Le mandibole del re dei dinosauri potevano esercitare pressioni pari e superiori alle 6 tonnellate
Non ci volevano certo gli scienziati per capire che il T-Rex avesse un morso micidiale, con la presa della mandibola in grado di esercitare pressioni oggi impossibili da trovare in natura. Ma il lavoro svolto dai ricercatori di tre università statunitensi (dell’Indiana, del Missouri e dell’Ohio) permette di definire più nel dettaglio la potenza spaventosa di quelle fauci.
Un mostro piumato dal morso spaventoso
I risultati, appena pubblicati su The Anatomical Record, si basano su una mappa tridimensionale del cranio dell’animale, ricostruita fedelmente partendo dai tanti reperti fossili che sono arrivati fino a noi (qui il VIDEO 1 – VIDEO 2 – VIDEO 3).
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Sebbene secondo le ultime ricostruzioni il T-Rex dovesse apparire parzialmente piumato e quindi, all’occhio, meno spaventoso, era solo apparentemente meno pericoloso delle controparti cinematografiche apparse digitalmente nella saga di Jurassic Park. Le mandibole potevano infatti esercitare pressioni pari e superiori alle 6 tonnellate.
Le fauci del T-Rex
Il T-Rex era insomma una vera e propria macchina da guerra con uno “schiaccianoci” al posto del cranio. Negli anni anni si sono succedute diverse teorie che hanno provato a spodestare il “re” dei dinosauri al ruolo di misero becchino.
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Probabilmente non sapremo mai se questo colosso cacciasse attivamente le proprie prede o se si limitasse a ripulire le carcasse, quel che è certo è che era dotato di un morso in grado di frantumare carapaci, sbriciolare ossa, distruggere corni e protuberanze. Insomma, se era un predatore era senz’altro in grado di azzerare le – tante – difese di erbivori e carnivori durante furibondi combattimenti preistorici.
Illustrazione di Brian Engh ripresa da Mizzou News, sito dell’Università del Missouri
Lo studio smonta alcune delle teorie passate che avevano ipotizzato che il T-Rex avesse un cranio mobile, come quello di alcune lucertole e di diversi serpenti, in grado quindi di adattarsi all’oggetto che subiva il morso. Secondo l’animazione 3D, avrebbe agito in modo compatto sulla vittima così da esercitare la maggior pressione possibile in modo devastante. Aveva invece piccoli ammortizzatori interni per proteggere gli organi del T-Rex dai contraccolpi del morso. Avete presente le rollbar delle auto da rally? Qualcosa di simile.
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Il professor Kaleb Sellers dell’Università del Missouri ha spiegato: “Finora i ricercatori avevano considerato soltanto l’aspetto osseo del T-Rex, senza guardare all’insieme di tutte le connessioni comprendenti legamenti e cartilagini che regolavano l’interazione tra le ossa”. Secondo il paleontologo Eric Snivley, questo studio permette “di comprendere come questo animale riuscisse a mordere con una forza tale da sollevare diversi pick-up”.