Non bastano i guai a Twitter…
Il Dipartimento dei Trasporti degli Stati Uniti sta indagando sulla startup di Elon Musk Neuralink, che avrebbe trasportato materiale potenzialmente pericoloso senza seguire le corrette procedure. A far scoppiare l’ennesimo caso attorno al Ceo di Twitter, questa volta ci ha pensato un gruppo di animalisti, entrati in possesso di alcune mail dove nero su bianco ci sarebbero le prove di una condotta non corretta nel trasporto di agenti patogeni prelevati dalle scimmie.
Per chi non conoscesse questa startup, Neuralink è una biotech su cui Elon Musk investe parte del proprio tempo con l’obiettivo ultimo di impiantare chip nel cervello delle persone. Questo consentirebbe di far fronte a diverse patologie neurologiche, ma non è un segreto che l’imprenditore sudafricano sia anche terrorizzato dallo strapotere dell’intelligenza artificiale (a proposito, Musk è tra i cofondatori di OpenAI, l’azienda dietro ChatGPT). Grazie a questi chip le persone sarebbero più protette e attrezzate.
I test dei chip di Neuralink sugli animali – un maialino e un macaco finora – sono stati un successo, soprattutto mediatico. Pager ha giocato a Pong con la sola forza del pensiero, ad esempio. Ma torniamo all’accusa fatta alla startup da Physicians Committee of Responsible Medicine, organizzazione no-profit che si oppone all’utilizzo degli animali nella ricerca medica. «I documenti pubblici recentemente ottenuti dal Physicians Committee rivelano che le persone che lavorano per Neuralink sembrano aver confezionato e trasportato in modo non sicuro materiali (nello specifico, prelevati da cervelli di primati non umani) contenenti agenti patogeni in diverse occasioni».
The Verge sottolinea che Neuralink sta già affrontando un altro procedimento per presunti maltrattamenti sugli animali. A dicembre 2022 Musk si è esposto nuovamente sui progressi di Neuralink, dicendo che nel giro di sei mesi la startup avvierà i test sull’uomo. Come spesso accade con Elon Musk (il caso Cybertruck di Tesla insegna), spesso agli annunci seguono continui rinvii.