Massimiliano Squillace, con quattro exit alle spalle, ci racconta come funziona la sua ultima innovazione che applica l’intelligenza artificiale nel settore editoriale
«Il problema degli editori oggi non è quanto guadagnano, ma quanto spendono», spiega Massimiliano Squillace, founder di Entire Digital Publishing, una startup che introduce l’intelligenza artificiale nell’editoria, per diminuire i costi e aumentare i guadagni delle aziende che operano nel comparto.
Massimiliano è un enfant prodige del mondo delle startup, con alle spalle quattro exit. Con una di queste, OLX, una sorta di Subito.it, vende a Naspers, una big company sudafricana delle tlc per 80 milioni di dollari:
«Per un periodo, ho fatto l’investitore, poi sono tornato al mio primo amore, l’editoria», ricorda Massimiliano che ci racconta la sua storia e come l’intelligenza artificiale avrà sempre una maggiore influenza su come ci informiamo e pensiamo.
Come abbattere i costi nell’editoria
Massimiliano trascorre un mese al Washington Post, grazie a un amico che lo ospita: «È considerato il giornale più all’avanguardia dal punto di vista tecnologico. Hanno dei sistemi incredibili per la profilazione degli utenti, lato advertising. Ho pensato che mancasse, tuttavia, un’attenzione simile per gli aspetti editoriali e di fruizione delle notizie».
Dopo aver fatto le sue riflessioni, decide di mettere su una squadra di programmatori esperti, con i migliori talenti delle sue aziende precedenti, per dare vita a un business, Entire Digital Publishing.
«Abbiamo creato a un algoritmo proprietario che si sviluppa in tre ambiti: selezione del giornalista, i suggerimenti per i contenuti e la scelta stessa delle news da divulgare».
Come funziona Entire Digital Publishing
L’algoritmo ideato da Massimiliano e dal suo team ambisce a proporre una proposta diversa nel mercato editoriale, lavorando su tre fronti:
- Selezione del giornalista più adatto: «Oggi le redazioni, per contenere i budget, obbligano i giornalisti ad essere orizzontali e a occuparsi un po’ di tutto. La nostra piattaforma opera in modo diverso: l’algoritmo abbina il giornalista alla notizia che gli è più congeniale, per interessi e/o competenze. Così lui scrive di ciò che gli piace e il suo articolo sarà più interessante presso il suo pubblico».
- Content recommendation: «Abbiamo applicato la stessa logica dei suggerimenti dei contenuti che sono alla base del successo di Netflix e Spotify, al mondo editoriale. L’algoritmo propone news che non aderiscono unicamente ai suoi interessi preesistenti, ma che potrebbero interessargli. Così evitiamo il rischio della “bolla cognitiva” che è quello che il pericolo che oggi i lettori vivono con i social, di imbattersi solo in post che sono allineati al loro pensiero, schieramento politico o credo religioso, senza diversificare le loro letture».
- Content discovery: «L’algoritmo, inoltre, scandaglia i trend della Rete e offre consigli sugli argomenti che sono trend della Rete, supportando così il direttore editoriale e i giornalisti».
L’ambizione: diventare uno dei top 10 italiani dell’editoria
Ad oggi sono sei le piattaforme che usano le tecnologie della startup, in tutto sono 10 milioni di fan, con il sito guida, Notizie.it: «Facciamo tutto con 10 persone e con il supporto di freelance. L’uso della tecnologia ha da subito avuto effetti benefici sul business, aumentando, per esempio, di tre volte il tempo di permanenza sulla pagina, e di conseguenza anche gli introiti pubblicitari».
Massimiliano ci svela anche la crescita del fatturato, da 650mila euro nel 2018, con introiti medi quest’anno di 100mila euro al mese: «Abbiamo già superato il nostro bilancio previsionale. Puntiamo a diventare uno dei 10 editori top in Italia. Per il momento, non pensiamo di dare in affitto la nostra tecnologia ad altri».
L’ostacolo più grande del progetto, trovare persone valide e comunicare bene l’idea agli investitori: «Per progetti ambiziosi servono persone valide, sono alla continua ricerca di talenti. E poi non è mai facile far capire cosa facciamo agli investitori, che quando sento parlare di “editoria” scappano pensando di non poter fare grossi margini. Noi siamo un’azienda tecnologica che ha approcciato al mondo dell’editoria, questo è il messaggio che vogliamo trasmettere».
Fino ad oggi, Entire Digital Publishing ha raccolto 500mila euro da business angel. La prossima tappa è il crowdfunding su Mamacrowd, il prossimo 15 maggio: «Puntiamo a una raccolta di 1 milione».
Consigli e cose da non fare
Massimiliano ha alle spalle 4 exit e fa startup da più di vent’anni. In virtù della sua grande esperienza, gli chiediamo qualche consiglio utile per chi vuole struttura un business innovativo:
- Lavoro e poca fortuna: «Ogni volta che un mio progetto è andato bene, è quando ho lavorato duramente. La strada del successo è complessa. Arrivi alla fine solo grazie al lavoro e per la fortuna».
- Il focus paga sempre: «Nei momenti in cui ho fatto più cose insieme, niente è andato come pensavo. Quando per esempio ho realizzato uno dei miei business, Activism, facevo principalmente l’investitore e mi sono dedicato ad altre cose. Il risultato: dopo una grande popolarità, il progetto è fallito. Cosa mancava? Non c’era il focus. Essere focalizzati su pochi obiettivi chiari, è fondamentale quando fai un’azienda».
- L’ambizione (ma fai attenzione): «Chi non ambizione è destinato al fallimento dei suoi progetti. Ma è anche vero il contrario: la troppa ambizione e la poca umiltà ti portano a sbagliare. Come quando ho lanciato una delle mie prime startup, una community di sviluppatori che ebbe un grande successo, tanto che FIAT ci fece una proposta di acquisizione. Ma noi rifiutammo, accecati dalle cifre che leggevamo in Silicon Valley. Morale della favola? Il sito è fallito un anno dopo».