A Firenze il 19 settembre gli stati generali sull’intelligenza artificiale e il suo impatto sulla società. Racconteremo la rivoluzione in atto e le realtà più promettenti legate all’AI
Conto alla rovescia per gli stati generali sull’intelligenza artificiale, previsti martedì 19 settembre nella nuova tappa dello StartupItalia Open Summit SIOS23 Florence a Firenze. Appuntamento negli spazi dell’Innovation Center di Fondazione CR Firenze. Intanto su StartupItalia iniziamo un viaggio tra le più promettenti startup legate all’AI. Un modo per comprendere come l’ecosistema italiano dell’innovazione sta affrontando uno dei temi più strategici di questo periodo storico. L’appuntamento è promosso con Nana Bianca. Iscriviti per partecipare dal vivo e scopri di più sul programma.
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INPOI e l’intelligenza artificiale
Il nostro viaggio tra le startup che quotidianamente si occupano di intelligenza artificiale prosegue alla scoperta di nuove prospettive e punti di vista. Questa volta abbiamo intercettato Inpoi, startup che si occupa di intelligenza artificiale applicata al settore delle valutazioni immobiliari. «Inpoi sfrutta l’AI nel campo dell’immobiliare per valutare il valore di un immobile, che lo si voglia vendere, comperare, affittare o ristrutturare – ha commentato il CEO e cofounder della startup, Gian Luca Ranno – Abbiamo rilasciato il 14 giugno l’ultima versione del nostro valutatore, che integra l’AI per migliorare la clusterizzazione, la lettura e l’output dei dati. Ma questo è solo il punto di partenza. In cantiere abbiamo anche altri progetti che sfruttano l’AI, come il valutatore di Work – Life – Balance, con l’obiettivo di valutare i benefici del recupero di spazi abitativi rispetto alle nuove costruzioni, prestando sempre attenzione alla sostenibilità, alla qualità ambientale, alla presenza di servizi, al patrimonio culturale e paesaggistico». In quest’ottica, Inpoi ha sviluppato un algoritmo in grado di valutare la migliore soluzione per la gestione del patrimonio immobiliare di ogni utente tra vendita e affitto a breve, medio e lungo termine.
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AI, quali le prossime direzioni?
Ma il settore immobiliare italiano è davvero pronto per questa rivoluzione? «Dal nostro punto di vista, l’AI può avere un notevole impatto economico nel settore immobiliare perché aiuta a migliorare l’efficienza nella valutazione e nella gestione degli immobili, potenziando la consapevolezza dei clienti e promuovendo il recupero di spazi abitativi – afferma il CEO di Inpoi – Questo potrebbe stimolare l’attività economica, favorire gli investimenti e migliorare la qualità della vita delle persone, oltre che garantire una consapevolezza anche ai piccoli investitori a livello gestionale. Per questa ragione è importante promuovere l’adozione dell’AI in modo strategico, al fine di stimolare l’innovazione e la competitività». Per Inpoi i settori che più potranno trarre beneficio dall’applicazione dell’intelligenza artificiale, oltre a quello immobiliare, sono quelli relativi alla sanità, all’automotive, all’industria manifatturiera, alla finanza, al marketing, all’assistenza clienti e molti altri in cui l’AI può essere utilizzata per l’ottimizzazione dei processi, l’analisi dei dati e l’automazione di compiti complessi.
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Future applicazioni per l’AI
Secondo Gian Luca Ranno, l’intelligenza artificiale potrà creare nuove opportunità di lavoro e migliorare la creatività umana in molti settori, in particolar modo in quelli ad “alto rischio” di automazione, che includono lavori di routine e ripetitivi, mentre ciò che richiede creatività, empatia e decisioni complesse è meno suscettibile all’automazione. «La trasformazione del mercato del lavoro richiede una riflessione approfondita sull’adattamento alle nuove sfide e alle opportunità che l’AI porta con sé – conclude il CEO – Allo stesso tempo, l’intelligenza artificiale ha bisogno di essere regolamentata, con l’obiettivo di garantirne un uso sicuro e responsabile. Inoltre, si dovrebbe anche riflettere sull’impatto economico e occupazionale, esaminando come l’AI stia influenzando l’economia e il mercato del lavoro, discutere di nuove misure per mitigare i possibili impatti negativi, come la perdita di posti di lavoro, e affrontare con più attenzione le questioni etiche legate al tema. Tra queste: la discriminazione algoritmica, la privacy dei dati e la trasparenza nei processi decisionali».