Ci sono titoli che proprio lo spirito della competizione non lo conoscono. Ed è questo il loro bello: sfuggire da ritmi forsennati per riconnettersi con il semplice e genuino gusto di avventurarsi in una bella esperienza. Lake è per certi versi uno dei videogiochi simbolo di questo sottogenere, ma anche Out and About – sviluppato da Yaldi Games – è riuscito di recente a calarci in un mondo rilassante, fatto di scoperta, natura e amicizie.
Out and About, la recensione
Ci si può sempre risollevare, anche dopo le peggiori crisi. Una tempesta ha devastato Portobello e il nostro obiettivo è ricostruire questo mondo, facendoci forza l’un con gli altro. Come? Affidandoci e prendendo ispirazione soprattutto dalla resilienza della natura. Out and About è un gioco di esplorazione in un modesto open world in cui ogni escursione va affrontata con pazienza.

Out and About è un gioco che ci spinge a osservare quel che ci sta intorno, imparando a distinguere i non pochi elementi della flora. Ogni risorsa diventa funzionale alla realizzazione di ricette che non sono mai banali, perché si mescolano con il racconto. C’è una storia in questo indie che merita di essere approfondita grazie ai dialoghi e agli incontri con gli NPC.

L’editing del personaggio è sufficientemente vario per sesso, abbigliamento, stile e molto altro. L’effetto è sempre cozy, tenero e colorato. In Out and About si respira l’aria fresca dei boschi di montagna, dove il silenzio è rotto soltanto dal rumore dei nostri scarponi sul terreno. A livello di direzione artistica siamo di fronte a un prodotto con una identità solida: senza far cadere la mascella comunque conquista.

Che dire: ora che le giornate tendono ad accorciarsi e si ha più tempo per qualche passatempo casalingo Out and About promette alcune ore di gioco niente male in un mondo solare e di rinascita. Non occorre avere il pollice verde: lasciatevi trasportare dal senso di pace di Portobello. Non ve ne pentirete.