Italia in minoranza. Sembra destinata a prevalere la proposta di Berlino e Olanda. Anche Gentiloni pare arrendersi al Fondo salva Stati con condizioni di favore
Sono ore febbrili, queste, per gli sherpa che stanno provando a trovare un accordo tra i Ventisette. Per la sopravvivenza della Unione europea è importante che si arrivi all’Eurogruppo di domani con una posizione comune già sul tavolo o, quanto meno, con posizioni il meno distanti possibile. Le recenti parole di Angela Merkel sembrano fare presupporre che nel vertice di martedì si discuterà solo di MES leggero, con condizioni attenuate circa la restituzione dei fondi e senza commissariamento della Troika. Ecco, dunque, le ultime esternazioni politiche che lasciano supporre che anche l‘Italia si stia arrendendo all’idea che i covidbond non passeranno. Non domani, almeno.
Proposta Gentiloni – Breton, la Commissione non è concorde
“Non c’è ancora una posizione della Commissione su questo tema”. Lo ha detto il portavoce capo della Commissione Europea, Eric Mamer, durante il briefing on line con la stampa, parlando della proposta lanciata dai commissari italiano e francese, Paolo Gentiloni e Thierry Breton, favorevoli a creare un fondo europeo ad hoc in grado di emettere titoli di debito comune per aiutare gli Stati membri ad affrontare la crisi provocata dalla pandemia di Covid-19.
© Paolo Gentiloni – Twitter
Solo strumento ufficiale SURE
In questo modo Mamer ha lasciato intendere però che la Commissione non sia concorde sulla proposta. “Ci sono due cammini distinti – ha detto il portavoce – da una parte l’Eurogruppo sta preparando un certo numero di proposte e dall’altro la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, e il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, hanno ricevuto il mandato dall’ultimo Consiglio Europeo di preparare un piano di ripresa”. “Per il momento, quello che c’è da parte della Commissione sul tavolo è la proposta Sure, presentata dalla presidente Ursula von der Leyen la settimana scorsa ed è l’unica proposta della Commissione”.
Il commissario Thierry Breton
La Germania proporrà il MES leggero
Dopo Angela Merkel lo ha ribadito il ministro delle Finanze tedesco, Olaf Scholz, che ha parlato della possibilità di raggiungere “una posizione comune” sull’utilizzo del MES senza condizionalità a sostegno dei Paesi più colpiti dal Coronavirus, a partire da Italia e Spagna. L’ammontare dei prestiti, ha spiegato, potrebbe arrivare al 2% del Pil e i finanziamenti sarebbero concessi senza alcuna condizione e senza controlli né dei “commissari” europei né della “troika”, con l’unico obiettivo di sostenere la lotta contro la pandemia e “la stabilizzazione dell’economia”.
Ma c’è un problema: se l’Italia potrà accedere al 2% del proprio Pil vuol dire che potrà ricevere al più 30 miliardi circa. Una cifra insufficiente. Per questo, Scholz ha sottolineato che al MES verrebbe affiancato l’intervento della BEI (la Banca europea degli investimenti) e del nuovo programma SURE della Commissione per ciò che riguarda i fondi a copertura della cassa integrazione. Con questo Berlino spera di silenziare “le grandi discussioni” su altri strumenti quali i coronabond e di iniettare “aiuti diretti che funzionano immediatamente”.
Anche Gentiloni apre al MES
“Se raggiungiamo un buon accordo sulla condizionalità e ci sono buoni progressi, è uno degli strumenti che dovremmo usare”, ha detto il commissario all’Economia Paolo Gentiloni parlando del Fondo salva Stati, la sola ipotesi che tiene banco nei lavori preparatori all’Eurogruppo. “Il MES – ha aggiunto l’esponente italiano in Commissione – ha salvato singoli Paesi fino ad oggi, e non è ciò di cui abbiamo bisogno ora. Quello che serve ora è uno strumento comune per affrontare quella che ovviamente è una crisi che colpisce tutti i Paesi Ue e quindi tutto il meccanismo delle condizionalità deve essere rivisto”. “Stiamo cercando di usare questo strumento in modo completamente diverso dalla scorsa crisi”, ha concluso.
Il ministro delle Finanze Bruno Le Maire
Francia: “O Fondo comune o non firmiamo”
“Bisogna dare una mano all’Italia, o si arriva con la proposta del Fondo comune all’Eurogruppo o non firmeremo”. Dura la posizione di Parigi, che sembra essere la sola del fronte Mediterraneo a mostrare ancora i muscoli a Berlino e ad Amsterdam/Aia (anche perché il governo italiano è ancora assorbito dal consiglio dei ministri fiume sul decreto liquidità imprese). “La Francia dovrà scontare nel 2020 la sua più forte recessione dal 1945”, ha detto il ministro francese dell’Economia, Bruno Le Maire. “Questo – ha aggiunto – illustra la portata dello shock economico a cui ci confrontiamo”.