La corsa per per raggiungere il pianeta rosso, il dualismo tra Stati Uniti e Cina e il ruolo dell’Europa: intervista a Pietro Veragouth, direttore dello Swiss Institute for Disruptive Innovation e fondatore del centro di ricerca internazionale Mars City
Il pianeta rosso va sempre più di moda. Dopo lo sbarco e le ricerche del rover Perseverance lo scorso febbraio, ci si chiede quando arriverà il momento del primo essere umano su Marte. Lo scorso settembre, durante l’Italian Tech Week di Torino, Elon Musk ha confermato l’obiettivo: “puntiamo ad arrivare su Marte e costruire laggiù una civiltà autonoma”. Il tema delle opportunità industriali ed economiche legate all’avvio della nuova era spaziale è stato al centro anche dell’Aixa – Artificial Intelligence Expo of Applications 2021 a Milano.
I numeri confermano il potenziale del settore: il fatturato dell’industria spaziale globale ammontava, lo scorso anno, a 350 miliardi di dollari, con una crescita che, secondo le stime pubblicate da Morgan Stanley’s Space Team, potrebbe superare i mille miliardi di dollari nel 2040. Il mercato legato alla New Space Economy “sarà quello con la crescita maggiore negli anni a venire, con ricadute dirette e indirette su tutti i settori industriali”, sottolinea Pietro Veragouth, direttore dello Swiss Institute for Innovative Disruption – organizzazione creata nel 2015 da ricercatori e imprenditori per studiare e sostenere l’evoluzione e lo sviluppo industriale negli ambiti più innovativi -, intervenuto ad Aixa e intervistato da StartupItalia.
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Per la prima volta, le opportunità di business sono appannaggio anche delle startup e delle Pmi innovative. Tra tempeste solari e di sabbia, infatti, diventano necessarie le massime competenze ingegneristiche e tecnologiche per garantire la sopravvivenza in un ambiente ostile come quello di Marte. Ambiti come le biotecnologie e le tecnologie nel ramo dell’agricoltura avranno un ruolo centrale, ha affermato il presidente di Mars Society e già advisor della Nasa e di SpaceX, Robert Zubrin. Dunque, date queste premesse, come prepararsi per affrontare l’ignoto?
Nuovo pianeta, nuove opportunità
StartupItalia: La corsa allo spazio e a Marte stanno offrendo nuove occasioni di mercato per le aziende innovative. Quali sono i settori già avviati?
Pietro Veragouth: «I comparti legati ai sistemi satellitari sono nettamente in anticipo nello sviluppo rispetto ad altri ambiti, essendo legati al vecchio mercato. Oggi, però, si aprono scenari nuovi per quanto riguarda l’industria spaziale. Si passa dalla carne sintetica al quantum computing, la comunicazione su base quantistica, fino alla robotica. In questa direzione, l’intelligenza artificiale ricopre un ruolo trasversale e di fondamentale importanza».
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PV: «In poco tempo, queste competenze applicate allo spazio saranno richieste. Ci sarà bisogno, ad esempio, di assistenza psichiatrica e psicoterapeutica durante viaggi a lunga permanenza, piuttosto che di nuovi sistemi di realtà virtuale e aumentata. Tuttavia, se finora la Nasa ha basato l’open innovation su partner esterni quasi sempre statunitensi, attualmente si sta aprendo anche al continente europeo che, grazie all’elevato tasso di tecnologia e innovazione delle sue aziende, ha una grande occasione da non perdere».
Europa (e Italia) protagoniste su Marte?
SI: Cosa manca all’Europa per fare il salto di qualità nel comparto spaziale e sfruttare questa opportunità?
PV: «Le imprese europee hanno tutte le carte in regola, a patto che sappiano implementare la ricerca specializzata e aprirsi a questo nuovo business. In questo momento, quello che ancora l’Europa non ha, a differenza degli Stati Uniti, è una filiera compatta, pervasiva e capillare che permetta di realizzare progetti più estesi e complessi. È proprio per questo scopo che nasce il progetto Mars City. Un centro di ricerca industriale che, integrando diverse competenze in un hub altamente specializzato, si pone l’obiettivo di supportare e favorire le aziende che intendono entrare nel mercato spaziale».
SI: All’interno del panorama europeo, quale ruolo possono giocare le Pmi e le startup nella nuova economia proiettata nello spazio?
PV: «È cambiato innanzitutto il contesto per le startup che operano in questo settore. Compagnie come SpaceX o Blue Origin hanno dimostrato di essere molto più efficienti rispetto agli apparati tradizionali e questo attrae i finanziamenti nella loro direzione. Se inizialmente era problematico per queste società trovare degli investitori, ora sono gli investitori stessi a farsi avanti, in modo sempre più rilevante. Un cambio di paradigma che si riflette, di conseguenza, anche sull’ecosistema delle startup. Da circa due anni, per le neoimprese in grado di presentare delle idee solide è molto più semplice trovare delle risposte concrete sotto l’aspetto degli investimenti».
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PV: «Credo che gli startupper italiani abbiano un potenziale enorme. Oltre all’alto livello intellettuale, di recente ho visto negli imprenditori innovativi in Italia una grande vivacità e una concretezza raramente viste prima. In questo momento, le startup italiane possono fare la differenza in Europa e, nei prossimi anni, competere anche con le realtà statunitensi».
Usa vs Cina, dualismo nella gara verso Marte
SI: Se a livello tecnologico l’Europa sta colmando il gap, sul piano economico resta però una lotta a due, fra le disponibilità dei soliti noti americani, come SpaceX di Elon Musk, e le risorse di Pechino.
PV: «La Cina, l’altra superpotenza concorrente degli Stati Uniti, non vuole rimanere in secondo piano e sta enormemente forzando l’apparato spaziale. Come la storia ci insegna, lo sviluppo del comparto aerospaziale origina da esigenze belliche o di supremazia tra superpotenze, per poi passare all’utilizzo civile. Non a caso, il governo cinese ha dato negli ultimi tempi delle dimostrazioni di forza, come il recente lancio di un razzo ipersonico (e l’atterraggio su Marte della sonda Tianwen-1, contenente il rover Zhurong, a maggio 2021, ndr)».
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SI: In una contesa del genere, quanto tempo occorrerà per vedere il primo piede su Marte?
PV: «Credo che una data reale per lo sbarco dell’uomo su Marte sia il 2032, ma non escludo possa essere raggiunto anche prima».