La startup bolognese, partner del progetto europeo Gaia-X, è una realtà deep-tech, impegnata nella costruzione dell’internet del futuro, basato sulla combinazione tra tecnologie centralizzate esistenti e nuovi sistemi distribuiti
Un traguardo importante, quello raggiunto da Cubbit, primo provider in Europa di cloud storage distribuito. La startup, con base a Bologna, ha chiuso una raccolta di 7 milioni di euro, 3,5 dei quali in aumento di capitale, 2,4 milioni in strumenti finanziari partecipativi – SFP – e 1,1 milioni in debito. Il capitale raccolto, annuncia l’azienda, sosterrà la commercializzazione delle soluzione business to consumer e business to business, l’attività di ricerca e sviluppo e il lancio di una rete cloud dedicata alle aziende italiane.
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Tra innovazione e sostenibilità, come funziona Cubbit
Nata nel 2016 dall’idea di quattro studenti universitari, il CTO Marco Moschettini, i co-CEO Stefano Onofri e Alessandro Cillario, e il PhD Lorenzo Posani, Cubbit offre servizi cloud distribuiti a livello globale. L’azienda garantisce inoltre un alto livello di privacy by design, senza fare uso di costosi e inquinanti data center. Cubbit opera in un mercato mondiale, quello del cloud, in forte crescita: un aumento del 22,3% all’anno, stimato in 137 miliardi di dollari nel 2025.
Partner del progetto europeo Gaia-X, Cubbit è impegnata nella costruzione del cosiddetto Web 3.0, l’internet del futuro, basato sulla combinazione fra tecnologie centralizzate già esistenti e nuove tecnologie distribuite. Caratteristica della startup italiana è la scelta di non utilizzare data center fisici. Al loro posto, abilita data center distribuiti, in grado di connettere le risorse internet già presenti nelle case e nelle aziende. Il software di Cubbit consente infatti di trasformare i dispositivi – server, computer, router, IoT, ecc. – in un nodo della propria rete.
In alternativa, per accedere al servizio è possibile collegare un dispositivo proprietario plug and play, chiamato Cubbit Cell. Una volta salvati nel cloud, i dati vengono ridondati, cifrati e dislocati in modo ottimizzato sulla rete. Per la distribuzione dei dati stessi, viene applicata una tecnologia di cifratura denominata zero-knowledge. Vale a dire che Cubbit, agendo da provider in cloud, non può accedere ai contenuti degli utenti. Per questi motivi, le innovazioni tecnologiche di Cubbit offrono una soluzione di cloud storage che, oltre a garantire la sicurezza dei dati degli utenti, assicura un minimo impatto ambientale e offre prezzi competitivi.
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Il round da 7 milioni di euro
Al round di serie A appena concluso, tra aumento di capitale e SFP, hanno partecipato il Fondo Digitech – Azimuth Libera Impresa (Gruppo Azimuth), CDP Venture Capital Sgr, attraverso il Fondo Evoluzione, Gellify. Presenti anche il Family Office di Massimo Prelz Oltramonti e i soci di Italian Angel for Growth, nel cui veicolo entrano anche le holding Moffu, Ulixes Capital e 10x Club di Federico Pistono. Hanno inoltre reinvestito nella società Primo Ventures e Techstars, tra gli investitori mondiali più attivi, con nove unicorni nel proprio portafoglio.
L’ultima raccolta segue risultati importanti, conseguiti precedentemente da Cubbit. In particolare, un grant da due milioni di euro, ottenuto con la vittoria del prestigioso SME Instrument Fase 2 di Horizon 2020, dell’Unione Europea. La startup bolognese aveva inoltre già raggiunto un milione di euro, attraverso una campagna di crowdfunding su Kickstarter e Indiegogo, tuttora annoverata nell’1% delle campagne più finanziate di sempre. Infine, l’ingresso dell’istituto finanziari internazionale Barclays, a seguito del programma di accelerazione Techstars in cybersecurity di Tel Aviv, aveva contribuito ulteriormente all’espansione di Cubbit.