I giorni scorrono sempre più veloci, il 18 dicembre si avvicina e con esso anche lo StartupItalia! Open Summit al Palazzo del Ghiaccio di Milano.
Startup e innovazione tecnologica, questi saranno i trending topic dell’evento. Ma certo non si potrà fare a meno di parlare anche di hacker e sicurezza informatica. Tematiche oggi sempre più presenti sui giornali. Ecco perché uno degli speaker di riferimento, capace di guidarci e fare luce pure negli angoli più oscuri della materia, sarà Alvise Biffi, entrepreneur nei campi della Cyber Security e Digital Solutions.

Tra startup e Assolombarda
Dopo essersi laureato in Economia Aziendale all’Università Bocconi, Alvise Biffi ha iniziato fin dal 1999 nell’ambito della consulenza strategica concentrandosi principalmente nel settore delle Digital Solutions. Contemporaneamente, nel corso degli anni ha curato l’avviamento commerciale per diverse startup. Alcuni nomi: Secure Network Srl, PMI innovativa specializzata in servizi di offensive information security in ambito Finance e Industrial; oppure la startup FutureNext Srl, incubata al Polihub di Milano, che sta lanciando l’innovativo plug-in ZAKEKE per customizzazioni 3D di prodotto; o, precedentemente, BookingShow Spa, leader nel ticketing di eventi musicali e sportivi, acquisita nel 2017 dal gruppo Best Union.
Dal 2005, inoltre, Alvise Biffi è entrato a fare parte in modo attivo di Assolombarda, l’associazione delle imprese industriali e del terziario dell’area milanese, ricoprendo diversi importanti ruoli istituzionali
Intervista
Open innovation: quanto il modello produttivo italiano è già aperto all’innovazione trasversale e quanto ancora bisogna fare?
I dati per il 2017 dell’Osservatorio Open Innovation e Corporate Venture Capital di Assolombarda, Italia Startup e SMAU dicono che ci sono oltre 6.000 imprese che hanno investito in startup innovative, con un trend di crescita del 45% rispetto allo scorso anno. Considerando le centinaia di migliaia di imprese italiane oggi esistenti e attive sul suolo nazionale, viene da dire che ovviamente c’è ancora molto da fare. Rispetto ad altri Paesi europei siamo all’inizio…il percorso che si è deciso di intraprendere mi pare avviato nella giusta direzione.