Adottato il modello Lombardia: ristoranti chiusi alle 24, bar e locali dalle 18 con consumo solo al tavolo o si serra
Atteso nelle prossime ore un nuovo Dpcm che imponga il coprifuoco nazionale, perché i dati sui contagi degli ultimi giorni hanno reso drammaticamente vecchio e inutile quello di lunedì scorso, costringendo il governo a ricorrere a misure più stringenti.
Misure che in realtà non tutti avrebbero già voluto porre in essere, a iniziare dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, consapevole della stanchezza della popolazione e della voglia di tornare al mondo pre-Covid. Ma anche i numeri odierni sul contagio testimoniano che la situazione si sta nuovamente facendo critica: 11.705 nuovi casi per 146.541 tamponi con 69 morti (ieri 10.925 positivi, 47 morti).
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A preoccupare, soprattutto, la crescita delle ospedalizzazioni e il progressivo riempirsi delle terapie intensive. I pazienti ricoverati con sintomi sono 7.131 (+514, +7,8%; ieri +439), mentre i malati più gravi in terapia intensiva sono 750 (+45, +6,4%; ieri +67). Non siamo ancora in una situazione equiparabile allo scorso marzo, è vero, ma abbiamo imboccato una curva che ci porterà rapidamente a quel periodo e forse persino a uno peggiore, dato che il virus ormai è anche al Sud. Quindi occorre intervenire per smorzarla, agendo sulla movida e imponendo il coprifuoco, anche se attenuato rispetto a quello parigino (che scatta alle 21).
Il coprifuoco soft voluto da Conte
Due le direttrici del nuovo Dpcm che impone il coprifuoco: dare la precedenza al lavoro e alla scuola, chiudere quanto è più superfluo così da limitare le occasioni di contatto e di contagio. In queste ore molti scienziati, così come il prefetto di Milano, hanno provato a minimizzare la portata delle restrizioni dicendo che “non si vive di aperitivi e pizze”, un giudizio un po’ troppo grezzo e avventato dato che si dimentica che i ristoratori invece vivono proprio di quello.
Da qui la resistenza, nel governo, manifestata da diversi esponenti, a iniziare da quella del premier, nel voler adottare misure particolarmente dure e aggressive come invece chiede da oltre una settimana il titolare del dicastero alla Salute, Roberto Speranza: si rischierebbe solo di affossare intere categorie economiche. Questo non vuole dire che non saranno prese: semplicemente sono rimandate di qualche giorno, nel caso in cui la situazione peggiorasse ancora. A tutto questo si aggiungono poi le richieste delle Regioni, alcune che spingono per interventi più duri, altre vorrebbero misure più leggere, tutte concordi però nel chiedere al governo orari flessibili di ingresso per gli alunni delle scuole e più soldi per il trasporto pubblico privato.
Si segue il modello lombardo
Per questo il Dpcm ricalca essenzialmente il coprifuoco messo a punto in Lombardia dopo l’incontro tra il presidente di Regione, Attilio Fontana e il sindaco di Milano, Beppe Sala: ristoranti chiusi alle 24, bar e locali dalle 18 con consumo solo al tavolo o si serra a quell’ora.
“La nuova ondata sta interessando severamente l’Italia e l’Europa. Non possiamo perdere tempo e il Paese non può permettersi una nuova battuta d’arresto”, ha detto Conte intervenendo finalmente alla conferenza stampa ritardata per tutto il giorno (è un po’ il suo stile, visto che non c’è mai stata conferenza andata in onda all’orario prefissato, ma questa volta le tensioni nella maggioranza sono state tali da rendere comprensibile lo slittamento).
Le nuove misure: “I sindaci potranno chiudere vie e piazze dove si creano assembramenti. Tutte le attività di ristorazione saranno consentite dalle 5 a mezzanotte col consumo ai tavoli, altrimenti fino alle 18. Nei ristoranti massimo 6 persone al tavolo”. “Ristoreremo chi viene interessato dalle misure”, ha detto il premier preannunciando nuovi aiuti di Stato. “Utilizzate la mascherina, distanziatevi e igienizzate le mani”, ha ripetuto. “Siamo più vulnerabili soprattutto quando si incontrano parenti e amici. Dovremo comunque attendere un po’ di giorni prima di vedere i risultati di queste operazioni”.