Secondo i dati dell’Osservatorio IoT del Politecnico di Milano, nel 2021 l’IoT vale più di 7 miliardi, ma non tutti sono pronti
Nel 2021, I’Italia ha segnato un +22% di oggetti connessi, 1,8 per abitante, per un totale di 110 milioni, mentre l’offerta di servizi è aumentata del 25%. Un mercato, quello dell’Internet of Things, che nel nostro Paese, oggi, vale 3 miliardi di euro; circa il 40% del settore IoT complessivo. A riferirlo sono i dati emersi dalla ricerca effettuata dall’Osservatorio Internet of Things della School of Managment del Politecnico di Milano, che, durante lo scorso anno, ha contato 37 milioni di connessioni cellulari (+9%) e 74 milioni abilitate da altre tecnologie di comunicazione (+25%), mentre 2 milioni di connessioni avvengono tramite reti LPWA (+100%). In forte crescita sono, soprattutto, i settori della Smart City, della Smart Home, della Smart Factory e dell’Assisted Living: ambiti in cui l’Internet of Things può giocare un ruolo chiave, per 30 miliardi di euro di risorse complessive.
“Il mercato dell’Internet of Things si trova in una fase di grande sviluppo – afferma Giulio Salvadori, direttore dell’Osservatorio IoT – Sia dal punto di vista della crescita economica che della consapevolezza dei vari attori. Aziende, pubbliche amministrazioni e consumatori sono sempre più interessati a gestire da remoto asset e dispositivi smart, attivandone servizi e funzionalità avanzate. Si assiste anche al lancio di nuove strategie e modelli di business basati sulla servitizzazione e a un generale incremento delle aspettative per il futuro”.
Smart Cities, mobility, living: verso una società sempre più connessa
La spinta maggiore, sul mercato. viene data delle applicazioni che utilizzano tecnologie di comunicazione non cellulari, che valgono 3,9 miliardi di euro, +30% rispetto al 2020, mentre per quanto riguarda le applicazioni che sfruttano la connettività cellulare la crescita risulta più contenuta, +6% a 3,4 miliardi di euro. “Tra i nuovi attori destinati ad essere sempre più coinvolti grazie alle opportunità offerte dalle soluzioni Internet of Things, possiamo citare numerose startup emergenti soprattutto in ambito Smart City & Building e in ambito Smart Mobility. Specialmente nell’ultimo triennio, diverse startup hanno ricevuto finanziamenti importanti sia a livello nazionale che internazionale – afferma Elisa Vannini, ricercatrice dell’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano – Tra le startup che nell’ultimo triennio hanno ricevuto i finanziamenti più cospicui in Italia, è interessante il caso di Enerbrain (6,8 milioni di dollari raccolti), azienda torinese che fornisce una soluzione che permette la gestione da remoto degli impianti di riscaldamento, raffrescamento e ventilazione (HVAC) di un edificio, connettendoli al cloud. Ma troviamo anche esempi di startup innovative che si occupano di mobilità intelligente nel campo della sostenibilità: due ambiti applicativi dove le soluzioni IoT sicuramente stanno avendo un impatto molto importante. Tra queste, possiamo citare Round T Block, E-gap, Park Smart, ShargeMe, Auting, Sense Square e T.net come esempi virtuosi”.
Si va verso un’interoperatività e un’interconnessione che non ha più a che fare soltanto con il singolo individuo, ma con l’intera società e che riconosce nel PNRR un’importante occasione che apre a grandi opportunità. Molti degli investimenti previsti all’interno del Piano – dalla Smart Factory alla Smart City, passando per lo Smart Building e l’Assisted Living – riguardano, infatti, ambiti in cui l’Internet of Things può giocare un ruolo chiave, per 30 miliardi di euro di risorse complessive. “La transizione ecologica potrà essere supportata da processi più efficienti, strumenti smart che permettano di ridurre i consumi di energia e di prevedere quando un macchinario ha bisogno di manutenzione, prima che questo si guasti – afferma Angela Tumino, direttrice dell’Osservatorio Internet of Things – Su tutti questi fronti l’Internet of Things può svolgere un ruolo importante e la riprova di questo sta nei quasi 30 miliardi di euro contenuti nel PNRR che riguarderanno progetti basati su tecnologie IoT”.
