Il Pirellino si tinge di verde (e di arancione e rosso): arriva un edificio che mangia lo smog. Dietro sempre l’archistar Stefano Boeri
Il Bosco verticale è tra gli edifici moderni più noti, apprezzati e studiati al mondo, esempio di cosa è in grado di fare l’architettura contemporanea quando prova ad armonizzarsi con la natura e con l’ambiente. Presto però l’opera di Stefano Boeri, già candidata a essere uno dei simboli della nuova Milano, potrebbe ritrovarsi un avversario in casa: la Torre botanica.
Un avversario interno in tutti i sensi: sorgerà sempre a Milano e avrà comunque la firma dell’archistar Stefano Boeri. A vederla così pare un po’ una metà strada tra un sandwich rimasto troppo a lungo in frigorifero e il risultato di un carotaggio nel terreno.
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L’edificio, che ricorda le grafiche dei libri di scienze che spiegano la composizione della crosta terrestre è in realtà l’avveniristico progetto elaborato da Diller Scofidio + Renfro e Stefano Boeri Architetti. Si tratta di un progetto scelto all’interno di un concorso internazionale al quale hanno partecipato 70 raggruppamenti con 359 studi di architettura.
È il nuovo volto del Pirellino di Milano, il complesso di edifici di via Pirelli acquistati nel 2019 da Coima per 175 milioni di euro ed è a sua volta destinato a cambiare colore molto spesso, col passare delle stagioni, per via della vegetazione scelta con cura così da dare il massimo a livello cromatico. Un nuovo grattacielo nello skyline di Milano da 1.700 metri quadrati di vegetazione distribuiti su più piani, a strati come le torte delle nonne. Secondo i progettisti costituirà un polmone verde in grado di produrre 9 tonnellate di ossigeno l’anno e assorbire 14 tonnellate di anidride carbonica.
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Con 2.770 metri quadri di pannelli fotovoltaici la Torre botanica sarà pure un po’ bionica e in grado di produrre il 65% del proprio fabbisogno energetico. Il complesso, per la cui realizzazione occorrerà l’investimento di circa 1 miliardo di euro (ma creerà non meno di 5mila posti di lavoro), conterà tre edifici: il Pirellino trasformato, la nuova Torre botanica e il ponte scavalca via Melchiorre Gioia che diventerà una serra, ma anche uno spazio espositivo al chiuso. Al momento non c’è nemmeno una data di inizio lavori, ma ci piace pensare che la Milano ferita dal Covid-19 possa ripartire quanto prima proprio con questo progetto green.