Venerdì scorso lo avevano licenziato. Si chiude così una crisi surreale
In meno di una settimana si è risolta una delle crisi più surreali degli ultimi anni all’interno di una società tecnologica. Dopo essere stato licenziato da Ceo di OpenAI venerdì 17 novembre, Sam Altman ha raggiunto un accordo con la società che ha fondato nel 2015 per tornare amministratore delegato. In un post su X lo stesso imprenditore ha esordito dicendo di amare OpenAI, aggiungendo anche un elemento rispetto a un iniziale scenario che lo avrebbe visto alla guida di un team di ricerca sull’intelligenza artificiale dentro Microsoft. Quell’eventualità gli sembrava la decisione migliore per il suo futuro, ma subito dopo l’intervento del Ceo di Microsoft Satya Nadella in un’intervista a Bloomberg è apparso chiaro che in corso ci fosse una trattativa per riportare Sam Altman in OpenAI.
Nei giorni scorsi sui social – X soprattutto – decine e decine di dipendenti di OpenAI hanno solidarizzato con Altman. Oltre 500 di loro si sono perfino detti pronti a migrare a Microsoft per seguirlo. Nel nuovo board di OpenAI siederanno Bret Taylor, Larry Summers e Adam D’Angelo. La crisi sembra dunque risolta in meno di una settimana, anche se soprattutto Microsoft (che in OpenAI ha investito 10 miliardi di dollari a inizio 2023) punterà a rivederne la governance.