Nell’ecosistema non sempre c’è trasparenza: i casi emblematici di Faraday Future ed Electric Last Mile Solutions
L’elettrico è un trend partito anni fa, sul quale ormai tutte le case automobilistiche hanno qualcosa da dire, produrre e sviluppare. C’è Toyota che sta realizzando un’intera città in Giappone, Woven City, per auto a zero emissioni e perfino a guida autonoma; Ford ha annunciato un piano da oltre 20 miliardi di dollari per elettrificare la propria flotta; e poi ci sono i primi della classe, come Tesla, che hanno fatto da apripista e ora raccolgono i frutti. Sì, ma anche i problemi legati alle innovazioni nel campo della mobilità. La transizione ecologica non costa soltanto in termini di posti di lavoro e di riconversioni industriali. C’è anche il versante tecnologia dove, a volte, la strada non è affatto in discesa e la sostenibilità non è così facile nei fatti.
Leggi anche: Ibride ed elettriche sempre più veloci: già sorpassate le auto diesel (sul mercato)
Un altro richiamo di Tesla
Abbiamo fatto cenno a Tesla, l’azienda guidata da Elon Musk. Come si legge sul Washington Post, la casa automobilistica dovrebbe richiamare oltre 50mila delle sue elettriche a causa di un problema al software di assistenza alla guida che non sarebbe particolarmente efficiente agli stop. I modelli oggetto di analisi sono le Model S, le Model 3, le Model X Suv e le Model Y. Da anni si discute di prospettive per l’auto a guida autonoma e la stessa funzione di Tesla chiamata Full Self-Driving (in fase beta) non va intesa come una tecnologia che solleva l’autista da qualsiasi compito o responsabilità. Su questo aspetto sia Tesla sia gli enti regolatori sembrano concordi nel dire che un’auto non è mai del tutto autonoma. Ne va della reputazione di tutte le case automobilisticheimpegnate a investirci e, soprattutto, della sicurezza di tutti noi.
Leggi anche: Gigafactory, il progetto a Torino. Intervista al Ceo di Italvolt Lars Carlstrom
Ma non è soltanto Tesla a riscontrare problemi legati alla tecnologia. Come si legge sulla Reuters, uno studio della American Automobile Association ha evidenziato quanto i software che dovrebbero rendere più sicura la guida quando l’autista si distrae non funzionano sempre come dovrebbero. «I sistemi di monitoraggio del conducente sono un buon primo passo per prevenire incidenti mortali, ma non sono infallibili», ha dichiarato il direttore Greg Brannon. A dimostrazione del fatto che la guida non sarà mai del tutto autonoma e che la prudenza è la base indispensabile prima di mettersi al volante.
Eppure l’elettrico corre
Le difficoltà legate a episodi di singole aziende sono fatti che vanno senz’altro documentati. E inseriti d’altra parte in un contesto di mercato globale in cui le auto elettriche continuano a correre nelle vendite: Quattro Ruote riferisce che il 2021 è stato un anno di transizione, in cui le macchine ricaricabili hanno superato quelle a gasolio per quota di mercato. Cresce l’elettrico sì, ma in un’economia delle quattro ruote che vede pesanti segni “-” anche in Italia. A cominciare dalle immatricolazioni: a gennaio 2022 sono crollate di quasi il 20% rispetto al 2020 (e di oltre il 34% rispetto al 2019). Anche in questo caso, però, si distinguono in positivo le ibride e le elettriche:, sempre da Quattro Ruote apprendiamo che “le mild hybrid a benzina salgono del 15,2%, mentre le full hybrid crescono del 29,5%”.
Auto elettriche: guai per le startup
Ma i problemi dell’ecosistema auto elettriche non riguardano soltanto le tecnologie. C’è anche un serio punto di leadership e di trasparenza, che sta mettendo nei guai alcune aziende del settore. Come si legge su Reuters, il produttore di furgoni per le consegne Electric Last Mile Solutions ha comunicato che due delle figure più al vertice dell’impresa si sono dimessi: i problemi riguarderebbero l’amministratore delegato James Taylor e il presidente Jason Luo, i quali secondo un’indagine interna hanno acquistato azioni con sconti sostanziali rispetto al valore di mercato poco prima dell’annuncio della quotazione in Borsa nel dicembre 2020.
Sempre guardando alle realtà innovative dell’automotive, il caso di Faraday Future è un altro esempio di pessima gestione. Stando a quanto leggiamo su TechCrunch, il consiglio di amministrazione è stato riformato, un dirigente è stato sospeso, mentre altri due hanno visto ridursi il proprio stipendio. Questo perché, secondo un’indagine interna, alcuni dipendenti avrebbero dato informazioni sbagliate agli investitori. Fondata nel 2014, Faraday Future si è quotata nell’estate 2021 e fin dalle origini la startup che produce veicoli elettrici avrebbe avuto problemi legati a una scarsa trasparenza delle informazioni.