Per far fronte alla emergenza senza precedenti determinata dal coronavirus, gli ospedali si stanno attrezzando con le nuove tecnologie che possono dare un importante aiuto a soddisfare le esigenze di pazienti e medici. E’ il caso per esempio della Città della Salute di Torino, che si è organizzata per seguire i propri pazienti a domicilio senza farli andare in ospedale.
Il Centro Regionale Esperto per la SLA ed il Centro per le Malattie Neuromuscolari sono attivi e stanno garantendo, in questi giorni di grandissima emergenza, tutte le prestazioni essenziali grazie alla telemedicina, come da disposizioni Regionali, grazie alla collaborazione del loro personale (medici, psicologi, tecnici di ricerca, logopedista, assistenti sociali, TNPEE). Simfer la società italiana di fisiatria a metà marzo ha messo a disposizione per tutti i suoi iscritti un servizio di telemedicina, che offre tele consulti alle persone con condizioni disabilitanti. Il servizio è gratuito e chi ne ha bisogno può inviare una mail a [email protected]

Il problema di chi non ha il coronavirus
Da quando L’Istituto superiore della Sanità ha predisposto un piano che prevede ed incoraggia l’utilizzo della telemedicina per permettere che le strutture ospedaliere, localizzate nelle aree sinora coinvolte dal contagio, utilizzino il tele-consulto, le iniziative in tal senso si sono letteralmente moltiplicate. Il tele consulto e la telemedicina in genere sono applicazioni che permettono in questi momenti in cui gli spostamenti sono ridotti all’osso di visitare o monitorare i pazienti al loro domicilio. Il 23 Marzo il Ministro per l’Innovazione tecnologica, insieme al Ministero della Salute e all’Istituto Superiore di Sanità all’Oms, hanno promosso un bando per trovare app di telemedicina per i pazienti che sono a casa, sia perché affetti da Covid-19 sia a causa di altre patologie, anche croniche. “Rientrano in questo ambito – precisa un comunicato congiunto di Iss, Ministero della salute e Ministero dell’Innovazione – app e chatbot per l’automonitoraggio delle condizioni di salute, rivolte a tutti i cittadini o solo ad alcune fasce, come i soggetti sottoposti a isolamento fiduciario”. Il soccorso della tecnologia in una fase cosi drammatica potrebbe essere un valore aggiunto fondamentale anche per monitorare pazienti affetti da patologie croniche che hanno bisogno di cure e controlli periodici e costanti. L’imperativo in questi giorni per tutti è chiaramente quello di non intasare ulteriormente ospedali già al limite del collasso.
Come ci dice il dott. Bartolo, responsabile del reparto avanzato di telemedicina dell’ospedale S. Giovanni di Roma “Il problema serio di cui ancora non si parla molto per le note emergenze legate al virus, ma che probabilmente scoppierà fra qualche giorno riguarda i pazienti non colpiti da coronavirus, che magari hanno giustamente paura di venire all’ospedale. Tre giorni fa un mio collega del reparto di cardiologia del Gemelli mi ha raccontato di aver ricoverato un paziente colpito da infarto da sei giorni, cosa mai vista. La telemedicina può essere di grande aiuto proprio per questi pazienti, oltre a fornire tutta una serie di monitoraggi per le persone affetti da covid-19 non in grave crisi respiratoria.”
E si perchè effettivamente l’entità del problema di chi ha bisogno di assistenza in ospedali che devono sopportare sovraccarichi di lavoro assolutamente abnormi, e che sopratutto devono osservare rigidissime misure di limitazione agli ingressi, ancora non si conosce pienamente, ma come mi dice anche il professor Gianfranco Parati dell’ospedale Auxologico di Milano, nel centro della emergenza da Covid-19, potrebbe presto diventare una nuova grave emergenza a cui far fronte. “ Siamo da giorni in trincea. Non esistono orari e la situazione purtroppo pare peggiorare di giorno in giorno. Il problema serio è che non abbiamo posti letto per malati da altre patologie come il parkinson o l’alzheimer o chi soffre di ipertensione. Per la telemedicina noi abbiamo destinati i medici cosiddetti “fragili” e cioè che presentano patologie come gli immunodepressi o gli oncologici che certo non possono stare a contatto con contagiati. Noi abbiamo dovuto destinare praticamente tutto l’ospedale ai malati da COVID-19, ma grazie all’aiuto della Regione Lombardia e alla telemedicina, riusciamo ad assistere i nostri pazienti cronici e quelli che presentano patologie che bisogna sempre monitorare ”.

Il ruolo dei privati
Il problema è che non tutte le Regioni hanno l’organizzazione della Lombardia come ben si sa, e in molti casi lo sviluppo della telemedicina è stato rallentato dalla burocrazia e dal mancato buon utilizzo dei fondi. Anche alcune aziende private, in questi giorni di emergenza, stanno facendo la loro parte in tal senso, come nel caso di Zucchetti spa, che ha messo a disposizione di tutti gli ospedali italiani un avanzato software di telemedicina per monitorare, anche al di fuori della struttura ospedaliera, i parametri necessari a valutare lo stato di salute del paziente in via di guarigione da COVID-19: temperatura corporea, saturazione e battito cardiaco.
Questo consente di prendere in carico il paziente non grave, monitorarlo, ed evitare che il peggioramento delle sue condizioni di salute ricada in una patologia seria, senza possibilità di intercettarla per tempo. La Regione Lazio ha lanciato da pochi giorni una app “Lazio Doctor Covid” per un rapido ed immediato monitoraggio delle persone che si trovano in sorveglianza domiciliare. Il medico potrà accedere online o attraverso la app, che partirà prima per Android e a breve anche per la piattaforma Ios. La comunità di Sant Egidio ha da pochissimo implementato un servizio di tele consulto per persone fragili e con patologie diverse dal corona virus con circa 200 medici refertanti di 21 branche specialistiche. Per ora disponibile solo nella città di Roma, a cui ci lavorano circa 70 volontari tra cui una ventina di infermieri. Il servizio è attivo Tutti i giorni dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19 al numero 06 8992299.
“L’ospedale è stato completamente riorganizzato come da indicazioni regionali e nazionali e si è quasi completamente bloccato per dedicare tutte le risorse ai malati di Covid-19 che stanno arrivando – racconta Mario Guidotti primario di neurologia all’ospedale Valduce di Como – abbiamo predisposto un’intera ala al primo piano, che è già piena, e ne abbiamo appena messa a disposizione un’altra, oltre alla Terapia intensiva. Sicuramente, in una simile situazione, la telemedicina che qui a Valduce abbiamo implementato da anni può essere fondamentale per dare sollievo a quei professionisti come i pneumologhi che in questo momento sono inevitabilmente sotto pressione. Grazie al nostro servizio di telemedicina possiamo far si che essi possano controllare i pazienti ricoverati in altre strutture o a casa, senza doversi spostare, che in momenti come questi è impensabile, considerando che da noi uno di essi è risultato positivo al covid-19.”