«Meno di 100 milioni di euro all’anno che vanno alle casse dello stato. Se si sistemassero un po’ le cose si potrebbero come minimo raddoppiare gli introiti». La polemica politica va avanti da diversi anni e riemerge proprio in occasione delle ferie estive, quando si torna a parlare delle concessioni balneari. E del fatto che anno dopo anno le proroghe impediscono di mettere chilometri e chilometri di spiagge a gara. Chi ci mette faccia e corpo – rischiando non poco – è Matteo Hallissey, Presidente di +Europa e Radicali Italiani. Tra Instagram e TikTok mostra il suo metodo d’assalto per sollevare una problematica.
Il tour di Matteo Hallissey
«Una lobby di poche migliaia di persone di fatto blocca questa spiagge e le tiene per sè. E le danneggia. Perché i cittadini vorrebbero costi decenti. Tutto questo impedisce a chi vorrebbe fare impresa di competere nei bandi. Lato nostro era chiaro che non bastavano le conferenze stampa, i comunicati, le proposte». Così Hallissey ha fatto partire un tour già nell’estate 2024, ma è in questa stagione che ha alzato il livello, con incursioni non violente documentate sui social.
«L’anno scorso siamo stati a Ostia in particolare. L’ho fatto insieme a Ivan Grieco (content creator, ndr). Siamo un mix di politica e attualità. Proviamo a piantare gli ombrelloni negli stabilimenti balneari e vediamo le reazioni». E il tour prosegue. «Ad agosto saremo in Liguria, Campania e torneremo in Sicilia dove abbiamo raccontato uno dei casi più assurdi: stabilimenti recintati con tornelli e una società che gestisce tutto da oltre un secolo».

Spiagge e balneari: perché si litiga sulle concessioni?
Come ha evidenziato l’Osservatorio dei conti pubblici italiani dell’Università Cattolica, bisogna tornare al 2006 quando è entrata in vigore la direttiva europea numero 123, la nota direttiva Bolkestein, che ha preso il nome dal suo principale proponente. Per favorire la concorrenza l’Unione Europea ha richiesto il rilascio di nuove concessioni e il rinnovo di quelle in essere attraverso procedure pubbliche, trasparenti e imparziali.
In questi anni tutti i governi italiani hanno preferito prorogare le concessioni, nonostante le ripetute critiche da parte di Bruxelles. Ma quanto incassa lo Stato? “Il Def 2016 – spiega l’Osservatorio – stimava in 103 milioni il gettito complessivo per lo Stato derivante dall’insieme delle concessioni”. Ma la cifra potrebbe essere più bassa ancora. Quella “pagata dai concessionari balneari scenderebbe a poco più di 55 milioni di euro (di fatto 43 milioni, perché c’è un tasso di morosità attorno al 20 per cento)”.

RobertoRedSox dei balneari cercasi
Di nuovo Hallissey, che su questo tema sta dedicando l’estate. «I canoni che pagano i balneari in media sono di 6mila euro all’anno: è una situazione paradossale. Pochi giorni fa la Corte dei Conti ha sottolineato che sono bassissimi. Fare le gare sarebbe importante per cambiarli, anche perché fanno utili importanti». Quella contro i balneari assomiglia a un’altra battaglia che l’attivista sta facendo negli ultimi tempi. Riguarda i tassisti.
E non è una battaglia contro tutti, come dimostra il caso di RobertoRedSox, tassista di Bologna più volte preso di mira dai colleghi per le sue battaglia politiche a favore di un miglioramento del servizio pubblico. C’è per caso qualche balneare disposto a spendersi allo stesso modo? «Per ora no, anzi facciamo un appello. Se si volesse palesare un RedSox per le concessioni sarebbe importante. Stiamo raccogliendo testimonianze».

Come si risolve il problema delle concessioni?
Il problema però dura da anni e finora è sempre mancata la volontà politica a livello nazionale. «Draghi ci ha provato. Alcuni tecnici in giro per l’Italia ci dicono che si riescono a bandire le gare solo quando i comuni vengono commissariati». Ovvero quando la politica è assente. «Questa battaglia genera empatia, perché in alcuni casi non si può entrar con una borsa frigo negli stabilimenti balneari. Il nostro è un metodo forte, quasi da inchiesta, rischiamo in prima persona. Sono tanti gli insulti a livello social e dal vivo».
La soluzione quale potrebbe essere secondo Hallissey? «Servono piani a livello regionale, piani minimi necessari per fare gare e che diano una prospettiva a chi fa un investimento. Almeno cinque anni per chi prende in concessione uno stabilimento». E poi ci sono i sindaci che possono fare i bandi. «Sono non più di una dozzina di casi, come ha fatto Gualtieri a Ostia. Così come a Bacoli, dove vince anche chi tiene conto della sostenibilità. È però un iter lungo e chi ha sfruttato queste spiagge decide di fare causa. Chi ha esperienza, peraltro, potrebbe vincere queste gare».