L’indagine sul credito bancario nell’area dell’euro di ottobre 2020 mostra un significativo irrigidimento dei criteri di concessione del credito alle imprese e alle famiglie
Il Covid-19 ha infettato anche il mercato del lavoro. Lo riporta la Banca centrale europea (BCE) che evidenzia come il crollo dell’occupazione (cui non è seguito un aumento della disoccupazione solo per i meccanismi di tutela posti in essere dallo Stato, ma questo non vuol dire che la situazione non sia destinata a peggiorare rapidamente quando verranno meno), in correlazione con tutti gli altri indicatori economici ben noti che certo non lasciano troppo spazio all’ottimismo, saranno prodromici a un irrigidimento dei criteri di concessione del credito alle imprese e alle famiglie.
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Cosa scrive la BCE
“Nella prima metà del 2020 la pandemia di Covid-19 ha determinato la più marcata contrazione mai registrata dell’occupazione e del numero totale di ore lavorate, mentre gli effetti sul tasso di disoccupazione sono stati più limitati per effetto dei regimi di sostegno all’occupazione”. Così l’ultimo bollettino economico diffuso oggi dalla BCE in cui viene evidenziato il fatto che, rispetto alla contrazione del PIL in termini reali nella prima metà del 2020, l’aumento del tasso di disoccupazione ufficiale è stato relativamente limitato: dal minimo storico del 7,2 per cento toccato a marzo 2020 ha raggiunto l’8,1 per cento ad agosto, nonostante sia ancora lontano dal picco del 12,7 per cento registrato a febbraio 2013.
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“Le misure di sostegno all’occupazione, quali i regimi di riduzione dell’orario di lavoro e i licenziamenti temporanei, nonché una diminuzione dei tassi di partecipazione – recita il bollettino – concorrono a spiegare l’impatto limitato sul tasso di disoccupazione. Tali misure hanno inoltre contenuto il calo dell’occupazione, ridottosi del 2,9 per cento nel secondo trimestre del 2020 rispetto al primo trimestre. Il numero totale di ore lavorate è sceso in misura nettamente più consistente, del 13,4 per cento nel secondo trimestre, portando a una flessione del 10,8 per cento nella media delle ore lavorate per persona occupata”.
La sede della BCE
L’indagine sul credito bancario nell’area dell’euro di ottobre 2020 mostra un significativo irrigidimento dei criteri di concessione del credito alle imprese e alle famiglie nel terzo trimestre del 2020, principalmente a causa di una più elevata percezione del rischio. Per il quarto trimestre le banche si attendono una ulteriore stretta dei criteri per la concessione del credito alle famiglie e un calo della domanda di prestiti per l’acquisto di abitazioni. “Inoltre sulla base delle indicazioni degli istituti di credito – recita il bollettino – i programmi di acquisto di attività condotti dalla Bce (QE e oggi PEPP) e la terza serie di operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (Ltro-III) hanno avuto un impatto positivo sulla posizione di liquidità delle banche e sulle condizioni di finanziamento sul mercato. Gli intermediari hanno anche segnalato che, unitamente al valore negativo del tasso di interesse sui depositi presso la banca centrale, tali misure hanno contribuito ad allentare i criteri di concessione del credito bancario con conseguenti effetti positivi sui volumi dei prestiti”.