Anche gli unicorni si azzoppano. Qualche settimana fa TechCrunch ha titolato “Losing the horn”. Ma è davvero così? Su StartupItalia al via un confronto con i VC sui campioni mondiali dell’innovazione. Intervista a Mariarita Costanza, cofounder di Macnil ed Everywhere
Unicorni scornati è il nostro speciale sullo stato di salute degli unicorni e quindi sulle aziende valutate almeno 1 miliardo di dollari. Pochi mesi fa TechCrunch ha pubblicato un articolo dal titolo assai eloquente: “Losing the horn”. «Gli ultimi anni sono stati su un ottovolante per il branco di unicorni del mondo delle startup. Due anni fa abbiamo visto un numero record di aziende superare il traguardo della valutazione di 1 miliardo di dollari. Ma quello slancio si è rallentato fino a ridursi lo scorso anno e le condizioni di mercato di questo 2023 sembrano destinate a invertire la rotta», ha scritto Rebecca Szkutak. Noi siamo partiti da una semplice domanda: che fase storica è per gli unicorni in Italia e nel mondo? Un modo per comprendere lo stato di salute dei grandi player tra rischi, cautele, opportunità.
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Cofounder di Macnil ed Everywhere, Mariarita Costanza, assieme al marito, Nicola Lavenuta, 22 anni fa hanno gettato le basi per la nascita di un polo tecnologico di eccellenza a Gravina in Puglia, sua terra natale. Oggi quelle basi si sono concretizzate nella creazione di un ecosistema che guarda all’innovazione, alle ultime generazioni, alle nuove professionalità e a tecniche sempre più all’avanguardia. Un “Vivaio Digitale” dove poter mettere a disposizione di nuove imprese e giovani tanta innovazione, contaminazione e tecnologia, con la sfida di allargare la “Murgia Valley”, un’area prettamente agricola e dedita all’artigianato. Per il nostro speciale Unicorni Scornati abbiamo voluto capire quale è il suo punto di vista da investitrice.
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Quali sono, secondo lei, le principali motivazioni per cui spesso accade che gli unicorni “perdano il corno”?
Per “unicorno” si intende una startup che ha raggiunto una valutazione miliardaria. Perché questo sia possibile, gli unicorni devono disporre del capitale necessario a far crescere l’attività e scalare rapidamente. Capitali provenienti da investitori di capitale di rischio, che vedono il potenziale in queste aziende e sono disposti a investire somme significative di denaro. Purtroppo si tratta di processi di crescita così rapidi da non garantire il tempo necessario per la giusta e completa validazione del prodotto/servizio sul mercato, per cui ci si vede costretti, dopo la fase di lancio che fa presupporre ad una scalata veloce, a cambiare il modello di business.
Perché in Italia è così difficile diventare unicorni?
Credo che il concetto di “unicorno”, nato sicuramente non in Italia, sia stato adottato impropriamente dall’ecosistema delle startup italiano. Nel nostro Paese, infatti, ci sono condizioni culturali diverse rispetto ad altre parti del mondo ed è differente lo stesso concetto di imprenditorialità. Infine, mancano due elementi direi imprescindibili per un unicorno che – al contrario – caratterizzano gli ecosistemi dell’innovazione in altre zone: le dimensioni del mercato e la presenza di investitori di capitale di rischio, i venture capital. Tutto questo determina in Italia la difficoltà a generare unicorni.
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Cosa si dovrebbe fare per incentivare lo sviluppo di startup che potrebbero diventare unicorni?
Per cambiare la situazione e poter competere col resto del mondo dell’innovazione, servono prima di tutto venture capital, pronti a investire e rischiare somme di denaro importanti su idee di mercato nuove e innovative. Inoltre, ai fini della scalabilità è importante avere idee di business che si rivolgano al mercato globale. Il tempo, poi, farà il suo corso e il numero di startup, e potenziali unicorni, aumenterà anche in Italia.
La guerra e i rincari post pandemia incidono sulla nascita di unicorni?
Sicuramente lo scenario globale non è dei migliori, veniamo da tre anni pazzeschi, che nessuno avrebbe mai pensato di vivere. Passata l’emergenza sanitaria da Covid 19, la guerra in Ucraina, che ha provocato un aumento dei prezzi delle materie prime in generale ma anche una percezione di incertezza rispetto al futuro, che influisce sul business, mi auguro che presto si possa davvero ricominciare a vivere e a credere nel futuro.
Investitori e business angel cosa cercano in questo momento?
Gli investitori vanno alla ricerca di idee di business innovative e scalabili, ma soprattutto di persone appassionate che credono nel loro progetto e sono disposte a tutto pur di portarlo al successo e renderlo un unicorno.