Leggi anche: Che cosa fa Enerbrain, la startup che ha vinto i 300K del Premio Marzotto 2019
La ricerca del Politecnico: che ruolo giocano i fondi del PNRR nell’IoT
«Il PNRR offre opportunità per l’Internet of Things in diversi ambiti applicativi. I 14 miliardi di euro sono previsti in ambito Smart Factory, all’interno della missione 1 “Transizione 4.0 e investimenti ad alto contenuto tecnologico”; circa 8 miliardi di euro rientrano invece nelle missioni 1,2,3 e 5 con l’obiettivo di supportare il processo di digitalizzazione delle città italiane, con un potenziamento delle tecnologie per la Smart City, e l’aggiunta di servizi abilitati dalla connettività – riferisce la ricercatrice Vannini – Ad esempio, i servizi che rientrano nel perimetro del cosiddetto “mobility as a service”: i piani urbani intelligenti, i progetti in ambito Smart Road e di sviluppo delle infrastrutture di ricarica elettrica. Infine, anche l’attenzione all’efficienza energetica delle strutture pubbliche e private, nonché la tutela delle persone al loro interno, anche attraverso servizi di assistenza domiciliare, sono punti focali del PNRR. Il Piano infatti prevede anche investimenti per un valore di 4 miliardi di euro in ambito Smart Building e Assisted Living». Negli investimenti destinati alle Smart Grid, il PNRR prevede 3,6 miliardi per migliorare l’efficienza della rete e aumentarne la capacità, così da favorire, ad esempio, il passaggio a riscaldamento e raffrescamento con pompe di calore e, in generale, una migliore gestione della produzione distribuita di energia elettrica. Accanto a questi ambiti principali, ulteriori interventi sono legati indirettamente alle tecnologie Internet of Things, per consolidarne l’infrastruttura abilitante, come quelli previsti per le reti ultraveloci (banda ultra-larga e 5G), il rinnovo di mezzi di trasporto e la digitalizzazione della logistica.
“In 2 aziende su 3 – evidenzia Giovanni Miragliotta, responsabile scientifico dell’Osservatorio Internet of Things – il contesto legato al Covid ha avuto ripercussioni sulle decisioni di investimento in nuovi progetti di Industrial IoT. Il 36% delle grandi imprese e il 40% delle PMI ha deciso di aumentare gli investimenti. Una percentuale più bassa, rispettivamente il 31% e il 23%, ha, invece, ridotto il budget destinato a questi progetti”. Un settore che ha, indubbiamente, sofferto lo stop imposto dalla pandemia ma che, oggi, si avvia verso una ripresa con un nuovo slancio. Ma se le risorse ci sono, noi siamo pronti?
I dati del Politecnico: aziende e PMI sono pronte al cambiamento digitale?
Se, da un lato, le grandi aziende intervistate hanno ben chiare le potenzialità di tali misure (il 70% ritiene che il PNRR porterà grandi opportunità per investire in tecnologie IoT), dall’altro, le PMI non sanno fornire un parere in relazione a tale tematica (28% del campione), dimostrando una certa distanza rispetto al tema. Il 96% delle grandi aziende che hanno partecipato all’indagine dichiara di conoscere le soluzioni IoT per l’Industria 4.0, ma solo il 46% delle PMI ne ha sentito parlare. Il 69% delle grandi aziende ha avviato almeno un progetto, mentre solo il 27% delle PMI ha fatto altrettanto. Rispetto al 2020, si registra una lieve riduzione del gap esistente tra grandi imprese e PMI in termini di conoscenza (-3%) e a un lieve aumento per quanto riguarda la diffusione dei progetti (+3%), segnali che evidenziano come le PMI non riescano ancora a dare una svolta decisiva verso l’innovazione in ottica 4.0.
Sul fronte dell’interoperabilità, prosegue l’evoluzione delle tecnologie abilitanti e il rafforzamento degli ecosistemi. In particolare, nel corso del 2021 si è consolidato lo sforzo delle aziende membri della Connectivity Standard Alliance (CSA) verso la stesura del nuovo protocollo per l’interoperabilità della Smart Home, altro settore che sarà fortemente interessato da questo switch verso il digitale. “Le nuove frontiere dell’IoT vedranno il coinvolgimento di due tecnologie alleate: l’intelligenza artificiale e lo sviluppo della rete 5G. L’Osservatorio IoT prevede che, anche se ad un passo differente, a seconda dell’avanzamento tecnologico necessario all’evoluzione di ogni specifico ambito, gli ambiti della Smart Factory, della Smart Home e della Smart City saranno i primi riscontrare un primo forte impatto dovuto all’evoluzione tecnologica delle soluzioni IoT”, conclude la dottoressa Vannini.