La Germania si rivolge all’Italia (e, sul fronte opposto, all’Olanda): “Chiedo a tutti i Paesi di non rifiutare di risolvere queste difficili questioni finanziarie e di consentire un buon compromesso, per i cittadini”
Non sono bastate 16 ore di riunione per mettere d’accordo i 19 ministri delle Finanze sulla risposta comune da attuare di fronte la peggior crisi umanitaria dal secondo dopoguerra. Lo ha ammesso, sconsolato, il presidente dell’istituzione, il portoghese, Mário Centeno, con un tweet che però lascia aperta la porta a un pizzico di speranza: “Dopo 16 ore di discussione ci siamo avvicinati a un’intesa, ma ancora non ci siamo. Ho sospeso l’Eurogruppo che riprenderà domani. Il mio obiettivo rimane quello di creare una forte rete di protezione contro le conseguenze del Covid-19”.
After 16h of discussions we came close to a deal but we are not there yet.
I suspended the #Eurogroup & continue tomorrow, thu.
My goal remains: A strong EU safety net against fallout of #covid19 (to shield workers, firms &countries)& commit/ to a sizeable recovery plan pic.twitter.com/kGHoURgdrv— Mário Centeno (@mariofcenteno) April 8, 2020
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Gli fa eco il suo portavoce, Luis Rego, che i più tra voi avranno iniziato a conoscere se avete seguito la nostra maratona diurna – e poi notturna – a copertura dell’Eurogruppo: “La conferenza stampa prevista per le 10 è stata cancellata. Continueremo domani, poi avrete altri dettagli”.
Our planned #Eurogroup Press conference for this morning at 10 am will have to be cancelled, as the meeting was suspended and will continue tomorrow. Details to be announced later.
— LuisRego (@ljrego) April 8, 2020
Resta quindi da chiarire proprio il nodo della conferenza stampa: annunciarla nella notte era stato un gesto troppo pessimistico – perché si pensava che l’accordo non fosse affatto vicino e fosse il caso di comunicarlo – oppure eccessivamente ottimistico, sulla base che la notte avrebbe portato consiglio ai 19? Difficile saperlo. Ma alcuni dei presenti hanno ripreso a cinguettare su Twitter, fornendo dettagli.
#Eurogruppo rinvio senza accordo dopo 16 ore di riunione. La Commissione fa appello al senso di responsabilità necessario in una crisi come questa. Domani è un altro giorno
— Paolo Gentiloni (@PaoloGentiloni) April 8, 2020
Per esempio, il commissario all’Economia, Paolo Gentiloni, che da settimane esercita pressioni sulla sua presidente, la tedesca Ursula von der Leyen, e sull’Eurogruppo, perché si arrivi a un accordo sulla divisione dei costi e del debito: “La Commissione fa appello al senso di responsabilità necessario in una crisi come questa. Domani è un altro giorno”, chiude laconico. Insomma, i 19 governi nazionali interpellati non stanno dimostrando responsabilità, men che meno solidarietà. E Gentiloni confida in un reset.
Nonostante i progressi nessun accordo ancora all’#Eurogruppo. Continuiamo a impegnarci per una risposta europea all’altezza della sfida del #COVID19.
È il momento della responsabilità comune, della #solidarietà e delle scelte coraggiose e condivise. pic.twitter.com/QuLbQOZa1y— Roberto Gualtieri (@gualtierieurope) April 8, 2020
Il messaggio è ulteriormente esplicitato dal nostro ministro all’Economia, Roberto Gualtieri, che twitta: “Nonostante i progressi nessun accordo ancora all’Eurogruppo. Continuiamo a impegnarci per una risposta europea all’altezza della sfida del Covid-19. È il momento della responsabilità comune, della solidarietà e delle scelte coraggiose e condivise”.
© Mário Centeno
Olanda: presto per parlare di accordo
“È stato un Eurogruppo lungo, intenso e costruttivo” ma “è troppo presto per un pacchetto totale. Questa è principalmente una crisi sanitaria. È importante che l’Europa renda disponibili fondi extra per questo”, è invece il Tweet del principale avversario italiano, l’impronunciabile Wopke Hoekstra, ministro delle Finanze dell’Aia. L’Olanda infatti preme perché si arrivi all’uso del MES alle condizioni canoniche, per non abbandonare la via del rigore.
Wopke Hoekstra, di spalle
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La Germania invita i Paesi del Sud ad accettare la sua proposta
Roma, Parigi, Madrid, Atene e Lisbona sarebbero state a lungo tentate dalle sirene di Berlino che chiedeva di acconsentire al Fondo salva Stati in modo da sbloccare la situazione così da mettere immediatamente sul piatto i 240 miliardi del MES, 200 miliardi dalla BEI oltre i 100 miliardi della cassa integrazione europea SURE. Cinquecentoquaranta miliardi di euro da spartire tra tutti i 27 Stati membri. “Uno stallo che tanto non porterà ai covidbond non conviene a nessuno, soprattutto a voi che avete l’emergenza sanitaria più grave”, si sarebbe persino fatto sfuggire il ministro tedesco Olaf Scholz.
I ministri delle Finanze Olaf Scholz, Bruno Le Maire e Wopke Hoekstra
Eurogruppo, verso una alleanza franco-tedesca?
L’indiscrezione, trapelata dai palazzi, è stata indirettamente confermata dal diretto interessato. Qualche minuto fa l’esponente tedesco ha infatti cinguettato: “In questa ora difficile Europa deve stare compatta. Insieme a Bruno Le Maire, chiedo pertanto a tutti i Paesi dell’euro di non rifiutare di risolvere queste difficili questioni finanziarie e di consentire un buon compromesso, per tutti i cittadini”.
In dieser schweren Stunde muss #Europa eng zusammenstehen. Gemeinsam mit @BrunoLeMaire rufe ich deshalb alle Euroländer auf, sich einer Lösung dieser schwierigen Finanzfragen nicht zu verweigern und einen guten Kompromiss zu ermöglichen – für alle Bürgerinnen und Bürger #Corona.
— Olaf Scholz (@OlafScholz) April 8, 2020
Insomma, nella notte sarebbe tornato a consolidarsi l’asse Parigi – Berlino. Chi conosce da vicino le istituzioni europee sa bene quanto quei due Paesi negli ultimi 30 anni abbiano plasmato le sorti dell’Ue, sbloccando gli stalli con decisioni comuni, scavalcando le istituzioni comunitarie e contribuendo a renderle politicamente flebili. La Francia era arrivata all’Eurogruppo con l’idea di battersi perché la proposta di quel fondo temporaneo ed eccezionale di solidarietà per mutualizzare i debiti avanzata ieri dai commissari Paolo Gentiloni e Thierry Breton fosse inserita “nel pacchetto iniziale Ue, altrimenti non daremo l’assenso al pacchetto globale”. Ma l’ultima volta che ci aveva promesso il suo appoggio incondizionato è rimasta dalla nostra parte solo sei giorni e intanto trattava con Angela Merkel. Anche questa volta sembra andata così. Il retweet del ministro delle finanze francese dello sprone che arriva da Berlino fa intuire che l’Italia sia rimasta ancora più isolata in questa sua lotta.