a fare esperienze prima impossibili durante i lockdown. Riteniamo che i dati di questi ultimi anni vadano intesi come risultati eccezionali, che dipendono da cicli atipici nel mercato.
Il mercato gaming italiano è trainato dal software: 1,6 miliardi di euro nel 2023. Quanto è stata però penalizzante la carenza dei chip degli scorsi anni?
Sicuramente la mancanza di chip ha influito. Nel 2022 erano uscite le nuove console, eppure non si trovavano. L’accoppiata hardware e contenuti è fondamentale, direi simbiotica: l’offerta di dispositivi deve essere supportata dai contenuti.
Gli acquisti in game, come le microtransazioni, hanno registrato un calo del 42% rispetto al 2022. Di contro l’acquisto di nuovi videogiochi è aumentato del 6%, con un giro d’affari da 577 milioni di euro. Questione di scelte?
Il budget che una persona ha a disposizione per l’intrattenimento non è infinito. Nel 2023 i consumatori hanno fatto delle scelte: console, accessori e nuovi titoli. Ci immaginiamo che sicuramente l’hardware continuerà ad avere una crescita nel 2024, perché banalmente le nuove console sono ancora un oggetto del desiderio per molti. Sul fronte software ci attendiamo un bilanciamento tra acquisti di videogiochi e acquisti in game.
Il comparto a livello globale sta vivendo da tempo una crisi occupazionale. L’ultima software house ad annunciare licenziamenti è stata Take-Two. Finora nel 2024 quasi 10mila tra sviluppatori e tecnici hanno perso il lavoro. In Italia come è la situazione?
Siamo uno dei Paesi in cui questa situazione ha avuto il minor impatto. Ormai da diversi anni non registriamo grandi presenze di multinazionali. Il nostro mercato è composto, nel bene e nel male, soprattutto da piccole e medie imprese. Tutto ciò ha significato anche minori investimenti. Come IIDEA facciamo di tutto per sostenere al meglio le aziende italiane. Abbiamo chiesto al Governo il potenziamento del tax credit, una forma di finanziamento diretto per le imprese più piccole. Quest’anno al programma di promozione del Made in Italy abbiamo aggiunto la nostra presenza al London Game Festival e saremo per la prima volta al Tokyo Game Show.